        Tesla espande la sua rete di vendita e assistenza in Italia. L'ennesimo record di vendite a livello mondiale&nbsp;fa da buon viatico all'espansione nel nostro Paese.&nbsp; La Casa californiana mette a segno un poker: aprono due nuovi Tesla Center a Torino e a Firenze e due&nbsp;pop-up store temporanei di Bergamo e Napoli. Diventano in questo modo sei i Service Center Tesla&nbsp;in Italia: Milano-Linate, Torino, Padova, Bologna, Firenze e Roma, oltre allo store in Piazza Gae Aulenti a Milano e a quelli temporanei di Bolzano, Brescia, Bergamo, Napoli e Catania.  I due nuovi Tesla Center Nello specificio a Torino, il centro &egrave; in&nbsp;Strada Settimo 234. Aperto pubblico sabato 2 ottobre: il complesso offre uni showroom, un Delivery Center e un Service Center. A Firenze invece &egrave; questione di giorni: il Tesla Center del capoluogo toscano sar&agrave; in&nbsp;Via Ferrarin 34. Leggi ora: le auto elettriche con pi&ugrave; autonomia in autostrada       

Diventansei i Service Center Tesla&nbsp;in Italia: Milano-Linate, Torino, Padova, Bologna, Firenze e Roma, oltre allo store in Piazza Gae Aulenti a Milano

Due nuovi Tesla Center a Torino e Firenze

        Tesla macina record, il 2021 potrebbe concludersi oltre quota 800.000 unit&agrave; vendute.  La Casa californiana ha registrato un altro trimestre da record. A giugno-luglio-settembre ha consegnato 241.300 auto (incremento enorme rispetto alle 139.300 dello stesso periodo del 2020) altro primato assoluto dopo le 201.250 di marzo-aprile-maggio. La corsa continua Nei primi nove mesi dell&rsquo;anno Tesla ha consegnato 627.120 vetture. Pare largamente alla portata l&rsquo;obiettivo di 750.000 unit&agrave; per il 2021 fissato da Elon Musk.&nbsp; Le medie prendono tutto Motore di questa progressione il nuovo cuore della gamma. Model 3 e Model Y (qui la prova di Auto) hanno fatto registrare 232.025 esemplari consegnati. Le due medie, berlina e crossover, sono state affiancate dalle due grandi storiche Model S e X, vendute in 9.275 unit&agrave;. Leggi ora: Tesla Model Y, ecco come &egrave; fatta       

Il record del terzo trimestre, a 241.300 vendite e il totale dei primi sei mesi, 627.120, prefigurano il record

Tesla oltre le previsioni di Musk, supererà le 750.000 auto consegnate nel 2021

Dopo il debutto negli Stati Uniti, la nuova Tesla Model Y &egrave; finalmente arrivata anche in Italia. Appartenente allo stesso segmento della Model 3, rispetto alla berlina cresce di poco in lunghezza ma guadagna ben 20 centimetri di altezza. Una scelta che rende la Y un vero e proprio Suv con tutti i vantaggi connessi, a partire dal grande spazio di carico: circa 2mila litri, se oltre al bagagliaio posteriore si considera anche il pozzetto anteriore.  Tesla, brevettati i laser che sostituiranno i tergicristalli    Tesla Model Y, il nuovo Suv alla prova  Strutturalmente, la Model Y eredita buona parte delle componenti della 3. Il motore elettrico eroga 470 cavalli, e la capiente batteria viene ricaricata tramite la presa nascosta in uno dei fanali posteriori, con la possibilit&agrave; di sfruttare la ricarica veloce di Tesla fino a 250 kWh. All&#39;interno il minimalismo domina l&#39;abitacolo, e ogni aspetto dell&#39;auto pu&ograve; essere gestito tramite il grande shcermo touch da 15&rdquo;. Tesla, per questo nuovo modello, dichiara un&#39;autonomia di oltre 500 chilometri.  Sul numero di Auto in edicola, l&#39;approfondimento completo della Model Y. Servizio disponibile anche qui in edizione digitale.  Guarda il video   

Il nuovo Suv elettrico di Tesla, la Model Y, &egrave; arrivato anche sul mercato italiano. Ecco com&#39;&egrave; fatta dentro e fuori

