        Della Ferrari Purosangue, il primo Suv-sportscar di Maranello, sappiamo quasi tutto. Ormai ci &egrave; familiare il design da crossover rialzato, l&rsquo;abitacolo a quattro posti e l&rsquo;impiego del leggendario V12 aspirato. Ma ci sono tre segreti nel progetto di questa vettura che non sono ancora stati chiariti in profondit&agrave;. Tre esclusive assolute. Che non si erano mai viste prima d&rsquo;ora su una Ferrari. E che rendono quest&rsquo;auto unica, originalissima e davvero speciale. Tanto da giustificarne il prezzo stratosferico di 390mila euro. Tre segreti che vale la pena approfondire in dettaglio perch&eacute; sono un indizio per capire quanto abbiano lavorato i progettisti per affrontare e risolvere problematiche per loro nuove. Perch&eacute; mai prima la Ferrari aveva dovuto costruire un&rsquo;auto cos&igrave; fuori dai propri schemi: alta, pesante e di grandi dimensioni. Ferrari Purosangue vs Lamborghini Urus: dati e soluzioni a confronto 1&deg; segreto: design e interni Il primo segreto riguarda alcune soluzioni originali adottate nel design di esterni e interni. Lo spiega bene Flavio Manzoni, capo dello stile Ferrari: &ldquo;Il Purosangue &egrave; la Ferrari pi&ugrave; grande che abbiamo mai disegnato: &egrave; lungo 4,97 metri, ma soprattutto &egrave; alto 1,6 metri, mentre tutte le nostre berlinette non superano il metro e trenta centimetri di altezza. Perci&ograve; abbiamo dovuto lavorare su proporzioni nuove. Questo ci ha spinto a cercare soluzioni inedite per risolvere le sfide. La cosa pi&ugrave; difficile da fare &egrave; stata cercare di mantenere la cabina molto compatta nonostante il grande spazio per gli occupanti che dovevamo ricavare. Il progetto di partenza era di costruire un&rsquo;automobile versatile e con grande abitabilit&agrave; per quattro persone. E soprattutto garantire un&rsquo;entrata e un&rsquo;uscita comoda per i passeggeri posteriori...&rdquo; Leggi il servizio completo sul nuovo numero di Auto in edicola dal 15 novembre. Clicca qui per leggere l'edizione digitale.        

Abbiamo chiesto a Flavio Manzoni, capo dello stile Ferrari, di raccontarci i segreti della nuova Purosangue: il servizio completo &egrave; sul nuovo numero di Auto in edicola dal 15 novembre

