Finalmente, Ferrari Purosangue, si mostra su strada con quella che sar&agrave; la carrozzeria definitiva. Presentazione nel corso del 2022 per il primo &quot;sport utility&quot; Ferrari. Dove finora erano stati i muletti del Maserati Levante - inizialmente di una GTC4Lusso - a essere prestati alla causa per i collaudi della meccanica, a Maranello tocca al modello vero e proprio proseguire lo sviluppo.  Le mascherature a tal proposito tornano a essere totali, non senza lasciare qualche segno, indizio, dell&#39;impostazione che avr&agrave; il suv. Al capitolo motori sappiamo di poterci attendere un V6 turbocompresso ed elettrificato, insieme a un propulsore pi&ugrave; grande: potrebbe toccare anche a un nuovo V12.    Design    Delle scelte di stile (leggi il racconto di Flavio Manzoni sulla SP3 Daytona), anzitutto, va detto della cabina arretrata, che lascia spazio a un frontale dal cofano lungo e un&#39;ampia presa d&#39;aria posta nella zona inferiore. Le forme sembrano riprendere quelle di un &quot;ghigno&quot; che fu gi&agrave; sulla GTC4Lusso e, di ampiezza ridotta, anche sulla Portofino.&nbsp;  LEGGI ANCHE - Car Of The Year 2022, le sette finaliste  Gli scatti diffusi su Instagram da moriacolom riprendono il Ferrari Purosangue in due occasioni, entrambe da test nell&#39;ultima settimana di novembre. Si apprezza il dettaglio di una coda stile coup&eacute;, le geometrie vagamente accennate del portellone, i quattro terminali di scarico.  Altezza contenuta  Soprattutto, il Purosangue, anticipa proporzioni che non andranno a sviluppare eccessivamente il dato dell&#39;altezza. Cos&igrave; pare se si guarda al muletto nel contesto, nell&#39;ambiente reale con altre auto su strada. Dove altri brand hanno interpretato la materia suv, Ferrari proporr&agrave; qualcosa di diverso, con la vocazione totale alla prestazione su strada che non pu&ograve; essere tradita. Bilanciata s&igrave; dai quattro posti a bordo, da un vero bagagliaio. Una granturismo rialzata e con una funzionalit&agrave; ulteriore. Questo s&igrave;.     &nbsp;   &nbsp;  &nbsp;    &nbsp;     Visualizza questo post su Instagram   Un post condiviso da me (@moriacolom)      5 porte?  Altro elemento utile a raccontare il Purosangue, la probabilissima presenza delle cinque porte, considerate le dimensioni piuttosto ridotte delle aperture anteriori sul totale dello sviluppo della fiancata.  Approfitta dell&#39;Offerta Black Friday, abbonati ad Auto edizione digitale  Un altro particolare che si &egrave; fatto notare sui due muletti, la presenza di una duplice cover sul tre quarti posteriore, da entrambi i lati, a segnalare la presenza del bocchettone di rifornimento carburante e la presa di ricarica, su lati opposti del Purosangue.  Primissimi elementi che nei prossimi mesi si arricchiranno di ulteriori dettagli.&nbsp;  Foto di Fabrizio Berni   

Il suv verr&agrave; presentato nel corso del 2022 e avr&agrave; anche una versione ibrida plug-in. Tanti dettagli emergono dai muletti del Purosangue avvistati su strada, con carrozzeria definitiva

Ferrari Purosangue, su strada i muletti definitivi

        Ogni presentazione di una nuova Ferrari &egrave; un evento speciale. Tanto pi&ugrave; se la Rossa in questione &egrave; la Daytona SP3, un'edizione limitata e costosissima, ispirata alle mitiche vetture da corsa degli anni '60, svelata in uno scenario unico come l'Autodromo del Mugello in occasione delle Finali Mondiali. Le immagini della nuova Ferrari hanno fatto subito il giro del mondo, suscitando apprezzamenti ed entusiasmi da parte di numerosi appassionati, tra cui Lapo Elkann. Dopo la chiusura dell'evento del Mugello, infatti, il fratello del presidente della Rossa ha scritto un tweet per complimentarsi con la Casa di Maranello per la sua ultima creazione. &ldquo;Che bella la Daytona SP3!&rdquo;. Ferrari Daytona SP3, Icona da favola  Ferrari Daytona SP3, il tweet di Lapo Sin dal momento della sua presentazione alle Finali Mondiali del Mugello, la nuova Ferrari Daytona SP3 ha conquistato tutti. Incluso Lapo Elkann, che ha scritto su Twitter un commento di apprezzamento per il lavoro fatto dal Costruttore emiliano con il suo ultimo progetto speciale. &ldquo;La Ferrari &egrave; avanguardia e tradizione. Ogni volta che esce un modello penso sempre che non sia possibile fare qualcosa di pi&ugrave; bello e performante e puntualmente vengo smentito. Che bella la Daytona SP3&rdquo; ha twittato Elkann, aggiungendo al suo commento l'hashtag #essereFerrari, utilizzato da alcuni anni dalla Rossa in F.1 come omaggio alla propria storia e alla passione dei Tifosi. Prosecuzione della linea dei progetti speciali dopo le Monza SP1 e SP2, la Daytona SP3 si ispira fortemente alle Rosse del passato, riproponendone i canoni estetici in chiave moderna. Sotto alle linee sinuose e prive di elementi aerodinamici vistosi c'&egrave; una meccanica tradizionale, con un V12 aspirato da 840 cavalli, privo di qualsiasi powertrain elettrificato. Offerta in una carrozzeria con motore centrale e tetto apribile, la Ferrari Daytona SP3 sar&agrave; costruita in 499 esemplari, gi&agrave; tutti venduti a un prezzo di circa 2 milioni di euro.  Wow ! La Ferrari &egrave; avanguardia e tradizione. Ogni volta che esce un modello penso sempre che non sia possibile fare qualcosa di pi&ugrave; bello e performante e puntualmente vengo smentito. Che bella la Daytona SP3 #essereFerrari pic.twitter.com/S6uoIXghDs &mdash; Lapo Elkann (@lapoelkann_) November 22, 2021          

Su Twitter Lapo Elkann si &egrave; congratulato con la Ferrari per la sua nuova edizione limitata, la Daytona SP3 presentata durante le Finali Mondiali del Cavallino al Mugello

Lapo Elkann fa i complimenti alla Ferrari: “Sempre all'avanguardia: che bella la Daytona SP3!”

        Un aereo carico di Ferrari da competizione, tra vetture GT, F.1 e XX. &Egrave; questo l'insolito spettacolo al quale hanno assistito, pochi giorni fa, gli operatori aeroportuali dello scalo di Malpensa. Le auto, dal valore complessivo di diversi milioni di euro, sono partite alla volta dell'Arabia Saudita, dove tra pochi giorni avr&agrave; luogo un evento dedicato al Cavallino Rampante. Le foto che ritraggono le vetture sono state caricate sui social dall'account &ldquo;Vola Malpensa &ndash; Milano MXP&rdquo;, e hanno fatto subito il giro del web. Ferrari Daytona SP3, Flavio Manzoni spiega la nuova Icona  Il viaggio delle Ferrari verso Riyad Vedere una Ferrari non capita tutti i giorni, figurarsi incontrarne una decina, tra monoposto e vetture da competizione. Una sorpresa che hanno vissuto gli operatori dell'aeroporto di Malpensa, da cui la sera del 19 novembre &egrave; partito un aereo cargo carico di auto del Cavallino Rampante. Non modelli stradali destinati all'esportazione, bens&igrave; vetture da pista che prenderanno parte, il prossimo fine settimana, al Ferrari Motorsport Festival di Riyad. Le auto fotografate a Malpensa sono quelle che prenderanno parte a parate e gare sul suolo arabo: tra loro monoposto di Formula 1, alcuni esemplari di 488 Challenge e i bolidi del programma XX, vetture da pista concepite per esprimere il massimo delle prestazioni senza dover sottostare a regolamenti tecnici di campionati specifici. Il Boeing 777 cargo della compagnia aerea Saudia Cargo e il suo prezioso carico non sono passati inosservati agli occhi degli operatori dello scalo lombardo, che hanno immortalato l'insolito spettacolo. Caricando poi le immagini sull'account Facebook &ldquo;Vola Malpensa &ndash; Milano MXP&rdquo;. Le foto hanno riscosso un immediato successo, facendo il giro del web in breve tempo. A incuriosire gli utenti non solo le auto in s&eacute;, ma anche le modalit&agrave; con cui le Ferrari sono state caricate a bordo del velivolo. Ferrari BR20, esemplare unico ispirato alle V12 anni Sessanta        