Tesla Model Y, il Suv elettrico visto da vicino

L&#39;Inferno Verde ha una nuova regina, almeno per quanto riguarda le auto elettriche. La nuova versione sportiva della Tesla Model S, la potentissima Plaid, ha infatti ottenuto il record per le vetture stradali a batteria sul circuito del Nurburgring. Il giro del primato &egrave; stato completato in 7:30.909, scalzando la trono la Porsche Taycan Turbo. Il record &egrave; stato annunciato trionfalmente sui social da Elon Musk, che ha assicurato come il tempo sia stato ottenuto con una vettura completamente di serie.  Tesla Model 2 con self drive di livello 4 o 5 nel 2023 a 25.000 dollari  Tesla batte Porsche  La Tesla pi&ugrave; potente e veloce di sempre si chiama Model S Plaid. Un nome preso in prestito dal film di Mel Brooks &ldquo;Spaceballs&rdquo;, e che caratterizza la Model S trimotore, con trazione integrale e capace di esprimer 1.020 cavalli di potenza. Con una velocit&agrave; di punta insolitamente elevata per un&#39;auto elettrica, ben 322 km/h, e un&#39;accelerazione fuliminea da 0 a 100 in appena 2&rdquo;1. Numeri che, nonostante la sua stazza (497 cm di lunghezza per 2.162 kg di peso) hanno consentito alla berlina americana di mettere a segno un record storico sul circuito tedesco del Nurburgring.  Sull&#39;asfalto dell&#39;Inferno Verde la Model S Plaid &egrave; riuscita a concludere un giro in 7 minuti, 30 secondi e 919 millesimi. Un crono migliore di quasi 12 secondi rispetto a quello della Porsche Taycan Turbo, che deteneva il precedente record per auto elettriche stradali. Ora lo scettro di vettura a batteria sullo storico tracciato tedesco passa quindi alla Tesla, in attesa che qualche altro Costruttori si cimenti nell&#39;impresa. Per fare un paragone con le vetture a motore endotermico, la Plaid &egrave; stata pi&ugrave; veloce di circa un secondo dell&#39;Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, e si &egrave; assestata sullo stesso crono ottenuto dalla Porsche 911 GT2.  Mercedes-AMG EQS, Porsche Taycan Turbo S, Tesla Model Plaid: super berline a confronto  La nuova regina elettrica del Nurburgring  Il record &egrave; stato annunciato con grande entusiasmo da Elon Musk, che sui social ha subito condiviso una foto raffigurante il foglio dei tempi ottenuti al Ring, con il 7:30.919 in bella vista. Tempo che, assicura il patron di Tesla, &egrave; stato ottenuto con una vettura completamente di serie. Al di l&agrave; delle modifiche fatte per la sicurezza, vale a dire roll bar e sedile monoscocca a cui si &egrave; aggiunto uno schermo extra per i dati relativi ai tempi sul giro. Un video onboard del record &egrave; stato poi pubblicato su YouTube.  Tuttavia, non tutti hanno accettato questo primato. Alcuni infatti sostengono che Tesla abbia utilizzato una vettura dotata di freni e pneumatici specifici per la pista. Accuse che non cambiano i piani di Elon Musk, gi&agrave; impegnato a programmare i prossimi passi: nei prossimi mesi verr&agrave; tentato un nuovo record, stavolta con una Model S Plaid dotata di freni carboceramici, gomme semislick e appendici aerodinamiche realizzati da un team esterno. Gi&agrave; nelle prossime settimane, invece, tutte le Plaid saranno aggiornate con un &quot;track software update&quot;, che migliorer&agrave; ulteriormente le qualit&agrave; dinamiche della berlina elettrica e il suo piacere di guida.   Tesla Model S Plaid just set official world speed record for a production electric car at Nurburgring. Completely unmodified, directly from factory. pic.twitter.com/AaiFtfW5Ht &mdash; Elon Musk (@elonmusk) September 9, 2021   

La Tesla Model S Plaid, versione al top della gamma del Costruttore americano, ha ottenuto il record per auto elettriche stradali al Nurburgring, annunciato da Elon Musk

Tesla Model S Plaid, conquista il record al Nurburgring in 7:30.919

        La piccola sta per arrivare. Tesla Model 2, la compatta elettrica di Elon Musk &egrave; in rampa di lancio per 2023. Lo anticipa sito specializzato Elektrek che ha raccolto informazioni sulla piccola che dovrebbe segnare un altro cambio di passo per il Marchio. La Baby Tesla, sar&agrave; una vettura di dimensioni ridotte, poco pi&ugrave; di 4 metri, elettrica ovviamente e a guida autonoma, che potrebbe essere priva di volante, freno e acceleratore, ovvero pronta per la guida autonoma di livello 5. Made in China La pi&ugrave; piccola della Tesla, chiamata a fare i numeri pi&ugrave; importanti sar&agrave; prodotta in Cina, nella Gigafactory di Shanghai, dove c&rsquo;&egrave; anche un centro di ricerca, sviluppo e di design. Ne saranno realizzate due versioni: la pi&ugrave; economica per il mercato cinese, sviluppata sull&rsquo;architettura di Model 3. La &ldquo;vera&rdquo; Model 2 invece sar&agrave; quella dedicata al mercato americano e forse a quello europeo, dotata di sistemi per il self drive da permettere il livello 4 o 5 (quello appunto senza i comandi manuali) come lo stesso Musk pi&ugrave; volte si &egrave; augurato. L&rsquo;altro grand plus sar&agrave; quello della nuove configurazioni delle celle degli accumulatori, che consentirebbero di abbassare del 50% il prezzo della batteria. Questo per&nbsp;arrivare alla soglia dei 25.000 dollari per un&rsquo;auto elettrica e autonoma come quella annunciata da Musk qualche lo scorso settembre al Battery Day. Un salto decisivo per Tesla che punta a diventare un Costruttore generalista. Leggi ora: Tesla Roadster rinviata al 2023       