Sul nuovo numero di Auto: Ferrari Purosangue, i 3 segreti del super Suv

        Dagli interventi di affinamento delle sospensioni condotti sulla Ferrari 250 GTO, uno dei primi progetti seguiti da Mauro Forghieri a Maranello, a un laboratorio di soluzioni tecniche mai portati allo stadio di produzione in serie. &Egrave; racchiusa tra il 1959 e il 1987 l'esperienza ferrarista del geniale tecnico modenese, scomparso all'et&agrave; di 87 anni. Al Forghieri direttore tecnico e progettista delle Ferrari di Formula 1 e Sport Prototipi si affianca il Forghieri che segu&igrave; un progetto come la Ferrari 408 4RM.&nbsp; Ferrari e la ricerca sulle quattro ruote motrici C'era un tempo in cui la trazione integrale, per le supercar, era terreno da esplorare con curiosit&agrave;. A met&agrave; anni Ottanta venne dato il via libera dall'allora direttore generale Razelli perch&eacute; la Ferrari sperimentasse con un progetto laboratorio le quattro ruote motrici. Affid&ograve; quella ricerca alla Ferrari Engineering di Forghieri, un progetto che vide la luce nel 1987 in una forma di prototipo-laboratorio. Quando Forghieri lasci&ograve; Maranello, il secondo dei due esemplari di ricerca venne portato a termine sotto la direzione dell'ingegnere Cassese. Pro e contro delle 4RM La trazione integrale incideva per 200 kg sulla massa della sportiva con motore V8 in posizione posteriore-centrale e cambio manuale 5 marce. La ripartizione della coppia prevedeva il 70% trasmesso al retrotreno e il 30% all'avantreno, attuata mediante un gruppo differenziale centrale composto da due frizioni idrauliche. Vennero realizzati solo due esemplari della 408 4RM, differenti non solo per colore ma anche per soluzioni tecniche. L'esemplare rosso (telaio 70183) fu il primo a essere prodotto dalla Ferrari Engineering di Forghieri, era caratterizzato da fari anteriori nascosti dietro paratie a scomparsa; la 408 4RM gialla (telaio 78610, pronta nel 1988) svilupp&ograve; fari a vista, con tradizionali lenti trasparenti. Diversi erano anche i finestrini nel meccanismo di apertura.&nbsp; Ancora, il primo muletto venne realizzato intorno a un telaio in acciaio, saldato al laser, dal peso di 90 kg in quella che potremmo definire oggi la cellula abitacolo. L'evoluzione 408 4RM gialla, invece, impiegava una scocca in alluminio, da 66 kg. Due concetti che superavano il telaio tubolare.  Lo stile asservito alla funzione Il design fu dettato da scelte funzionali, firmato da Ferrari Engineering e non da Pininfarina. In quanto laboratorio tecnico si discosta nettamente dagli stilemi del tempo proposte sulle Rosse. La peculiarit&agrave; della carrozzeria sta nell'essere composta da pannelli in una struttura a sandwich da 4 millimetri di spessore: tra due strati di vetroresina, uno strato di schiuma. Sostituiva i tradizionali lamierati in alluminio. In appena 4 metri e 22 centimetri di lunghezza, Forghieri immagin&ograve; l'impostazione tecnica di una Rossa a quattro ruote motrici. Il motore in posizione posteriore-centrale era un V8 da 4 litri, da cui il 408 della sigla: 40 identificava la cilindrata, 8 il frazionamento. La potenza era di 299 cavalli, con iniezione elettronica Weber-Marelli, a fronte di un peso dell'auto di 1260 kg del primo prototipo, con telaio in acciaio; venne ridotto a 1227 kg con la seconda 408 4RM in alluminio. La velocit&agrave; massima era di 310 km/h. Nato come laboratorio sperimentale, tale rest&ograve; e si caratterizzava per una assoluta funzionalit&agrave; delle scelte di stile all'aerodinamica. Della trazione quattro ruote motrici non vi furono applicazioni nella produzione di serie, orientata piuttosto a una direzione opposta, con la leggerezza centrale rispetto a un extra di peso dettato dalla componentistica aggiuntiva necessaria a portare la coppia all'avantreno.       

&Egrave;&nbsp;morto all'et&agrave; di 87 anni Mauro Forghieri. Progettista completo, in Ferrari ha firmato anche una ricerca mai giunta a essere auto di serie: esplorava il potenziale del 4x4 su una supercar

Ferrari 408 4RM, l'ultimo laboratorio di ricerca firmato Forghieri

Anche consegnare l&rsquo;auto al suo nuovo acquirente pu&ograve; essere un&rsquo;ardua impresa. E non sempre ci si riesce. Se non altro, a giudicare da quanto accaduto alla fiammante Ferrari Enzo nell&#39;isola britannica Jersey, poco distante dalle coste francesi nel Canale della Manica.  Fermo nel traffico con la Ferrari: gli sfilano dal polso l&rsquo;orologio da 22mila euro!  &nbsp;  La dinamica dell&rsquo;incidente  La supercar, al cui posto di guida era seduto non il nuovo proprietario ma chi gliela stava recapitando, invece di arrivare a destinazione si &egrave; infatti schiantata contro un&rsquo;altra vettura, una Honda Jazz che sopraggiungeva nella corsia opposta. Secondo il racconto dei testimoni, pare che il bolide da 660 cv sia andato dapprima in testa coda per poi di urtare lo spartitraffico e quindi l&rsquo;altra vettura. Con conseguenze, inutile dirlo, rovinose per il gioiello del Cavallino.  Ferrari Enzo, solo per pochi  Prodotta in serie limitata di 399 esemplari fra il 2002 e il 2004, la Ferrari Enzo ha un prezzo che, all&rsquo;asta, supera i 3 milioni di euro. Ma fin dalla sua origine, sebbene il suo prezzo di listino fosse di &ldquo;soli&rdquo; 665mila euro, &egrave; sempre stata una vettura per pochi fortunati. Gi&agrave; perch&eacute; era Ferrari stessa a contattare i clienti, selezionati fra vip e chi aveva gi&agrave; avuto almeno altre cinque supercar del cavallino. Ferrari Enzo adotta un motore V12 aspirato da 6 litri di cilindrata con 657 Nm di coppia e 660 cv di potenza. Il cambio &egrave; sequenziale a sei rapporti. Il disegno della carrozzeria, in carbonio come il telaio, porta la firma Pininfarina. Naturalmente, &egrave; una delle vetture pi&ugrave; ricercate di Maranello: inizialmente vennero previsti solo 349 esemplari ma, per non scontentare i numerosi collezionisti in ogni parte del mondo, ne furono prodotti altri 50.   