Tra monoposto, vetture GT e XX, &egrave; partito da Malpensa un Boeing 777 alla volta dell'Arabia Saudita

Milano, c'è un Boeing pieno di Ferrari in aeroporto: il prezioso carico incuriosisce tutti

Le forme del passato evolute, rielaborate nella sostanza del presente e indirizzate nella dimensione del futuro. &Egrave; difficile non emozionarsi di fronte alla bellezza tradotta in un oggetto capace di abbracciare epoche cos&igrave; lontane, facendolo allo stesso tempo sentire vicinissimo.  La Ferrari Daytona SP3 non &egrave; la solita, per quanto splendida Rossa, da portare sule strade glamour di Montecarlo o in pista a scaricare il suo V12 da 840 cv e 2&rdquo;85 per il pi&ugrave; tradizionale degli zerocento. Piuttosto, &egrave; l&rsquo;espressione migliore di un design post moderno, l&rsquo;ennesima scultura in movimento disegnata dal capo delle forme di Maranello, Flavio Manzoni e dal suo team, con le molteplici anime di cui &egrave; composta. Capace di travalicare il concetto di automobile per sistemarsi comodamente fra gli oggetti d&rsquo;arte come sostiene lo stesso Manzoni.    Emozione totale  Un po&rsquo; bolide spaziale per missioni speciali e, appunto, gi&agrave; pronto per essere esposto al MoMa o al Guggenheim di New York, un po&rsquo; gioiello di utilizzo quotidiano per pochi privilegiati (499 i fortunati che hanno gi&agrave; esaurito la tiratura limitata) per quanto pensato e realizzato con tutte le accortezze e gli espedienti tecnologici di una monoposto da competizione. E, in fondo, &egrave; proprio questo il fil (inevitabilmente) rouge che unisce tutto il progetto, a cominciare dal nome. Cos&igrave;, dopo Le Ferrari Monza SP1 e SP2, la terza figlia della famiglia Icona nata a Maranello nel 2018, la Daytona SP3, in versione &ldquo;Targa&rdquo; &egrave; profondamente ispirata al mondo degli Sport Prototipi anni &rsquo;60.    E pi&ugrave; specificatamente a quell&rsquo;impresa del 6 febbraio 1967, quando alla 24 Ore di Daytona, il team Ferrari, guidato da un giovane ingegnere di nome Mauro Forghieri, piazz&ograve; tre sue vetture (330 P3/4, 330 P4 e 412 P) ai primi tre posti, con tanto di arrivo in parata, alzando la &ldquo;coppa in faccia&rdquo; a Henry Ford e ai suoi. Insomma, la vendetta del patron Enzo dopo lo &ldquo;schiaffo&rdquo; patito a Le Mans l&rsquo;anno precedente.  E non ci poteva essere migliore location che quella del Mugello - dove sono in corso le finali Mondiali Ferrari - per condensare un simile concentrato di emozioni.  Oggetto d&#39;arte  &quot;Pensate - ha raccontato Enrico Galliera, direttore Marketing Ferrari - che in questa settimana abbiamo fatto vedere la vettura ai nostri 300 clienti selezionati del programma Icona e abbiamo visto persone piangere dall&rsquo;emozione. Non ce l&rsquo;aspettavamo nemmeno noi. La parola pi&ugrave; ricorrente era &ldquo;speachness&rdquo;, cio&egrave; senza parole&quot;.  E il colpo che arriva alle sinapsi del cervello attraverso gli occhi quando scoprono l&rsquo;ultima creatura del Cavallino Rampante a Villa Cosa, gioiello dell&rsquo;800 fiorentino, &egrave; davvero forte. Una sintesi perfetta di epoche diverse, lontane e, appunto, vicine. &quot;Per una volta - ha spiegato Manzoni - abbiamo avuto carta bianca, liberi da vincoli, dando priorit&agrave; al design. E per noi &egrave; stato godimento puro, proprio perch&eacute; volevamo realizzare qualcosa che andasse al di l&agrave; dell&rsquo;essere un&rsquo;automobile. Se la Ferrari Roma &egrave; una F.1 in abito da sera, questa &egrave; un oggetto d&rsquo;arte. Ci sono molto affezionato, forse &egrave; la pi&ugrave; bella di sempre&quot;. Concordiamo.    Approccio modernista  Anche perch&eacute; la missione &egrave; riuscita alla perfezione. Grazie all&rsquo;approccio modernista, alla reinterpretazione tecnologica del passato, della storia, piuttosto che al semplice rifacimento retr&ograve;. E cos&igrave;, ecco Daytrona SP3 stupire con quei possenti e sensuali parafanghi anteriori, quasi sostenuti dalla griglia dove all&rsquo;estremit&agrave; spiccano due ali ben mimetizzate (tipo quelle delle MotoGP), elementi integrati per canalizzare l&rsquo;aria. La cabina racing decisamente ribassata, come in una sorta di aviogetto, incastonata nella vettura con il posteriore che d&agrave; la sensazione di essere un carrello agganciato. E che carrello! Con quelle sciancrature delle fiancata accentuate dai radiatori laterali, definiti camini, continuazione razionale delle prese d&rsquo;aria anteriori, che come due narici, trovano nel geniale sportello ad alzata laterale il canale di sfogo che porta il flusso d&rsquo;aria fino ai radiatori stessi fino all&rsquo;evidente &ldquo;muscolarizzazione&rdquo; delle fiancate. Tutto funzionale a un&rsquo;aerodinamica integralmente passiva, privo com&rsquo;&egrave; di elementi attivi, che si completa con lo spoiler e il possente posteriore capace di esprime tensione totale e dinamismo, il terminale di un capolavoro nel capolavoro. Con quelle lamelle che fanno quasi griglia elegante e dove dopo la prima &egrave; stato sistemato con una sottile linea di Led a tutta larghezza il gruppo ottico posteriore. Un artificio che nell&rsquo;anteriore si esprime con una sorta di &ldquo;palpebra&rdquo; che nella parte sottostante diventa sede ideale delle luci anteriori.  Sdraiati alla guida  Negli interni della Ferrari Daytona SP3 siamo di fronte a scelte estetiche proporzionate, con la cabina che &egrave; una cellula unica, pensata come un drappo appoggiato sul telaio e in grado di prenderne le sue forme, la plancia &egrave; da aereo e regala una grande sensazione di accoglienza, decisamente avvolgente. Un cockpit cos&igrave; congegnato &egrave; fisso, non si sposta: le regolazioni dell&rsquo;assetto di guida dipendono infatti dalla pedaliera che avanza e arretra e dal volante. Di fatto, si guida quasi sdraiati, con l&rsquo;asfalto non troppo lontano, ma il comfort sembra totale anche in un&rsquo;altezza ridotta ai minimi termini, portata addirittura a 1.142 mm.  Il display curvo &egrave; quello di ultima generazione da 16 pollici con l&rsquo;&rsquo;80% delle funzioni gestibili dal volante. Il portabagagli praticamente &egrave; inesistente, quel poco spazio di cui dispone &egrave; infatti riservato alla capote di emergenza in tela. Quella originale &egrave; rigida, in fibra di carbonio ma si deve mettere o togliere all&rsquo;occorrenza, non entra nell&rsquo;apposito vano. Gli pneumatici? Pirelli PZero Corsa.  V12 da urlo  L&rsquo;aspetto tecnico, per una volta messo in secondo piano rispetto al design, parla una lingua conosciuta a Maranello. &Egrave; quella del V12 (di 65&deg;) sistemato in posizione posteriore-centrale da 6,5 litri, 840 cv e 729 Nm di coppia massima gi&agrave; visto sulla 812 Competizione, con il suo 129 cv/litro da record. Il pi&ugrave; potente del genere mai realizzato a Maranello. Un gioiello che garantisce 2&rdquo;85 nello 0-100 km/h, 7&rdquo;4 nello 0-200 km/h, 340 km/h di velocit&agrave; massima e tutto allo stupefacente regime di giri che tocca quota 9.500, in grado di far sorridere gli appassionati del genere con il suo sound inconfondibile. &quot;Per arrivare cos&igrave; in alto - spiega Michael Leiters, Chief technology officer di Ferrari - abbiamo dovuto generare un profilo delle canne di aspirazione adeguato, particolarmente aggressivo, e poi lavorare molto sugli scarichi per efficientare la combustione. E questo ci ha consentito di trovare equilibrio, bilanciamento tra anteriore e posteriore. Con l&rsquo;aria aspirata dal fondo e poi espulsa dai due camini che viene &ldquo;pulita&rdquo; dallo spoiler posteriore&quot;.  Contaminazioni  L&rsquo;architettura della Daytona SP3, arriva dalla supercar ibrida LaFerrari ed &egrave; realizzata in materiali compositi provenienti dalla Formula 1. Non a caso, l&rsquo;ultimo capolavoro di Maranello &egrave; leggerissimo, con il peso totale della vettura che non supera i 1.485 kg. Alcuni materiali utilizzati sono addirittura compositi di derivazione aeronautica, coma la fibra di carbonio T800, mentre il kevlar &egrave; usato nelle parti pi&ugrave; bisognose di protezioni e resistenza.  Gi&agrave; esaurite  La Daytona SP3 verr&agrave; prodotta in tiratura limitata, appena 499 pezzi, tutti gi&agrave; piazzati alla cifra (per l&rsquo;Italia) di 2 milioni di euro (iva compresa). La produzione inizier&agrave; entro fine anno e le prime consegne dovrebbero essere fatte a fine 2022 per proseguire per tutto il successivo biennio. Le opere d&rsquo;arte, come certe vetture, si fanno aspettare. E pagare. L&#39;altra notizia &egrave; che non sar&agrave; mai elettrica.   