Sar&agrave; prodotta nella Gigafactory di Shangai in due versioni

Tesla Model 2 con self drive di livello 4 o 5 nel 2023 a 25.000 dollari

        Tesla Roadster si far&agrave; attendere. Servir&agrave; ancora pi&ugrave; di un anno perch&eacute; la supercar elettrica del Marchio californiano possa essere disponibile. Il tempo passa, alla presentazione del novembre 2017, quando Roadster fu annunciata con numeri incredbili, 0-100 km/h in 1,9 secondi, oltre 400 km/h di velocit&agrave; e 1.000 km di autonomia, sono seguiti solo dei rinvii.&nbsp; I motivi del rinvio L'ultimo, di fatto ufficiale, &egrave; stato un tweet di Musk, che ha risposto a un utente&nbsp;"Il&nbsp;2021 &egrave; stato l'anno delle folli carenze nella catena di approvvigionamento, non sarebbe importato avere 17 modelli nuovi, nessuno sarebbe stato spedito. Ipotizzando che il 2022 non sia un dramma enorme, le nuova Roadster dovrebbe essere consegnata nel 2023".  2021 has been the year of super crazy supply chain shortages, so it wouldn&rsquo;t matter if we had 17 new products, as none would ship. Assuming 2022 is not mega drama, new Roadster should ship in 2023. &mdash; Elon Musk (@elonmusk) September 1, 2021    Non si scappa. La seconda generazione di Roadster, un nome storico per il Marchio, che arriv&ograve; sul mercaato proprio con la prima serie, non &egrave; nelle priorit&agrave;. Il il lancio di Model Y, il rinvio di Cyberrruck, ci sono parecchie precedenze da rispettare. Roadster, che dovrebbe partire da un prezzo di 50.000 dollari per arrivare a circa 250.000 per la versione Founders Series, al momento &egrave; in freezer. Leggi ora: Model Y arriva a Milano       

La crisi dei microchip e il lancio di modelli pi&ugrave; importanti rimanda l'arrivo della supercar elettrica&nbsp;

Musk rinvia Tesla Roadster al 2023

        Continua l'ascesa di Tesla, che avvicina numeri di produzione da Costruttore generalista. La Casa di Elon Musk nel secondo quadrimestre 2021 ha fissato un altro primato, sfondato il muro delle 200.000 vetture consegnate. Per l'esattezza sono state&nbsp;201.250 le Tesla arrivate nelle mani dei clienti che &nbsp;a fronte del precedente massimo storico di 184.570 esemplari, ha portato il totale nei primi sei mesi dell'anno a 385.820. Model 3 e Model Y sulla breccia Un grande risultato, superando le stime degli analisti e le grandi difficolt&agrave; del settore che nell&rsquo;ultimo periodo ha dovuto affrontare la carenza di chip. Idat&nbsp;i hanno evidenziato un balzo delle consegne della&nbsp;berlina&nbsp;Model 3 e il crossover Model Y, che hanno compensato un calo delle consegne di Model S e X. A circa mezz&rsquo;ora dall&rsquo;apertura, il titolo di Tesla ha guadagnato il 2,19% a 692,75 dollari contribuendo al rialzo del Nasdaq. Tesla per il 2021 punta a consegnare 750.000 esemplari. Un grande salto, del 50% superiore al 2020 (circa 500.000 vetture). Le novit&agrave; di Tesla Model S       

La Casa di Elon Musk arriva a met&agrave; 2021 a oltre 385.000 consegne: le 750.000 unit&agrave; annue non sono un miraggio

Tesla record, consegnate oltre 200.000 vetture nel secondo trimestre

Pochi giorni e Tesla inizier&agrave; le consegne della Model S Plaid, versione introdotta in occasione del restyling - insieme a Model X Plaid - e accreditata delle prestazioni pi&ugrave; elevate all&#39;interno della gamma della berlina.  Non ci sar&agrave;, tuttavia, una Tesla Model S Plaid+. A confermarlo &egrave; stato Elon Musk, con un tweet in cui anticipa l&#39;arrivo della Plaid nel corso dei questa settimana.  Approfondendo le ragioni della cancellazione di un progetto pure introdotto alle cronache, che avrebbe dovuto migliorare il dato in accelerazione - gi&agrave; estremo, con 1&quot;99 sullo 0-96 km/h - e spingersi a un&#39;autonomia di marcia di 830 km, Musk ha spiegato come non abbia molta importanza andare oltre i 624 km di autonomia della Model S Plaid.   Model S goes to Plaid speed this week &mdash; Elon Musk (@elonmusk) June 6, 2021    Autonomia pi&ugrave; che sufficiente  &quot;Vediamo come, una volta presente un&#39;autonomia superiore alle 400 miglia (640 km; ndr), aggiungere altra autonomia non &egrave; ci&ograve; che davvero importa. Non c&#39;&egrave; fondamentalmente nessun viaggio oltre le 400 miglia che non veda il guidatore fermarsi per riposare, mangiare, prendere un caff&egrave;&quot;, spiega a Electrek Musk.  Una giustificazione che porta a interrogarsi sullo stesso filone di sviluppo delle auto elettriche. Non tanto autonomie di marcia in continua ascesa, piuttosto la direttrice sar&agrave; il potenziamento della rete di ricarica, per capillarit&agrave; e potenza di ricarica.  Della Tesla Model S Plaid, Musk ha twittato: &quot;E&#39; stata cancellata. Non ce n&#39;&egrave; bisogno essendo la Plaid cos&igrave; valida&quot;.  E la Plaid &egrave; introdotta come l&#39;auto in produzione pi&ugrave; rapida in accelerazione (1&quot;99 da 0 a&nbsp; 96 km/h, anche se il primato non &egrave; del tutto veritiero, visti i riscontri di hypercar come Ferrari SF90 Stradale). Lo schema a tre motori elettrici della Tesla Model S pi&ugrave; potente e veloce sviluppa 1.020 cavalli e spinge fino ai 320 km/h di velocit&agrave; massima. Non male per una super-berlina nata partendo da una sfida ai primati con i quali Porsche ha introdotto la Taycan.   