La rara supercar da 660 cv si &egrave; schiantata prima ancora di arrivare nelle mani del suo nuovo proprietario. Ha un prezzo da capogiro: oltre 3 milioni di euro

Aspettava la sua Ferrari ma la distruggono durante la consegna

Un gesto comune, come mettere il braccio fuori dal finestrino della macchina, pu&ograve; costare caro. A un consulente aziendale milanese &egrave; costato 22mila euro, che per l&rsquo;esattezza &egrave; il valore del bellissimo cronografo Bulgari Roma in edizione limitata che gli &egrave; stato sottratto. Lo scippo &egrave; avvenuto sul cavalcavia Pirelli, il ponte tra via De Marchi e via Breda che sovrasta i binari in zona Greco Pirelli alla periferia Nord di Milano.  Il 38enne si trovava alla guida di una splendida Ferrari Portofino, troppo bella per non essere notata incolonnata nel traffico. E come tale &egrave; stata notata anche da una coppia di ladri. L&rsquo;uomo &egrave; stato avvicinato da un ragazzo, con indosso un casco, che gli ha sfilato l&rsquo;orologio dal polso ed &egrave; scappato via in sella allo scooter guidato dal complice. Impossibile inseguirlo, i due si sono dileguati in pochi istanti.  &nbsp;  Non il primo caso  Ed &egrave; questo soltanto l&rsquo;ultimo degli scippi di orologi preziosi che ha raggiunto le colonne delle cronache milanesi e nazionali. E 24 ore prima un colpo praticamente identico era avvenuto in viale Umbria, dove un 42enne svizzero era stato scippato del suo Audemars Piguet da 35mila euro dopo che un uomo in motorino aveva &quot;toccato&quot; lo specchietto della sua Audi. Anche in quel caso i malviventi erano in due e sono fuggiti con uno scooter. Visto la modalit&agrave; operativa non &egrave; escluso che si tratti degli stessi malviventi.  &nbsp;  Sempre pi&ugrave; scippi di orologi a Milano  Qualche sera prima la disavventura &egrave; toccata a un turista statunitense che si &egrave; visto sottrarre a forza dal polso un Rolex Daytona, del valore di 27mila euro. Il 35enne stava passeggiando in via Marconi, quando &egrave; stato avvicinato da due giovani nordafricani con una scusa. I due gli hanno spruzzato dello spray al peperoncino in volto e quindi gli hanno rubato l&rsquo;orologio. Per sua fortuna un passante, vedendo la scena, ha chiamato subito i carabinieri che sono riusciti a individuare in breve tempo i rapinatori e a restituire l&rsquo;orologio al suo legittimo proprietario. Stupisce la giovane et&agrave; di uno dei ladri, 12 anni. Il minore &egrave; stato ora affidato a una comunit&agrave; di recupero. 

&Egrave; bastato un momento di disattenzione per farsi sfilare un Bulgari veramente costosissimo: la vittima aveva il braccio appoggiato fuori dal finestrino della sua Portofino

Fermo nel traffico con la Ferrari: gli sfilano dal polso l&rsquo;orologio da 22mila euro!

        &Egrave; stata solo una classica &ldquo;smargiassata&rdquo; ma questa volta l&rsquo;epilogo &egrave; stato dei peggiori. Per far colpo sui presenti a un raduno di auto, un diciannovenne ha mandato la sua bella Ferrari bianca dapprima in testacoda, poi contro alcuni cartelli pubblicitari e, infine, contro un albero. Galeotta fu la voglia di farsi notare e, soprattutto, la maldestra accelerata che ha fatto derapare il posteriore della vettura rendendola incontrollabile. E ovviamente l&rsquo;incidente ha fatto il giro dei social ed &egrave; stato persino ripreso da un quotidiano nazionale. &nbsp; Cosa &egrave; accaduto Nel video, girato a Bagnolo San Vito in provincia di Mantova durante il raduno &ldquo;Static Night Event&rdquo;, si vede il giovane partire a tutto gas davanti a una piccola folla di persone. Ma bastano poche decine di metri di rettilineo per perdere il controllo dell&rsquo;auto. L&rsquo;incidente, per fortuna, non ha avuto conseguenze per i due giovani che si trovavano a bordo della Ferrari e che sono stati subito soccorsi dagli organizzatori: solo alcune escoriazioni. La ferita maggiore, oltre che al portafogli, &egrave; probabilmente quella subito dall&rsquo;ego del non proprio esperto conducente. &nbsp; Fortunatamente nulla di grave Alla fine, oltre al gran botto e alla macchina distrutta c&rsquo;&egrave; stato solo il forte spavento dei presenti e degli altri proprietari di supercar. Gli organizzatori non si sono presi la responsabilit&agrave;, visto che si trattava di un raduno &ldquo;statico&rdquo; di aut. Di certo le regole erano chiare: il compito dei partecipanti doveva essere solo quello di sfilare senza azioni funamboliche o pericolose.Tutto sommato, un quasi lieto fine.         