La nuova serie limitata del Cavallino Rampante &egrave; ispirata alle storiche Rosse che hanno corso nella categoria Sport Prototipi negli anni &rsquo;60. Solo 499 esemplari, tutti venduti, a due milioni di euro

Ferrari Daytona SP3, Icona da favola

        &Egrave; una Ferrari 250 GT Cabriolet Pinin Farina davvero particolare quella proposta in vendita dalla casa d'aste RM Sotheby's. Ventritreesimo sui quaranta esemplari realizzati, questa scoperta del Cavallino Rampante abbina una livrea nera a interni di un particolare colore turchese. Dotata di meccanica originale (&egrave; una delle poche vetture di questa serie ad avere i numeri di motore, cambio e assale corrispondenti) questa 250 GT ha attraversato i decenni passando di mano innumerevoli volte, e oggi cerca un nuovo proprietario. Ferrari 575 GTC all'asta in Francia, l'ultima delle 12 mai realizzate  Ferrari 250 GT Cabriolet, la sua lunga storia La Ferrari 250 &egrave; uno dei modelli pi&ugrave; iconici, nonch&eacute; tra i pi&ugrave; costosi, del Cavallino Rampante. Non &egrave; raro infatti che esemplari di questa vettura vengano battuti all'asta per cifre da capogiro, che hanno raggiunto, come nel caso di una GTO del '63, la cifra record di 48,4 milioni di euro. La Ferrari 250 messa in vendita in questi giorni da RM Sotheby's &egrave; decisamente pi&ugrave; economica, ma comunque alla portata di pochissimi. La GT Cabriolet Pinin Farina del 1958 &egrave; infatti proposta dalla famosa casa d'aste con un valore stimato tra 5,5 e 7 milioni di euro. La vettura, nei suoi 63 anni di vita, ha cambiato diverse volte propriet&agrave; e &ldquo;pelle&rdquo;. Quando usc&igrave; dagli stabilimenti di Maranello, infatti, la 250 era di colore bianco, con interni in un caratteristico colore turchese. Il primo proprietario, residente a Lodi, la acquist&ograve; per 5,7 milioni di lire dell'epoca. Ma la GT Cabriolet era destinata a viaggiare molto, cos&igrave; nel 1960 l'auto trov&ograve; un secondo proprietario a Milano, e poi un terzo e un quarto in Francia. Tra gli anni '80 e '90 la Ferrari fece letteralmente il giro del mondo, tra Inghilterra, Francia, Belgio e Stati Uniti, per poi entrare a far parte, nel 2007, della Collezione Guikas. Infine, l'auto &egrave; tornata in Europa per essere restaurata, e ora &egrave; di nuovo in vendita. Ferrari BR20, esemplare unico ispirato alle V12 anni Sessanta All'asta con il suo motore originale La storia di questa 250 GT Cabriolet Pinin Farina &egrave; stata travagliata anche dal punto di vista tecnico. Come detto, la vettura era in origine di colore bianco, ma poi &egrave; stata riverniciata nel 1975 in rosso con interni neri. Nel corso dell'ultimo recente restauro la carrozzeria &egrave; stata nuovamente ridipinta nell'attuale nero, mentre gli interni sono stati riportati al turchese originale. Per quanto riguarda il comparto meccanico, la prima modifica importante venne effettuata nel '64, con la sostituzione dei freni a tamburo con quelli a disco. Discorso pi&ugrave; complesso per il motore: nel 1971 si registr&ograve; un guasto al 12 cilindri, che venne sostituito con quello di una 250 GT "Tour de France". A seguito di una ulteriore sostituzione, avvenuta nel 2007, nel 2017 la Cabriolet Pinin Farina &egrave; stata finalmente riunita al suo propulsore originale, siglato 0849 GT. Tutta la documentazione relativa ai numerosi passaggi di propriet&agrave; e cambi di motore verr&agrave; fornita al nuovo proprietario. La Ferrari 250 GT Pinin Farina sta ora aspettando, infatti, di aggiungere un nuovo capitolo alla sua lunghissima storia. Ferrari 812 Competizione, perfezione fatta V12 alla prova       

Una Ferrari 250 GT Cabriolet Pinin Farina dalla lunga e travagliata storia &egrave; in vendita presso la casa d'aste RM Sotheby's

Ferrari 250 GT Cabriolet Pinin Farina, all'asta a un prezzo milionario

Aspettando la prossima Icona, che celebrer&agrave; la 330 SP4, a Maranello si celebra la passione dei clienti, di un cliente. Passione, sotto forma di one off della divisione Ferrari Progetti Speciali. Da l&igrave; nasce Ferrari BR20. Si parte da lontano, dalla GTC4Lusso V12, dal 6.2 litri da 690 cavalli, dalla trazione quattro ruote motrici, per andare in tutt&#39;altra direzione.  Si segue il filone dello stile classico, l&#39;eleganza delle Ferrari anni &#39;50 e &#39;60, delle V12 come la 500 Superfast e della 410SA. Ispirazioni che appaiono evidenti nella lavorazione del tre quarti posteriore.  LEGGI ANCHE - Ferrari 812 Competizione, perfezione fatta V12 alla prova  Non solo l&igrave; si &egrave; concentrato il lavoro dei tecnici, a lavorare da vicino con il committente, verosimilmente le iniziali di quest&#39;ultimo nella sigla BR.    Oltre la GTC per una coda fastback  Cambia profondamente la base GTC4Lusso, poich&eacute; la linea del tetto si abbassa e scrive una coda fastback, su una lunghezza 7 centimetri pi&ugrave; estesa di quando non faccia la 2+2, extra riprodotto tutto in coda. Ecco, Ferrari BR20 &egrave; una due posti secca, al posto dei sedili posteriori &egrave; stata riprodotta una panchetta, rivestita in pelle, tonalit&agrave; di marrone che si fondono agi inserti in rovere e carbonio, colori Heritage Testa di Moro e cuciture color argento.  I dettagli che contano  Fuori, la rilettura degli interni ha permesso di scrivere una linea del tetto molto pi&ugrave; fluida e bassa, trattata da una colorazione nera a contrasto che lega parabrezza e lunotto, in una leggerezza visiva pregevole. Sono dettagli a s&eacute;, ancor pi&ugrave; dell&#39;esemplare nel suo insieme, a raccontare la specificit&agrave; del modello. Il lunotto &egrave; sollevato dai lamierati, i montanti posteriori diventano quasi dei tiranti a collegare arco del tetto e volume posteriore, con tanto di ponte creato sui passaruota.&nbsp;  La coda della Ferrari BR20 propone una chiusura affusolata, ispirata parecchio alla 500 Superfast nel modo in cui la carrozzeria si stringe dietro le ruote posteriori verso la fascia dei fanali. Modernit&agrave; (leggi le prospettive dell&#39;a.d. Vigna sull&#39;elettrificazione) e classicismo, spiegano in Ferrari, per questa one-off.&nbsp;  Il caldo color cuoio e la modernit&agrave; del carbonio  Modernit&agrave; che &egrave; espressa appieno su un rontale dai fari ben integrati, mentre le luci diurne a led, su una sorta di lama in carbonio a percorrere l&#39;intera griglia, ripetono un po&#39; l&#39;idea dei semi paraurti cromati delle Ferrari del passato.&nbsp;  LEGGI ANCHE - All&#39;asta la 250 GT Berlinetta, cifre da capogiro  L&#39;abitacolo, ancora, fa un tuffo indietro nel tempo, i colori e sfumature di marrone richiamano il cuoio, per degli interni che alternano le lavorazioni in alluminio e la fibra di carbonio. 