L&#39;extra di autonomia di marcia non &egrave; un fattore decisivo, cos&igrave; il fondatore di Tesla nel giustificare il ripensamento su una Model S Plaid con ancora pi&ugrave; autonomia e prestazioni

Tesla Model S Plaid+ cancellata: basta la Plaid, parola di Musk

        &Egrave; in atto un'importante transizione tecnologica per Tesla sul piano degli Adas e del suo Autopilot. Se l'insieme di sensori utilizzato finora da tutti i costruttori, Tesla compresa, prevede l'abbinamento di camere frontali e perimetrali a sensori radar, dalla produzione per il mercato nord-americano del mese di maggio si cambia. Verso il Livello 3 Tesla Vision far&agrave; ricorso esclusivamente alle immagini riprese dalle camere, non ci sar&agrave; alcun radar a registrare la presenza di oggetti nell'ambiente intorno all'auto. Con il potenziamento dell'elaborazione software, l'ausilio dell'intelligenza artificiale, la casa statunitense ritiene di poter realizzare una mappatura migliore dell'ambiente in cui si muove l'auto. Sar&agrave; funzionale agli Adas, alle funzioni dell'Autopilot e porter&agrave; anche verso la frontiera della guida autonoma di Livello 3, del tipo "hands-off e eyes off" condizionale: su determinati tratti di strada consentiti. Leggi anche: Guida autonoma di Livello 4, in Germania dal 2022 Musk: pi&ugrave; sicurezza con il solo Vision I primi modelli a ricevere la tecnologia Tesla Vision sono Model 3 e Model Y. Sul cambiamento di rotta, Musk a spiegato a Electrek come la soluzione "avr&agrave; tutti i sistemi di sicurezza del precedente sistema visione (camera; ndr) pi&ugrave; radar, poi delle altre ancora. Il software dovrebbe essere diffuso completamente su tutti i nuovi veicoli nel giro di duesettimane.&nbsp; La sicurezza sar&agrave; maggiore con il sistema esclusivamente visivo rispetto al radar pi&ugrave; visione, non sar&agrave; minore. Tesla Vision &egrave; diventato talmente valido che in realt&agrave; il radar riduce il segnale".&nbsp; Un'altra anticipazione fornita da Musk &egrave; relativa alla diffusione del sistema Full Self Driving, sperimentato finora in una flotta di guidatori esperti, "tester". Anche il FSD pogger&agrave; sul rilevamento mediante camere e la diffusione della versione 9.0 &egrave; stata promessa nel volgere di due settimane, con la contestuale apertura delle prenotazioni. Il prezzo dell'optional sar&agrave; di 14 mila dollari e potrebbe essere disponibile solo sulla produzione Tesla priva di sensori radar (dove diverse aziende sviluppano i radar 4D), salvo possibili adeguamenti retrofit.&nbsp;       

La scelta di puntare esclusivamente sul rilevamento mediante camere per l'automazione della guida, verso il Livello 3 e superiore, da parte di Tesla segna un'importante scelta. Musk annuncia l'arrivo del Full Self Driving a giugno

Tesla, solo Vision e addio radar. Full Self Driving verso l'esordio

        Dalla Norvegia arriva una grana per Tesla, intimata a rifondere alcuni clienti per una riduzione di capacit&agrave; applicata alle batterie. La questione riguarda trenta proprietari di Model S e Model X con batterie da 85 kWh, modelli&nbsp;in produzione fino al 2016. Alcuni aggiornamenti via etere (over-the-air), precisamente i 2019.16.1 e 2019.16.2, avevano ridotto l&rsquo;autonomia delle vetture di circa cinquanta chilometri, da circa 400 a 350 km. Non solo, il software ha rallentato anche la ricarica alle stazioni Supercharger, incrementando cos&igrave; i tempi di&nbsp;sosta per il rifornimento.  Tesla ha ribadito che gli aggiornamenti erano votati a preservare l&rsquo;efficienza delle batterie e mantenere una longevit&agrave; elevata, precisando inoltre che pochi modelli avevano subito delle limitazioni.&nbsp; Tesla deve risarcire 13.000 euro a ogni cliente Ma la piccola class action dei trenta possessori di Model S e Model X &egrave; andata a segno, almeno in parte. La corte norvegese ha deciso di assegnare un risarcimento che corrisponde a circa 13.000 euro. Tesla &egrave; ancora nei tempi per fare appello, ma la questione potrebbe diventare delicata ed espandersi. Anche perch&eacute; dai 30 iniziali, i clienti coinvolti, solo in Norvegia, potrebbero essere diverse migliaia. Musk dice stop ai pagamenti in bitcoin       