Al raduno di auto Static Night Event a Bagnolo San Vito, vicino Mantova, un diciannovenne manda in testa coda la sua supercar e finisce contro un albero sotto gli occhi di tutti

Vuol farsi notare ma distrugge la Ferrari per un’accelerata di troppo

        La Ferrari 296 GTS, la sorella spider, dotata di un tetto rigido che si apre della 296 GTB coup&eacute; a un primo sguardo &egrave; davvero simile alla sorella. Entrambe dispongono di 830 cv, erogati da un gruppo propulsivo plug-in hybrid con un'unit&agrave; termica V6 biturbo da 633 cv abbinata a una elettrica da 163. Jacopo Marcon, product manager Ferrari per il segmento delle sportive, in questa intervista spiega come in Ferrari si &egrave; lavorato per conservare nella versione aperta le stesse caratteristiche di piacere di guida della sorella coup&eacute; e perch&eacute; sono state sono state fate certe scelte per la capote.       

Lo spiega in questa intervista Jacopo Marcon, product manager del Cavallino per il segmento delle sportive

Ferrari 296 GTS come e perché è fatta così

Ci sono luoghi comuni duri a morire. Uno, molto diffuso dalle nostre parti, perch&eacute; nel nord Europa &egrave; tutta un&#39;altra musica, &egrave; che le spider sono auto per l&#39;estate. Niente di pi&ugrave; falso, specie con l&#39;evoluzione tecnica. Ci siamo trovati a fare la prova della Ferrari 296 GTS, in una di giornata con un meteo infame, flagellata da pioggia, vento e freddo. Bene, &egrave; stata l&#39;occasione per verificare quanto &egrave; realmente fruibile tutto l&#39;anno questa vettura da 830 cv, dotata di una propulsione plug-in hybrid con un&#39;unit&agrave; termica V6 biturbo da 663 cv e una elettrica da 167, provvista di una batteria da 7,45 kWh, che permette di viaggiare in full electric per circa 25 km.  Ferrari Special Project, tutte le one-off del Cavallino Rampante  Ferrari 296 GTS, sound a cielo aperto  Abbiamo sfruttato, ad esempio, quest&#39;ultima possibilit&agrave; per viaggiare cullati dal soffio del vento che si insinuava nelle strade alberate, salvo poi passare al motore termico per goderci il sound del V6 turbo della vettura, dotato di tonalit&agrave; da 12 cilindri, che nella 296 aperta si apprezzano ancora di pi&ugrave; grazie alla possibilit&agrave; di aprire il tetto. Un tetto rigido che si apre in 14&quot; con la vettura in movimento fino a 45 km/h.  E, a vettura scoperta, l&#39;abitacolo non viene investito dai vortici dell&#39;aria fredda esterna, come pure il sistema di circolazione dell&#39;aria calda non obbliga a indossare il piumino, come facevano gli spideristi duri e puri dei tempi in cui la tecnologia non era arrivata fin qui. La 296 GTS &egrave; una spider che &egrave; un piacere puro da guidare anche nelle giornate che sembrano proibitive per un&#39;auto aperta, il tutto con le stesse prestazioni della 296 GTB, la sorella coup&eacute;. &Egrave; per&ograve; un piacere esclusivo: la 296 GTS ha un listino che parte da 320.000 euro, 45.000 pi&ugrave; della coup&eacute;. 

Provare una spider del Cavallino da 830 cv in un giorno di pioggia e freddo potrebbe sembrare una beffa, invece &egrave; stata un&#39;opportunit&agrave;.