L&#39;ultima opera della divisione Progetti Speciali si rif&agrave; ai modelli V12 del passato, richiami evidenti in alcuni dettagli di stile traslati su una base Ferrari GTC4Lusso, che diventa altro, a partire dalla carrozzeria e gli interni

Ferrari BR20, esemplare unico ispirato alle V12 anni Sessanta

L&rsquo;urlo del V12, vera e propria musica per le orecchie degli appassionati, continua per fortuna a farsi sentire anche fuori dalle sale di prova a Maranello. L&rsquo;ultima della serie a utilizzare un motore che la Ferrari vuol continuare a produrre finch&eacute; sar&agrave; possibile &egrave; la 812 Competizione. Derivata dalla 812 Superfast, monta il V12 aspirato di produzione pi&ugrave; potente della storia della Ferrari. Siglato 140HB, ha una cilindrata di 6495 cm3 e una potenza di 830 cavalli allo strepitoso regime di 9250 giri, esattamente 250 prima dell&rsquo;entrata in funzione del limitatore. La potenza specifica &egrave; di 128 cv/litro, con una coppia motrice che raggiunge il suo vertice a 7000 giri con 692 Nm ma che &egrave; disponibile all&rsquo;80% gi&agrave; a 2500 giri.    Fibra di carbonio e segni particolari  La 812 Competizione so distingue per molti particolari, cominciando dalla banda in fibra di carbonio che attraversa il cofano e serve a gestire flussi dell&rsquo;aria il cui percorso &egrave; stato minuziosamente studiato. Ogni particolare della carrozzeria e del fondo ha una funzione aerodinamica e, a tale scopo, il lunotto posteriore in vetro &egrave; stato sostituito da un pannello apribile che monta dei deviatori di flusso. Alleggerita al massimo, la pi&ugrave; recente Ferrari ha un peso minimo limitato sino a 1487 kg con gli optional dedicati. A bordo si notano pannelli in fibra di carbonio nelle porte e ampie finiture nello stesso materiale nella plancia e nel tunnel centrale. La vettura &egrave; realizzata in una tiratura limitata, con 1098 esemplari che hanno gi&agrave; trovato un acquirente. La versione coup&eacute; era in vendita a partire da 499.000 euro e sar&agrave; realizzata in un contingente di 599 esemplari. La Targa parte da 579.000 euro e andr&agrave; a 499 affezionati clienti del cavallino rampante.  La prova in pista  Guidata in pista a Fiorano, la 812 Competizione &egrave; semplicemente entusiasmante non solo per le prestazioni, dato che in soli 2&rdquo;85 si toccano i 100 km/h e che in 7&rdquo;5 la lancetta del tachimetro arriva a quota 200. La velocit&agrave; di punta &egrave; di 340 km/h. &Egrave; anche la prima Ferrari ad avere le ruote posteriori sterzanti, oltre ad un avantreno precisissimo nell&rsquo;impostare le traiettorie. Le varie modalit&agrave; di utilizzo della vettura culminano con il &ldquo;CT-Off&rdquo; che esclude i controlli elettronici e permette di ottenere sovrasterzi di potenza ben controllabili e per questo particolarmente divertenti. Il motore ha una spinta quasi inesauribile sino dal basso, con i led sulla parte superiore della corona del volante che annunciano l&rsquo;avvicinarsi dei 9500 giri di entrata in azione del limitatore. Il cambio a doppia frizione a 7 marce permette inserimenti e scalate rapidissimi. L&rsquo;ultimo elogio va a un impianto frenante potente sicuro e tetragono agli sforzi della guida in circuito.  La prova completa &egrave; sul prossimo numero di Auto in edicola 

La massima espressione del V12, simbolo della Ferrari, trova applicazione sotto il cofano della 812 Competzione, la versione estrema della 812 Superfast. Il propulsore tocca gli 830 cavalli, che abbiamo sentito urlare tutti nella nostra prova a Fiorano

Ferrari 812 Competizione, perfezione fatta V12 alla prova

La polizia dei Paesi Bassi ha trovato una Ferrari 812 Superfast abbandonata, durante la notte, e in pessime condizioni. Dopo l&rsquo;impatto, di cui sono ancora da accertare le cause, il conducente e l&rsquo;eventuale passeggero (non &egrave; dato sapere, al momento, quanti fossero a bordo dell&rsquo;auto) se ne sono andati lasciando la supercar al suo triste destino. Questo, per&ograve;, ci dice una cosa importante: nessuno si dovrebbe essere fatto male.  Immagini che spezzano il cuore  Nessuna notizia nemmeno sul perch&eacute; i presenti a bordo se ne siano andati abbandonando la Ferrari 812 Superfast. Tante le ipotesi, ma tutte senza alcun riscontro certo. Adesso tocca alle autorit&agrave; che dovranno risalire al proprietario: un&rsquo;operazione semplice semplice, a meno che la vettura non risulti rubata e a quel punto la faccenda potrebbe complicarsi. Ma cio&egrave; che davvero ci interessa sono le immagini. Come restare impassibili di fronte a tanta devastazione? Resta poco della Ferrari 812 Superfast (di colore grigio), spinta da un V12 aspirato da 6,5 litri in grado di erogare 800 CV, raggiungere oltre 340 km/h di velocit&agrave; massima e scattare da 0 a 100 in 2,9 secondi. Il frontale, le immagini postate su Instagram lo mostrano bene, &egrave; completamente andato: accartocciato, distrutto, devastato. Un po&rsquo; come il cuore degli appassionati che vedono queste foto.    Incidente a Malpensa, una Ferrari distrutta tra i terminal dell&#39;aeroporto   

La supercar di Maranello &egrave; stata ritrovata dalla polizia dei Paesi Bassi, di notte, in condizioni pessime. Nessuna traccia del conducente

Ferrari 812 Superfast e l&rsquo;incidente misterioso: distrutta e abbandonata

        Era ubriaco e sotto gli effetti della cocaina, il facoltoso direttore di un'azienda protagonista di un incidente da brivido al volante di una Ferrari California, da 124mila euro, mentre viaggiava alla velocit&agrave; di 160 km/h circa a Oversley Mill, nel Warwickshire, in Inghilterra. Il fatto &egrave; avvenuto il 23 luglio dello scorso anno, ma &egrave; salito solo adesso alla ribalta delle cronache. Noleggia una Ferrari, ma si schianta poco dopo: violento incidente a Maranello Contro un lampione dopo il pub Darren Turner, 46 anni, si &egrave; messo a guidare con in corpo un livello di tasso alcolemico superiore al doppio del limite consentito dal Codice della Strada. Con la sua supercar ha attraversato una rotatoria e si &egrave; schiantata contro un lampione, prima di finire sulla superstrada A435, mancando di poco un'altra macchina in arrivo. A quanto pare Turner, dopo una visita al pub, si era messo alla guida della California raggiungendo poi la folle velocit&agrave;. La Ferrari, dopo l'incidente, si &egrave; trasformata in un relitto, con la parte posteriore gravemente danneggiata e le ruote deformate. CARCERE E DIVIETO DI GUIDA Portato in ospedale e sottoposto all'etilometro, si &egrave; scoperto anche che in corpo aveva una quantit&agrave; di benzoilecgonina (indicatore di cocaina) nove volte oltre il limite legale. Perlomeno Turner si &egrave; da subito dichiarato colpevole. Ma non &egrave; bastato ammettere le sue responsabilit&agrave; per farla franca: l'uomo &egrave; stato incarcerato per un anno e gli &egrave; stato vietato di guidare per quattro anni e mezzo. In realt&agrave;, Turner aveva delle precedenti condanne, tra cui due per guida in stato di ebbrezza e una per guida pericolosa. Il suo avvocato difensore ha inoltre dichiarato come l'imprenditore avesse comprato la Ferrari quando era ubriaco, in seguito alla rottura del suo matrimonio. Ferrari col botto: semidistrutta una bellissima SF90 Stradale Assetto Fiorano       