Un OTA per Model S e Model X con batterie da 85 kWh prodotte fino al 2016 toglie 50 km di raggio di azione alle vetture: stabiliti 13.000 euro di rimborso

Tesla risarcisce i clienti in Norvegia

        Model S Plaid, la pi&ugrave; potente Tesla di sempre, uscir&agrave; solamente a settembre, ma gi&agrave; c'&egrave; chi la trasforma in maniera originale. Come Caviar, marchio londinese che personalizza con materiali lussuosi, soprattutto oro, qualsiasi tipo di oggetto, dallo smartphone all'orologio, passando per le auto. "Royal Gift" &egrave; infatti il sottotitolo dell'azienda britannica, protagonista con la sua Model Excellence 24K.  ORO 999 ABBINATA AL NERO Il nome dice gi&agrave; tutto. Si tratta di una Model S Plaid con alcune componenti interamente placcate in oro da 24 carati. "Excellence" in tutto e per tutto, per la berlina da oltre 1.100 cavalli. La tecnica a doppia elettroplaccatura ha permesso di realizzare la griglia, paraurti anteriore e posteriore, specchietti, minigonne, cerchi e razze del volante placcati in oro 999. Il materiale, del resto, si abbina perfettamente con la vernice nera della vettura. EDIZIONE LIMITATA, COSTA PI&Ugrave; DELLA PLAID Ne verranno realizzati solamente 99 esemplari, ognuno in vendita a un prezzo necessariamente elevato, pi&ugrave; caro della Model S Plaid standard. Mentre l'elettrica californiana coster&agrave; (almeno sul mercato italiano) non meno di 119.990 euro, la Caviar Model Excellence 24K sar&agrave; disponibile a 248.000 euro circa. Tesla, &egrave; ufficiale: le elettriche di Musk si potranno pagare in Bitcoin       

Realizzata dalla londinese Caviar, Model Excellence 24K presenta una carrozzeria nera abbinata ad alcune componenti interamente placcate in oro 999 da 24 carati

Tesla, ecco la Model S Plaid placcata in oro

        Ritardo per la Gigafactory europea di Tesla. La fabbrica delle auto elettriche californiane sar&agrave; inaugurata con sei mesi di ritardo, non pi&ugrave; a luglio, ma probabilmente nel gennaio 2022. Elon Musk ha prorogato il termine di completamento dell&rsquo;impianto. La Gigafactory di Gruenheide, localit&agrave; a 30 chilometri da Berlino, ha patito dei ritardi burocratici per quanto riguarda il reparto di produzione delle batterie, mentre quelli di verniciatura e stamperia sarebbero in linea con i piani iniziali. Non &egrave; il primo intoppo per Tesla, che &egrave; gi&agrave; entrata in contrasto con l&rsquo;amministrazione locale dopo aver criticato la lentezza nella risposta dell&rsquo;approvazione finale delle struttura non ancora arrivata, nel bene o nel male, a sedici mesi dalla richiesta. Piani rallentati Il reparto batterie sar&agrave; cruciale per la produzione, ma nella Gigafactory in Germania stanno prodotte anche Model 3, l&rsquo;auto elettrica pi&ugrave; venduta al mondo, e soprattutto Model Y, la versione crossover anche a sette posti, che proprio in Europa dovrebbe fare esordire le nuove e pi&ugrave; efficienti. Quindi ancora per un anno le Tesla dovranno essere importate in Europa, aggravate dei costi di spedizione. Un freno per proporre prezzi pi&ugrave; concorrenziali e aumentare le vendite. Nel 2020 sono state quasi 500.000 a livello globale e Musk ha prospettato per il 2021 una crescita del 50%, quindi a quota 750.000 Tesla consegnate. Sar&agrave; cos&igrave; anche senza la Gigafactory di Berlino per quest&rsquo;anno?        

Ritardo di sei mesi per rallentamenti burocratici

Tesla, la Gigafactory di Berlino sarà operativa nel 2022

        E alla fine, pare che Elon Musk avesse ragione. L'incidente avvenuto lo scorso 21 aprile a nord di Houston e che ha avuto per protagonista una Tesla Model S, registra un'importante novit&agrave;. All'inizio, infatti, si ipotizzava che il veicolo stesse marciando con l'Autopilot attivo, e che proprio la guida autonoma non ottimale fosse stata la causa dell'impatto e della morte dei due passeggeri. E invece, non &egrave; cos&igrave;. "VOLANTE DEFORMATO" Nessuno dei due passeggeri sedeva al lato guida. Uno infatti si trovava al lato passeggero, l'altro nel sedile posteriore. Da l&igrave;, l'ipotesi dell'attivazione della guida autonoma. Ma Lars Moravy, ingegnere Tesla - la Casa statunitense sta collaborando attivamente con le forze dell'ordine nelle indagini - ha infatti rivelato che i rottami della Model S sono stati esaminati ed &egrave; stato riscontrato che il volante era "deformato". Quindi, appare logico come fosse presente una persona al lato guida al momento dell'impatto contro l'albero. CINTURE NON AGGANCIATE, INDAGINI IN CORSO Inoltre, &egrave; da precisare come le cinture di sicurezza, secondo i riscontri, non fossero agganciate al momento dell'incidente. Le indagini comunque non sono ancora terminate. Tesla, costi ridotti con la Giga Press italiana       