La vicenda ha visto protagonista un imprenditore inglese, che ha mandato in fumo la supercar di Maranello, da ben 124mila euro, in un incidente da brividi

Sotto droga e alcol distrugge la Ferrari schiantandosi a 160 km/h: la dinamica è da film horror

&quot;Passione, eccellenza e innovazione in ogni cosa che facciamo&quot;. Cos&igrave;, Benedetto Vigna, nel corso della prima trimestrale da amministratore delegato della Ferrari. Un Q3 che si chiude con numeri solidi, una crescita sui risultati del 2020 descritta dalle 2.750 unit&agrave; consegnate (forte incremento sui mercati americano e Cina continentale), in crescita del 18,9%; una crescita sotto forma di un EBITDA a 371 milioni, ricavi netti oltre il miliardo di euro. Rispetto ai piani, la crisi di&nbsp; approvvigionamento su materie prime e semiconduttori non ha impattato sull&#39;ecosistema Ferrari.  Icona debutto anticipato  Un mondo che va verso la presentazione della nuova Icona, pochi giorni ancora e verr&agrave; svelata quella che attendiamo essere una riedizione ispirata alla Ferrari 330 P4. Gi&agrave; il 16 novembre, con ogni probabilit&agrave;, l&#39;anteprima esclusiva per i clienti Icona SP Monza.  Un progetto che si &egrave; deciso di anticipare nella presentazione al 2021: &quot;Abbiamo deciso il lancio della Icona durante l&#39;anno, prevalentemente perch&eacute; sentivamo un forte desiderio, un bisogno direi dei clienti. Erano cos&igrave;&nbsp; impazienti di avere una nuova Icona che abbiamo sentito la responsabilit&agrave; di soddisfare la loro richieste, per questo abbiamo deciso di anticipare il prossimo lancio&quot;, ha rivelato Benedetto Vigna.  Giugno 2022, l&#39;elettrificazione svelata  Conferme che sono proseguite sul percorso che nel 2022 porter&agrave; alla presentazione del suv Ferrari Purosangue e, nel 2025, alla prima Ferrari elettrica. Una prospettiva, quella sull&#39;elettrificazione, che avr&agrave; nel Capital Market Day del 16 giugno 2022 molti pi&ugrave; contenuti su quel che attende la Rossa, come al 2030 arriver&agrave; all&#39;obiettivo di neutralit&agrave; carboniosa, quali le previsioni sulla ripartizione dei volumi tra tecnologia dei motori termici e ibridi.  &quot;Sono fermamente convinto che le tecnologie siano un modo per creare prodotti unici, in grado di distinguersi, che appaghino i clienti. Adesso stiamo parlando di diversi schemi propulsivi, che usano motori elettrici: &egrave; qualcosa che di certo rappresenta un&#39;opportunit&agrave; per noi.  LEGGI ANCHE - Supercar elettrificate, sfide e potenziale dei motori a flusso assiale  In questi due mesi sono andato nei laboratori e ho passato del tempo con i colleghi, e ho visto davvero qualcosa di interessante, di molto interessante. mi spiace non poter dire di pi&ugrave;&quot;, il commento di Vigna.  Perch&eacute; &egrave; l&#39;uomo giusto per Ferrari  Alla prima uscita - Vigna &egrave; operativo dall&#39;1 settembre -, risultati in mano, dinanzi agli investitori, l&#39;amministratore delegato ha per certi versi &quot;presentato se stesso&quot;: &quot;Tre cose sono convinto di poter portare in Ferrari: posso portare l&#39;esperienza dalla precedente company (STMicroelectronics; ndr), fatta in un ambiente che sta mutendo rapidamente; la seconda, sono stato esposto a un contesto globale, &egrave; un altro contributo che posso portare. Il terzo, lo stile della leadership che mi ha aiutato a guidare il team nella precedente company nell&#39;ottenere i risultati che avete visto pochi giorni fa.   LEGGI ANCHE - RCA obbligatoria sempre, scelta UE senza una motivazione reale  Esperienza internazionale, stile della leadership e capacit&agrave; di gestire scenari in tempi di cambiamento: queste sono le tre cose che credo di poter apportare&quot;. 

L&#39;amministratore delegato ha presentato i risultati del terzo trimestre, alla prima uscita in conference call con gli investitori. Sulle sfide dell&#39;elettrificazione ha anticipato: &quot;Nei laboratori a Maranello, soluzioni all&#39;avanguardia allo studio&quot;

Vigna: &quot;Ferrari Icona dietro l&#39;angolo, l&#39;elettrificazione un&#39;opportunit&agrave;&quot;

        Nell'ultimo anno, di muletti LaFerrari, sulle strade, ne sono apparsi diversi, fino ai mulotipi pi&ugrave; camuffati, come l'ultimo a introdurre la prossima Icona, ispirata alla Ferrari 330 P4. Verr&agrave; presentata a clienti selezionati il prossimo 16 novembre, poi sar&agrave; la volta dell'anteprima pubblica. Ecco, ancora una Ferrari LaFerrari &egrave; stata avvistata dalla videocamera di Varryx, a regalarci una visione stavolta diversa dai precedenti muletti.  Quale sviluppo? Cosa sia oggetto di test, in questa fase, resta un mistero. Per certi rumours potrebbe trattarsi una sovralimentazione allo studio, per la prossima generazione di hypercar.&nbsp;Pi&ugrave; semplicemente, altri test funzionali sul powertrain della Icona F251. A tornare in strada &egrave; il mulotipo di un anno fa, solo con una diversa livrea, tutta nera. Rispetto a quel test del novembre 2020, mancano gli sticker che segnalano le attenzioni alla componente elettrificata del powertrain. Il dettaglio, oggi come allora, che si fa notare maggiormente &egrave; la gestione delle masse radianti e dell'afflusso d'aria completamente diverso se paragonato alla LaFerrari. Carrozzeria pi&ugrave; chiusa Dall'avantreno, con la griglia inferiore ridisegnata e gli sfoghi superiori, sul cofano, chiusi, proseguendo con la parzializzazione delle prese laterali, fino alla chiusura completa delle canalizzazioni sui passaruota posteriori. &Egrave; evidente come l'unit&agrave; motrice oggetto del test, sul muletto, abbia esigenze di raffreddamento sostanzialmente diverse dal V12 aspirato abbinato all'ibrido che conosciamo.&nbsp; Al retrotreno, un dettaglio inedito, ma facilmente oggetto di "distrazione", nel senso che potrebbero essere elementi posticci, sono i terminali di scarico rivolti verso l'alto, in una fascia che nella zona superiore conferma la soluzione di scarico che apparsa sul multotipo della Icona progetto F251. Ancora un particolare legato alla configurazione di raffreddamento, la presenza di un lunotto accorciato e di un "cassettino" alla base nel quale confluiscono i flussi d'aria che corrono nella parte superiore della hypercar.&nbsp;       

Le specifiche sono del tutto simili al mulotipo avvistato nel novembre 2020, tra ridotte esigenze di raffreddamento ma con l'assenza degli sticker della componente ibrida. Ancora in prova i sistemi della futura Icona F251?

Ferrari, riecco il muletto LaFerrari su strada

La Ferrari SF90 Stradale l&rsquo;abbiamo gi&agrave; vista e provata, ma qui siamo davanti a qualcosa di ancora pi&ugrave; unico. La versione Spider, infatti, permette di vivere l&rsquo;esperienza di guida in maniera totalizzante, avvolti dall&rsquo;abbraccio del vento e, soprattutto, della sinfonia del V8 che canta alle spalle de, pilota.  Ferrari SF90 Stradale, il bello della Spider  La carica di 1000 cavalli  Ma c&rsquo;&egrave; anche altro. La versione della nostra prova &egrave; la &ldquo;Assetto Fiorano&rdquo;, quella appuntita da un assetto pi&ugrave; rigido, che chiama cordoli e pista e la rende pi&ugrave; fulminea nelle reazioni&hellip; per quanto quella &ldquo;normale&rdquo; &egrave; tutt&rsquo;altro che tranquilla.  Ma come si gestiscono i 1000 cavalli della belva di Maranello? L&rsquo;elettronica aiuta molto perch&eacute; la gestione del motopropulsore permette di portarla a spasso con un filo di gas, ma quando si decide di affondare il pedale, la musica cambia e la potenza di fuoco si sente tutta. E qui interviene il gran lavoro fatto sul telaio, da parte dei tecnici di Maranello, che garantisce una tenuta di strada ottima in ogni condizione di guida  Non vi resta che guardare il video a cura di Arturo Rizzoli  Le foto della nostra prova della Ferrari SF90 Stradale Spider    Guarda qui il video   

1000 cavalli sentiti e vissuti in pieno. Questo &egrave; l&#39;effetto che fa su strada la Ferrari SF90 Stradale Spider, prima plug-in di Maranello che nella versione scoperta &egrave; una generatrice di emozioni amplificate alla massima potenza

Ferrari SF90 Stradale Spider, una &quot;scoperta&quot; da 1000 cavalli

        Sulla scena dell'auto elettrica, la Ferrari, sar&agrave; presente con un'interpretazione propria di supercar a zero emissioni. Si far&agrave; in futuro ma non potr&agrave; spostare totalmente l'essenza del Cavallino rampante. Una Ferrari elettrica, s&igrave;; una Ferrari solo elettrica, no. Cos&igrave;, richiamando le parole di John Elkann dello scorso febbraio, in occasione della presentazione della trimestrale della casa di Maranello. John Elkann torna a parlare delle sfide tecnologiche che attendono il mondo dell'auto e lo fa sul palco della "Italian Tech Week", dalle Ogr di Torino, in uno scambio di battute con Elon Musk. Autopilot Tesla tutto sulla Vision Tesla spinge forte i limiti del suo sistema Autopilot, che &egrave; diventato Tesla Vision e fa riferimento esclusivamente alle camere per analizzare l'ambiente intorno al veicolo e attuare l'automazione. Quella che &egrave; formalmente una soluzione di Livello 2, si &egrave; arricchita di contenuti assimilabili al Livello 3, arrivando al Full Self Driving. Autopilot che si &egrave; mosso sempre sul sottile equilibrio tra termini tra loro diversissimi, del concetto di assistenza alla guida e guida autonoma.&nbsp; Ferrari, l'esperienza &egrave; tutto Dall'altra parte c'&egrave; un Elkann che &egrave; presidente della Ferrari, il simbolo dell'emozione assoluta alla guida, in prima persona, non filtrata da automatismi che azzerano il coinvolgimento umano nel rapporto con il mezzo a motore. Vedremo mai una Ferrari a guida autonoma, chiedono a Elkann? "Sarebbe triste, lo scopo di una Ferrari &egrave; essere guidata. In un mondo che va verso le auto autonome, la possibilit&agrave; di guidare ancora avr&agrave; un valore crescente, un po' come andare a cavallo oggi". E la rappresentazione &egrave; colta da Musk: "D'altra parte, il cavallino &egrave; nel vostro logo".       

Se l'elettrico sar&agrave; una sfida tecnologica che la Ferrari accoglier&agrave;, non pu&ograve; dirsi altrettanto per la guida autonoma, che svuota di significato l'esperienza del guidare e le emozioni legate alle prestazioni

Elkann: "Una Ferrari a guida autonoma? Guidare avrà un valore crescente"

        A seguire il conto alla rovescia indicato dai rumours, siamo a 2 mesi dalla presentazione di una nuova Ferrari Icona. Dopo le opere d'arte SP1 e SP2 Monza, il Centro stile diretto da Flavio Manzoni seguir&agrave; altre soluzioni architettoniche per le superfici del progetto F251.&nbsp; &Egrave; attesa a ridosso delle Finali Mondiali Ferrari 2021, che si terranno al Mugello, tra il 16 e il 22 novembre prossimo, la Ferrari Icona derivata dalla scocca della LaFerrari. Sar&agrave; l'architettura, in fibra di carbonio, sulla quale verranno cesellate linee che le indiscrezioni vorrebbero ispirate dalla Ferrari 330 P4.&nbsp; Dai muletti a una rarit&agrave; Nell'ultimo anno, spesso sono apparsi su strada muletti di sviluppo de LaFerrari, in configurazioni tra loro differenti. Alcune con un sistema ibrido, altre prive dei cablaggi tipici della componente elettrica ad alta tensione. Alcuni con terminali di scarico convenzionali e altri con scarichi accentrati, in alto. Da quest'ultimo muletto si proceder&agrave; verso la Icona F251, sigla di progetto che nasconde interessanti soluzioni tecniche. V12 aspirato e senza ibrido Avr&agrave; un motore esclusivamente termico, niente ibrido da 163 cavalli e 120 kg de LaFerrari. Sar&agrave; il motore V12 aspirato evoluzione, presentato su Ferrari 812 Competizione, a essere il protagonista assoluto. Un'unit&agrave; che sappiamo quanto sia stata sviluppata a fondo, rispetto al 6.5 litri gi&agrave; della F12 Berlinetta. Un'unit&agrave; che potrebbe ricevere ancora una manciata di cavalli nell'applicazione sulla prossima Icona. L'eliminazione della componente elettrica, dal motogeneratore all'elettronica di potenza, fino alla batteria, consentir&agrave; di risparmiare oltre 100 kg dal solo comparto propulsivo. Motore con indizi di futuro? Uno dei dettagli che sono apparsi sui muletti, molto diversi dall'installazione classica de LaFerrari Aperta, sono gli specchietti, spostati in posizione avanzata, sui passaruota. Sar&agrave; interessante scoprire se, sul V12 aspirato da 6.5 litri, verr&agrave; introdotta la soluzione della precamera di combustione, della quale da tempo sappiamo della registrazione del brevetto e immaginata per una futura generazione di 12 cilindri - applicata anche da Maserati sul V6 Nettuno -, in grado di ottimizzare prestazioni ed emissioni inquinanti.&nbsp; Novembre non &egrave; distante: meno 60, meno 59, meno 58, meno 57...&nbsp;       

A Maranello si lavora a una specialissima che potrebbe essere ispirata alla Ferrari 330 P4. La tecnica de LaFerrari nella scocca in carbonio, il motore della 812 Competizione con cambio DCT 8 marce. Ecco cosa dicono i rumours

Ferrari Icona, a novembre la novità F251 su base LaFerrari

        Tutti gli appassionati, ma probabilmente anchi chi non lo &egrave;, sanno com'&egrave; nato e a cosa &egrave; ispirato il logo Ferrari. Il Cavallino Rampante che Enzo ricevette in dono, secondo leggenda, dalla contessa Paolina Bianconi, madre del pilota di aerei da guerra Francesco Baracca, asso della Prima Guerra Mondiale. Il Cavallino Rampante di Baracca adornava l'aeroplano SPAD S. XIII; dopo la scomparsa del pilota, la contessa don&ograve; quel disegno proprio al giovanissimo Enzo Ferrari, dicendogli che gli avrebbe portato fortuna. LAPO ELKANN SVELA GLI ORDINI DI ENZO FERRARI Ma quali sono le modifiche apportate dal Drake al logo originario di Baracca? A rispondere alla domanda ci ha pensato Lapo Elkann, che su Twitter ha rivelato come andarono le cose. Enzo Ferrari ordin&ograve; al team della O.M.E.A.: "Ispiratevi a Baracca". O.M.E.A. allora consegn&ograve; al Drake un primo disegno, su cui il modenese appunt&ograve; alcune modifiche, come la coda che "doveva volare", il cavallo che "doveva guardare a sinistra!" e il logo che doveva "essere rettangolare". Ferrari California Sypder, il Revival firmato da GTO Engineering Il colore del cavallo rimase nero, proprio come quello di Baracca, e Ferrari vi fece aggiungere lo sfondo giallo (colore della citt&agrave; di Modena) e il tricolore italiano. Fu cos&igrave; che nache il logo Ferrari. Fu cos&igrave; che nacque la leggenda.  Drake ai ragazzi dell'O.M.E.A. disse: "ispiratevi a Baracca" (asso della aeronautica italiana). E gli disegnarono questo. Drake rispose: &ldquo;La coda deve volare! il cavallo deve guardare a sinistra! Il logo deve essere rettangolare!&rdquo; Nacque cos&igrave; il logo della Ferrari. pic.twitter.com/KYr7vb7Pv7 &mdash; Lapo Elkann (@lapoelkann_) September 16, 2021          

I dettagli di come il Drake commission&ograve; il disegno originario del pilota Francesco Baracca al team della O.M.E.A., da cui nascer&agrave; il simbolo della leggenda dell'automobilismo