Le indagini hanno rivelato che il volante della berlina &egrave; stato trovato "deformato": una persona quindi sedeva al lato guida al momento dell'impatto contro l'albero

Tesla, l'Autopilot non c'entra con l'incidente mortale della Model S: ecco perché

La guida autonoma di Tesla &egrave; di nuovo al centro del dibattito, dopo un incidente mortale avvenuto in Texas la sera di sabato 17 aprile. Le autorit&agrave; di Houston, intervenute nella zona dello schianto letale, hanno trovato una Model S completamente distrutta e carbonizzata, assieme ai corpi dei due passeggeri presenti, 59 e 70 anni, uno seduto nella zona anteriore e uno dietro. Nessuno dei due sedeva al lato guida: si &egrave; quindi fatta largo l&#39;ipotesi che fosse impostata la guida autonoma.  MISTERO SULLA GUIDA AUTONOMA  Secondo la ricostruzione dell&#39;accaduto, effettuata dalla tv locale KHOU-TV, la Model S ha sbandato al momento di percorrere una curva, finendo oltre la carreggiata, impattando violentemente contro un albero e prendendo fuoco. Nonostante nessuna delle due vittime fosse seduta al lato guida, le autorit&agrave; non hanno ancora evidenziato prove che confermino il fatto che la guida autonoma fosse attiva al momento dell&#39;incidente.  UN &quot;PROBLEMA&quot; DA RISOLVERE  Non &egrave; la prima volta che Tesla sale alla ribalta delle cronache per via di un qualche incidente, soprattutto in relazione alla guida autonoma. E non &egrave; quindi la prima volta che montano le polemiche. La verit&agrave; &egrave; che in molti ancora faticano a comprendere come si debba intendere questa particolare tecnologia quasi come ancora &quot;primitiva&quot;, non ancora affidabile al 100%, o almeno, non al punto da effettuare dei viaggi medio-lunghi senza mettere le mani sul volante. Ed &egrave; stata la stessa Tesla a ricordare e sottolineare pi&ugrave; volte come, almeno fino a quando non ci saranno progressi, la guida autonoma necessiti ancora dell&#39;intervento umano.  Musk: Tesla avr&agrave; la guida autonoma di livello 5 nel 2021 

In Texas, una Model S ha sbandato contro un albero e preso fuoco. Nessuno dei due passeggeri all&#39;interno era seduto al lato guida: dubbi sulla &quot;colpa&quot; della guida autonoma...

Tesla, due vittime in un incidente mortale, dubbi sull&#39;Autopilot

        C'&egrave; un po' di Italia nella costruzione delle Tesla. Perch&eacute; c'&egrave; un'azienda bresciana, Idra, che ha direttamente collaborato con la Casa californiana avendo realizzato e fornito al Marchio la Giga Press, che &egrave; la pi&ugrave; grande macchina di pressofusione al mondo. Una capacit&agrave; di 6.000 tonnellate, grazie al quale Tesla riuscir&agrave; a sostituire 70 pezzi stampati e saldati con un unico pezzo di scocca, semplificando di conseguenza l'intero processo produttivo.  COSTI RIDOTTI L'utilizzo della Giga Press ridurr&agrave; del 40% i costi di produzione della Model Y, in arrivo sul mercato italiano durante l'estate, con conseguente diminuzione del 20% dei costi per produrre ogni singola auto. Da sottolineare anche come il realizzare una singola scocca aumenta la qualit&agrave; del prodotto finale, oltre a modificarlo leggermente (la carrozzeria della Model Y avr&agrave; dimensioni ridotte del 30%). ANCHE PER IL CYBERTRUCK&nbsp; Tesla sfrutter&agrave; le qualit&agrave; della Giga Press anche per produrre il Cybertruck: per il pick-up elettrico servir&agrave; per&ograve; un'unit&agrave; da 8.000 tonnellate.        

Il macchinario di pressofusione pi&ugrave; grande al mondo, realizzato dalla bresciana Idra, aiuter&agrave; la Casa di Elon Musk a produrre Model Y e Cybertruck con una singola scocca