Ferrari, Lapo Elkann svela come nacque il logo del Cavallino Rampante

        Dopo la coup&eacute;, ecco la versione a cielo aperto. Novitec lancia la sua reinterpretazione in chiave estrema della Ferrari F8 Spider. Profondamente rivista sia nella meccanica, porta la potenza del V8 biturbo oltre la soglia degli 800 cavalli, e fa crescere le gi&agrave; esaltanti prestazioni della scoperta di Maranello. Senza naturalmente dimenticare il design, che &egrave; stato reso pi&ugrave; aggressivo che mai dalle numerose componenti in fibra di carbonio. Il tutto condito da un nuovo impianto di scarico in Inconel, che rende la colonna sonora di questa Rossa pi&ugrave; Ferrari SF90 Stradale by Novitec: cattiva e personalizzabile cattiva che mai.  Ferrari F8 Spider, potenza da record Novitec, pur essendo un'azienda tedesca, ha sempre mostrato una grande predilizione nei confronti delle sportive italiane. Soprattutto Ferrari, i cui modelli recenti sono quasi tutti stati oggetto di un tuning che ne ha esaltato design e prestazioni. L'ultima vettura di Maranello a essere passata per le mani del tuner &egrave; la F8 Spider, versione scoperta della F8 Tributo, e che nella sua versione standard eroga 720 cavalli e 770 Nm di coppia. Numeri che sono aumentati sensibilmente grazie a Novitec, che ha rivisitato il V8 da 3,9 litri emiliano portando la potenza a quota 802 cavalli e la coppia a 898 Nm. Un incremento di oltre il 10% ottenuto agendo principalmente sulla gestione elettronica tramita il modulo N-Tronic, capace di gestire in maniera specifica pressione di alimentazione, iniezione e accensione. Le prestazioni crescono di conseguenza: se la F8 Spider che esce dai cancelli di Maranello accelera da 0 a 100 in 2&rdquo;9, quella di Novitec ne impiega appena 2&rdquo;6. Per la creazione di Novitec, inoltre, sono sufficienti 7&rdquo;8 per passare da 0 a 200 (- 0&rdquo;4), mentre la velocit&agrave; massima resta invariata a 340 km/h. Ferrari 812 GTS by Novitec, potenza e personalizzazione Aggressivit&agrave; e sound con il tuning di Novitec Esternamente, il tuner tedesco ha lavorato parallelamente su stile e funzionalit&agrave;, in modo da donare alla spider italiana tanto un design pi&ugrave; aggressivo possibile, quanto migliori aerodinamica e raffreddamento. La maggior parte delle componenti &egrave; realizzata in fibra di carbonio, a partire dallo splitter anteriore, arrivando all'ala posteriore e passando per copertura del motore, specchietti e diffusore. Specifici anche i cerchi in lega, da 21&rdquo; davanti e 22&rdquo; dietro (255/30 ZR 21 e 335/25 ZR 22 le misure). Oltre a sospensioni, Novitec ha agito anche sullo scarico, sostituendo l'impianto originale con uno capace di dare all'auto una voce ancora pi&ugrave; intensa rispetto alla Ferrari standard. Lo scarico &egrave; realizzato in Inconel, un materiale particolarmente leggero e resistente che il tuner propone anche con placcatura in oro 999. Nessuna informazione &egrave; stata rilasciata sul costo delle modifiche, che viene comunicato direttamente da Novitec ai clienti interessati. Di sicuro, vanno messi gli almeno 262mila euro necessari per comprare la Ferrari F8 Spider &ldquo;base&rdquo;. Ferrari F8XX by Mansory: quando la F8 di serie non basta pi&ugrave;       

Il tuner tedesco Novitec ha rivisitato la Ferrari F8 Spider. Che adesso vanta oltre 800 cavalli di potenza e design pi&ugrave; aggressivo che mai&nbsp;

Ferrari F8 Spider, con Novitec supera quota 800 cavalli

        Dalla Gran Bretagna arriva una nuova vita per Ferrari 250 SWB (acronimo di Short Whellbase, passo corto)&nbsp; grazie a un restomod speciale di RML Group. La RML Short Wheelbase sar&agrave; realizzata in 30 esemplari.  Una piccola serie, che mantiene le forme del modello originale, con un &ldquo;cuore&rdquo; pi&ugrave; moderno, ovvero il possente V12 della Ferrari 550 Maranello, cilindrata di 5.5 litri e potenza di 485 cavalli. Ogni propulsore, prima della installazione sar&agrave; ricondizionato (proveniente da modelli usati) e testato al banco. Le trenta RML SWB arriveranno sul mercato il prossimo anno. Lo stile di fatto &egrave; rimasto intatto, l&rsquo;adozione di pannelli in fibra di carbonio rende la vettura pi&ugrave; leggera: anche l&rsquo;aerodinamica &egrave; stata curata nei dettagli, per migliorare i flussi d&rsquo;aria nel raffreddamento e la stabilit&agrave; alle alte velocit&agrave;. Arriva ai trecento Perch&eacute; le prestazioni di ci sono: il dodici cilindri, abbinato al cambio manuale a sei marce, incastonato in un tipica griglia che richiama quelle classiche di Ferrari, permette 300 km/h di velocit&agrave; massima e un&rsquo;accelerazione da 0 a 100 km/h in 4 secondi. Il propulsore dispone di scarico e radiatori specifici. Aggiornati anche gli interni, con l&rsquo;aggiunta della climatizzazione: ma l&rsquo;atmosfera resta classica. Leggi ora: Ferrari SP48 Unica, le prime informazioni sulla nuova Special Project di Maranello&nbsp;        

Trenta esemplari, spinto dal V12 da 485 cavalli della 550 Maranello

RML SWB, restomod speciale della Ferrari 250 SWB

        Spesso, anche quando si guidano bolidi da oltre 350 km/h, le insidie maggiori sono quelle che si nascondono nel traffico. Lo ha imparato a sue spese il proprietario di una Ferrari SF90 Stradale Assetto Fiorano (qui la nostra prova in pista), la pi&ugrave; potente tra le supercar ibride del Cavallino Rampante, protagonista di un incidente che ha distrutto parte della vettura. Il sinistro &egrave; avvenuto a Ventimiglia, in Liguria, con una dinamica ancora da chiarire. Le immagini della supercar semidistrutta sono poi diventate virali, facendo il giro del mondo in poche ore. Aston Martin Valhalla vs Ferrari SF90 Stradale, numeri a confronto  Ferrari SF90, semidistrutta a Ventimiglia La Ferrari SF90 Stradale &egrave; uno dei modelli pi&ugrave; esclusivi della gamma del Cavallino Rampante. Lanciata due anni fa per celebrare i 90 anni della Scuderia di Maranello (tanto che condivide il nome con la monoposto di Formula 1 del 2019) questa vettura &egrave; attualmente la pi&ugrave; potente della Casa emiliana con i suoi 1.000 cavalli, e anche la pi&ugrave; costosa, con un prezzo di listino di ben 430mila euro. Prezzo che lievita di ulteriori 50mila euro per la versione Assetto Fiorano, caratterizzata da una configurazione ancora pi&ugrave; racing e sportiva. Ed &egrave; proprio questa esclusiva versione che &egrave; stata protagonista di un rovinoso incidente per le strade di Ventimiglia, in Liguria, a pochi chilometri dal confine francese. La supercar ibrida di Maranello &egrave; stata &ldquo;paparazzata&rdquo; poco dopo il sinistro, dal quale &egrave; uscita con vistosi danni nella parte anteriore e alla fiancata destra. In particolare, la ruota posteriore appare completamente fuori asse, lasciando pensare che l'impatto sia stato piuttosto violento. Ferrari SF90 Stradale by Novitec: cattiva e personalizzabile Dinamica dell'incidente da chiarire Sebbene siano in circolazione foto e video della vettura incidentata (diventati virale in poche ore) non &egrave; ancora stata chiarita la dinamica dell'incidente. A quanto pare infatti non sono stati coinvolti altri veicoli nell'incidente, che probabilmente ha visto le Ferrari sbattere contro un muretto. Il guidatore della SF90, dotata peraltro della targa prova in dotazione alla Casa di Maranello, potrebbe quindi aver perso il controllo da solo, o aver reagito per evitare di colpire un pedone o un altro mezzo. In ogni caso, fortunatamente, sembra che nessuno abbia riportato conseguenze fisiche. A parte ovviamente la Ferrari.        