Tesla, costi ridotti con la Giga Press italiana

        "Da oggi si pu&ograve; comprare una Tesla con i Bitcoin". Parole di Elon Musk, divulgate attraverso un post su Twitter e poi integrate con altre dichiarazioni del capo del Marchio di auto elettriche: "Tesla utilizza solo software interno e open source per gestire direttamente i nodi in Bitcoin. La criptovaluta pagata verr&agrave; mantenuta come tale e non convertita".  You can now buy a Tesla with Bitcoin &mdash; Elon Musk (@elonmusk) March 24, 2021    AVANTI CON I BITCOIN Insomma, negli Stati Uniti, da adesso in poi, sar&agrave; possibile acquistare una Tesla attraverso i Bitcoin. Vi avevamo gi&agrave; informato del parere positivo che Musk nutriva e nutre sulle criptovalute. Pensieri poi ufficializzati dai fatti, con il post social. Ma la situazione si era fatta concreta gi&agrave; lo scorso febbraio, quando Tesla aveva acquistato 1,5 miliardi di dollari in Bitcoin, attirando maggiore interesse verso questa nuova e moderna forma di pagamento. QUANTO COSTANO LE TESLA IN BITCOIN? La domanda sorge spontanea: quanti Bitcoin servono per acquistare una Tesla? Molto pochi, se andiamo a vedere il valore di questa valuta digitale: un singolo "coin" ha infatti un valore compreso tra i 45.000 e i 50.000 dollari. Ci&ograve; significa che un cliente statunitense potr&agrave; acquistare una Model 3 Performance con 0,93 Bitcoin, o una Model S Plaid+ con 2,5 Bitcoin. Tesla comunque progetta di permettere, entro la fine del 2021, a tutti i clienti del mondo di poter acquistare un veicolo in Bitcoin. Tesla, 5,8 miliardi per la Gigafactory. La sfida con Volkswagen in Europa       

La Casa californiana accetter&agrave; la criptovaluta: lo ha confermato Elon Musk su Twitter. Per adesso &egrave; un pagamento accettato solo negli USA, ma presto verr&agrave; coinvolto tutto il mondo

Tesla, è ufficiale: le elettriche di Musk si potranno pagare in Bitcoin

Clamorosa disavventura per il proprietario di una Tesla Model 3, rimasto bloccato oltre 15 ore in un Supercharger. L&#39;episodio &egrave; stato documentato sui social dall&#39;utente SeaEnergy che ha pubblicato un post su Reddit, affermando di essere rimasto bloccato nel Supercharger Tesla di Pinellas Park, in Florida, perch&eacute; il cavo di ricarica non fuoriusciva dalla Model 3, nonostante numerosi tentativi.&nbsp;  Tesla Model 3 a pannelli solari: l&#39;esperimento funziona?  Tutta la notte incastrato  In seguito, all&#39;1.30 di notte, SeaEnergy ha pubblicato un video in cui veniva mostrato che il pulsante per sbloccare il cavo di ricarica, presente sullo schermo di infotainment, non funzionava. L&#39;automobilista ha anche contattato il supporto tecnico della Casa californiana, senza ricevere adeguato aiuto durante la notte. L&#39;auto si &egrave; poi interamente caricata, e il cavo quindi scollegato, solamente alle 9.30 del mattino.  Un problema irrisolto  In un ulteriore post, il &quot;teslaro&quot; afferma di aver ricevuto una chiamata dal servizio Tesla intorno alle 11.30 del mattino, dopo che il Marchio ha visto diventare virale il post condiviso il giorno prima. Tesla ha cos&igrave; inviato qualcuno per ispezionare la stazione di ricarica, mentre nel pomeriggio la Model 3 in questione &egrave; stato portata presso il centro di assistenza pi&ugrave; vicino per eseguire alcuni test.  Restano ignote le cause del problema: di certo, l&#39;incidente &egrave; stato cos&igrave; particolare che potrebbe coinvolgere solo un numero minimo di vetture Tesla.  1:30AM UPDATE - Still Trapped at a Supercharger from r/teslamotors   

Il proprietario della berlina elettrica non riusciva a scollegare il cavo di ricarica dalla stazione supercharger e ha passato la notte l&igrave;: ecco perch&eacute;

La ricarica della Tesla non si stacca: ci rimane bloccato 15 ore VIDEO

        Al giorno d&rsquo;oggi per circolare su strada a bordo dei veicoli Tesla bisogna affidarsi necessariamente alle colonnine supercharge di Elon Musk. Tuttavia, l&rsquo;uomo protagonista di questo video ha saputo in un certo senso scavalcare la tradizionale ricarica, apportando dei pannelli fotovoltaici portatili sul tettuccio della sua Model 3. Un metodo un po&rsquo; artigianale, ma che sembra aver dato i suoi frutti. Auto elettriche e ibride: nuova etichetta standard su veicoli e colonnine  UTILE IN SITUAZIONI DI EMERGENZA Il metodo adottato &egrave; stato piuttosto semplice: dopo aver posizionato sul tetto dell&rsquo;auto dei pannelli fotovoltaici portatili da 120 watt l&rsquo;uno &ndash; collegati a loro volta ad una batteria portatile da 2 kW -, l&rsquo;uomo ha &ldquo;ingannato&rdquo; il connettore mobile Tesla tramite un piccolo adattatore, cos&igrave; da riuscire a far credere all&rsquo;auto che l&rsquo;intero sistema di ricarica fosse collegato ad una rete con adeguata messa a terra. Una volta sistemato il tutto, quindi, i pannelli hanno iniziato a svolgere il loro lavoro, riuscendo tranquillamente a generare un&rsquo;energia continuativa di 250 watt utile alla ricarica e per un totale di circa 11 km di autonomia aggiuntiva. Come funziona l'ingegnoso sistema Come si pu&ograve; ben intuire non sono certo dati sconvolgenti, vista soprattutto la natura portatile del sistema che andrebbe montato e smontato ogni volta che si ha necessit&agrave; di utilizzarlo. Nonostante questo, per&ograve;, il sistema artigianale sviluppato nel video (che potete vedere in fondo) potrebbe tornare utile in quelle situazioni di emergenza in cui, se rimasti a secco di energia, si ha la necessit&agrave; di ricaricare quei chilometri in pi&ugrave; tali da permetterci di arrivare alla stazione di ricarica pi&ugrave; vicina o alla nostra abitazione. Aptera Motors, pronto un veicolo che viaggia ad energia solare        