Un esemplare della Ferrari SF90 Stradale protagonista di un rovinoso incidente a Ventimiglia, in Liguria. Sui social subito virali le immagini della supercar semidistrutta

Ferrari col botto: semidistrutta una bellissima SF90 Stradale Assetto Fiorano

        "Fumo una mela rossa, rossa come il Ferrari che avr&ograve;". Era il 2018, e Achille Lauro pronunciava questa frase in Purple Rain, canzone contenuta nel suo quarto album, Pour l'amour. L'artista romano all'epoca era gi&agrave; famoso nell'ambiente hip-hop, poi un anno dopo arriver&agrave; la svolta di Sanremo e la sua vita artistica cambier&agrave; per sempre. Ma quella frase scritta quattro anni fa, oggi, sembra quasi una premonizione. Perch&eacute; Lauro ha presentato ai suoi fan, tramite alcuni scatti sui social, la sua nuova auto: una Ferrari 488 GTB.  I FAN FESTEGGIANO LA FERRARI CON IL LORO IDOLO Petto nudo, tuatuaggi in bella vista, foto che lo immortalano fuori e dentro l'abitacolo della supercar, Achille Lauro ha presentato la sua 458 commentando "Ho cambiato macchina ma ho la stessa fame di quando in una macchina ci dormivo". I 'mi piace' dei suoi follower si sono sprecati, cos&igrave; come i commenti. Praticamente tutti i fan del cantante esaltano il loro idolo non solo per la Ferrari in s&eacute;, ma anche perch&eacute; &egrave; riuscito, attraverso la musica, a riscattare un'infanzia e un'adolescenza tormentati. Un cambiamento testimoniato proprio dalla vettura del Cavallino. Costruisce una Ferrari 488 GTB per... vendere angurie Oggi, all'apice del successo, Achille Lauro potr&agrave; cos&igrave; godersi non solo l'amore dei suoi fan, ma anche i 670 cavalli del V8 Ferrari che alimenta la sua nuova, rossa, scattante 488 GTB.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da ACHILLE LAURO&reg; (@achilleidol)            

Il cantante ha pubblicato sui social alcuni scatti della sua nuova auto, una GTB rossa fiammante, che ha scatenato le reazioni dei fan

Ferrari 488, Achille Lauro si regala la granturismo di Maranello

Dalla sua ha una storia senza pari, anzitutto. Perch&eacute; la materia delle berlinette a motore centrale, supersportive iconiche, in Ferrari &egrave; stata trattata a lungo e come nessun altro. Frazionamento V8 del motore, soprattutto. Frazionamento scelto anche da McLaren quando, con la 12C, la divisione Automotive &egrave; tornata sulla scena.  Oggi c&#39;&egrave; una nuova alba, fatta di prestazioni elettrificate, fatta di Ferrari 296 GTB da un lato e McLaren Artura dall&#39;altro, sfidanti con alcuni punti in comune e molte differenze. Capitoli che arrivano dopo esempi di avanguardia tecnica, come la SF90 Stradale, manifesto dell&#39;elettrificazione ibrida plug-in.  Dove prima operava la F8 Tributo, dove finora McLaren ha posizionato i progetti Sport Series, arrivano 296 GTB e Artura.    Batteria e parte elettrica  In comune hanno l&#39;essere ibride plug-in, ricaricabili alla spina con una batteria da 7,4 kWh, medesima capacit&agrave; e tecnologia agli ioni di litio, diversa l&#39;autonomia di marcia possibile in elettrico. Fa un po&#39; di strada in pi&ugrave; la Artura, con 30 km dichiarati contro i 25 della Ferrari.  Inevitabile centrare il confronto tecnico anzitutto sulla componente elettrica, novit&agrave; dei due progetti. Cos&igrave;, lo schema &egrave; il medesimo, con il motogeneratore elettrico posto tra motore termico e cambio doppia frizione 8 marce, diversi sono i valori di potenza in gioco.  Ferrari ha sviluppato un MGU-K, il cui innesto avviene sulla linea di trazione mediante una frizione a tre dischi a secco, da ben 167 cavalli e 317 Nm, numeri nettamente superiori all&#39;apporto della macchina elettrica usata da McLaren: 95 cavalli e 225 Nm.&nbsp;  Ibrido e prestazioni  Differenze che si riflettono nella potenza massima del sistema ibrido, nel quale entra la variabile del motore termico, V6 2.9 litri per Ferrari, V6 3.0 litri&nbsp; per McLaren. La 296 GTB sviluppa 830 cavalli e 740 Nm di coppia motrice, Artura si ferma a 680 cavalli e 720 Nm, per un generoso valore di coppia dall&#39;utilizzo combinato, la strategia di gestione, di elettrico e termico.  Le differenze relative restano marcate scorrendo la scheda tecnica dei due V6: 585 cavalli per McLaren Artura, 663 cavalli per 296 GTB.  Numeri assoluti le cui differenze diverranno apprezzabili nell&#39;utilizzo pi&ugrave; spinto dei due progetti. Non &egrave; certo sullo scatto breve che si percepisce la differenza di potenza, piuttosto l&agrave; dove le andature diventano degne di una supercar. L&#39;accelerazione da 0 a 100 orari &egrave; completata in 2&quot;9 dalla Ferrari contro i 3&quot; della McLaren; differenze che si aprono evidenti ai 200 orari, dove Artura passa in 8&quot;3 dopo il via da fermo e la 296 GTB ben 1 secondo prima: 7&quot;3. La velocit&agrave; massima si posiziona oltre i 330 km/h per la Rossa, 330 km/h autolimitata per McLaren.&nbsp;    Telaio  L&#39;analisi pi&ugrave; interessante, tuttavia, delle due ibride plug-in va oltre i numeri. Passa dall&#39;elettronica - nuovo il controller in 6 rilevamenti su 3 assi della Ferrari - e dal telaio, dal nuovissimo monoscocca Mclaren Carbon Lightweight Architecture, cellula abitacolo con strutture anteriori e posteriori in composito e alluminio. &Egrave; un punto di vantaggio per il progetto sviluppato a Woking, rispetto alla scocca in alluminio della Ferrari 296 GTB. Una differenza che contribuisce a tracciare una differenza sul peso delle due supercar: 1.395 kg a secco la Mclaren, 1.470 kg la Ferrari, su dimensioni speculari.  Sostanziale differenza &quot;filosofica&quot; quella legata alla servoassistenza al volante: McLaren ha sviluppato ulteriormente un sistema di tipo idraulico, la Ferrari si affida a un servo elettrico.  Motore  Sono accomunate anche da una caratteristica tecnica destinata a diventare una &quot;regola&quot; nelle applicazioni con motore elettrico abbinato al termico. &Egrave; l&#39;architettura V6 con bancate a 120 gradi. Anche Aston Martin lavora a un motore con tale impostazione.  I benefici sono legati alla maggior rigidit&agrave; torsionale di un albero motore pi&ugrave; corto, all&#39;accensione combinata di due cilindri ogni 120 gradi di rotazione dell&#39;albero, senza contare la possibilit&agrave; di abbassare il baricentro e compattare gli organi meccanici, come i turbocompressori monoscroll, interni alla V. Soluzioni che accomunano Artura e 296 GTB.  A Maranello &egrave; stato svolto tutto un lavoro certosino legato alla sonorit&agrave;, dello scarico e l&#39;amplificazione in abitacolo, proseguendo con un polmone di aspirazione molto pi&ugrave; compatto rispetto al passato. Entrambi i V6 girano in alto, fino a 8.500 giri/min.    Aerodinamica e stile  Un capitolo a se merita l&#39;aerodinamica, campo di ricerca dove le soluzioni pensate dal Centro Stile diretto da Flavio Manzoni hanno elementi simbolo come il t-tray anteriore, il volume posteriore con nolder attivo da 100 kg di carico extra, l&#39;ottimizzazione dei flussi che investono la fascia frontale, con le masse radianti alle estremit&agrave; e uno studio minuzioso, fino alle turbolenze e il loro sfruttamento ulteriore nel sottoscocca.  Del design, in Ferrari tutto il patrimonio della Storia, della 250 LM del 1963, evidentissimo nell&#39;impianto dei montanti B, del lunotto verticale e dei muscolosi passaruota: l&#39;abitacolo &egrave; quasi poggiato nella &quot;culla&quot; scritta tra i due assi. Altra prospettiva per McLaren Artura, pi&ugrave; familiare verrebbe da dire confrontandola con il resto della gamma. In Ferrari, stile e funzione si spingono fino a definire i gruppi ottici anteriori, dotati di presa d&#39;aria per i freni, per dire del livello di affinamento estetico-tecnico.   

Sfida tra berlinette ibride plug-in, accomunate dall&#39;architettura del motore V6 biturbo ma parecchio diverse nell&#39;interpretazione degli &quot;ingredienti&quot; a disposizione. In elettrico la McLaren ha pi&ugrave; autonomia

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