Il proprietario della berlina elettrica di Elon Musk ha cercato di ricaricare la sua auto utilizzando dei pannelli appositamente sistemati sul tettuccio. Ecco come &egrave; andata

Tesla Model 3 a pannelli solari: l’esperimento funziona?

        Di Marchi che si sono professati come anti Tesla ce ne sono parecchi oggi e ce ne saranno altri in futuro. La sfida a Elon Musk arriva anche e soprattutto dalla Cina, con un nuovo protagonista: Geely, che presto avr&agrave; il proprio Marchio di auto elettriche premium. ZEEKR: ELETTRICHE DI FASCIA ALTA Il Gruppo Geely (proprietario di Geely Auto, Volvo, Polestar, Lotus e il 9,7% di Daimler) lancer&agrave; prossimamente sul mercato Zeekr, nuova Casa di auto elettriche di fascia alta che far&agrave; parte della societ&agrave; di Geely dedicata alle EV, ovvero la Lingling Technologies. I modelli Zeekr verranno realizzati su una nuova piattaforma elettrica chiamata SEA (Sustainable Experience Architecture), e potrebbe avvalersi dei software forniti da Baidu, il pi&ugrave; grande motore di ricerca cinese, che negli scorsi mesi ha stipulato una partnership proprio con il Gruppo e che non &egrave; nuovo a lavorare nel campo automotive, come dimostrano gli strumenti sviluppati per la guida autonoma. Volvo, elettriche entro il 2030 e vendute online PROCESSI DI VENDITA COME TESLA Proprio come fa Tesla, Geely vender&agrave; i veicoli elettrici Zeekr a un prezzo fisso mostrando le auto in showroom appositamente costruiti in citt&agrave;. Niente concessionari, quindi, e integrazione con la vendita online. Oltre agli showroom, Geely prover&agrave; altre nuove strategie di marketing: seguendo quello che sta gi&agrave; facendo Nio, dar&agrave; vita a un club di proprietari di auto Zeekr e a un brand d'abbigliamento e accessori, fidelizzando ancora di pi&ugrave; la clientela. Tesla, 5,8 miliardi per la Gigafactory. La sfida con Volkswagen in Europa        

Il Gruppo cinese lancer&agrave; presto sul mercato Zeekr, brand premium di auto elettriche, con caratteristiche di vendita identiche a quelle sviluppate dalla Casa di Elon Musk

Geely, in arrivo un nuovo Marchio anti Tesla

        La sfida tra&nbsp;Tesla e Volkswagen &egrave; diretta. La Casa guidata da Elon Musk, secondo il Ministero dell&rsquo;Economia del Brandeburgo, muover&agrave; risorse per 5,8 miliardi di euro, dedicate al progetto complessivo della Gigafactory, destinata a produrre auto e batterie nei pressi di Berlino. Un progetto colossale, che non ha pari in Europa. Realizzato da un&rsquo;azienda americana, che ricever&agrave; aiuti pubblici dalla UE,&nbsp; &ldquo;in casa&rdquo; dei giganti dell&rsquo;auto tedesca. Ce n&rsquo;&egrave; abbastanza per creare dello scompiglio. La polemiche dal punto di vista ambientale sono note da tempo. L&rsquo;impatto di uno stabilimento potenzialmente da 500.000 vetture l&rsquo;anno e le relative batterie &egrave; gi&agrave; nel mirino delle associazioni ambientalistiche, preoccupate per il consumo di acqua, quantificato dalla stessa Tesla in 1,4 milioni di metri cubi l&rsquo;anno. Come una citt&agrave; di 40.000 abitanti: questo inizialmente, perch&eacute; la Casa americana ha stimato un tetto 3,6 milioni di metri cubi. Altro problema &egrave; quello con i sindacati, la Gigafactory non avr&agrave; un consiglio di fabbrica in Germania: quella che era una consuetudine &egrave; stata ignorata. E sta provocando frizioni. La mossa di VW Volkswagen ovviamente non &egrave; stata a guardare. Tesla sta avendo difficolt&agrave; nel reclutare operai, tecnici e dirigenti. VW non ha fermato nessuno, ma ha fissato una regola: chi ci lascia non pu&ograve; tornare. La questione non &egrave; semplice. Volkswagen e le batterie con celle prismatiche       

Investimento enorme. VW ai suoi uomini: ne ve ne andate non potrete pi&ugrave; tornare