Ferrari 296 GTS, la spider aperta a tutto

        Ci sono "coppie" che restano immortali. Come il duo formato dalla Ferrari F2003-GA e da Michael Schumacher. La Ferrari non pu&ograve; che considerarsi simbolo della Formula 1 e come lei un'altra icona &egrave; proprio il pilota tedesco, con cui il Marchio del Cavallino Rampante ha fatto coppia dal 1996. Da allora Ferrari e Schumacher sono stati, letteralmente, inarrestabili. Entrambi portano sulle spalle l'orgoglio delle numerose gare vinte insieme, che hanno reso la storia dei Campionati di Formula 1 degna di essere ricordata. La Ferrari dedicata ad Agnelli Per il Campionato del 2003 la Scuderia present&ograve; la nuova F2003-GA, sigla che rendeva omaggio al capo della Fiat Gianni Agnelli scomparso di recente. L'obiettivo della Ferrari per la F2003-GA era quello di ottimizzare l'assetto spostando il peso al posteriore durante le qualifiche per non surriscaldare gli pneumatici anteriori, per poi posizionarlo in avanti per la gara per ridurre l'usura di quelli posteriori. Successivamente una modifica alle regole pre-stagionali viet&ograve; il rifornimento di carburante tra le qualifiche e la gara, imponendo condizioni di parco chiuso. Ma cosa voleva dire? In sostanza che una vettura doveva iniziare la gara nelle condizioni in cui si trovava al termine delle qualifiche e questo avrebbe messo Ferrari in difficolt&agrave;. Schumacher per&ograve; riusc&igrave; comunque a mettere in pole position la F2003-GA con telaio 229, al suo debutto in gara nel Gran Premio di Spagna del 4 maggio. Questo serv&igrave; per lanciarlo verso la vittoria, insieme alla sua ormai inseparabile compagna. La Ferrari F2003-GA guidata da Michael Schumacher, con cui consegu&igrave; cinque vittorie durante la stagione 2003 del Campionato del Mondo di Formula 1, sar&agrave; in vendita all'asta di RM Sotheby's il prossimo 9 novembre.&nbsp;  Schumacher e la Ferrari F2003-GA Il successivo appuntamento fu il Gran Premio d'Austria, con Schumacher che conferm&ograve; la partenza perfetta del telaio 229 conquistando ancora una volta la pole position e la vittoria. In quest'occasione il pilota dovette affrontare un incendio durante la sosta per il rifornimento, senza per&ograve; conseguenze. La sua Ferrari riusc&igrave; a fargli superare qualsiasi ostacolo, e il pilota insieme alla sua fedele amica approd&ograve; nuovamente sul podio. Con la F2003-GA, Schumacherconquist&ograve; poi altre tre vittorie in Canada, a Monza e neglI Stati Uniti, oltre che due podi nei Gran Premi di Monaco e di Francia, e un totale di 3 pole position. Non solo: sempre con la Ferrari il tedesco conquist&ograve; il suo sesto titolo di Campione del Mondo. Il telaio 229 fu anche il telaio pi&ugrave; influente nell'aiutare la Ferrari a vincere il suo storico 13&deg; Campionato Costruttori. La Ferrari iridata di Schumacher proposta da RM Sotheby's &egrave; offerta con la certificazione "Red Book" di Ferrari Classiche ed &egrave; stata revisionata nel 2022 dal reparto Ferrari Formula 1 Clienti e presentata in ordine di marcia. Cerchi un'auto usata? Guarda il Listino/Annunci       

Con questa vettura il pilota tedesco ottenne 5 vittorie, oltre a 3 pole position, laurendosi Campione del Mondo per la sesta volta

Ferrari F2003-GA, all'asta la monoposto iridata di Schumacher

        Si pu&ograve; amarlo od odiarlo, di certo Zlatan Ibrahimovic &egrave; un personaggio che riesce sempre a far parlare di s&eacute;. Soprattutto nel giorno del suo compleanno. L'attaccante del Milan compie oggi, 3 ottobre, 41 anni. E sui social ha esternato la sua felicit&agrave; in maniera particolare, ovvero pubblicando una Ferrari. Non una reale, bens&igrave; quello che sembra essere un rendering creato dal configuratore ufficiale della Casa di Maranello. Che sia questa Rossa il suo regalo di compleanno?  Quale Ferrari per Ibra? Da sempre, &egrave; noto come lo svedese sia un grande appassionato, nonch&eacute; possessore, di Ferrari. Nel suo garage sono infatti presenti una SF90 Spider gialla e un'esclusiva SP1 Monza. Insomma, Ibra dimostra di avere una certa predilezione per le scoperte con un'alta dose di cavalli. Ecco perch&eacute;, come avrete visto sopra in foto, l'auto che &egrave; risultata dal suo configuratore sembra essere un mix tra una SP3 Daytona (nella parte anteriore, carrozzeria bianca) e una 812 Competizione (nella parte posteriore, color rosso). Da Ronaldo ad Aguero, Ibra e Benzema: le supercar pi&ugrave; costose dei calciatori Che Zlatan voglia davverso farsi costruire da Ferrari un modello ibrido (e non per il tipo di alimentazione)? Staremo a vedere. Non ci stupiremmo di certo, conoscendo il personaggio. Nel frattempo, il suo post social ha attirato anche gli auguri della stessa Casa di Maranello, che ha risposto Happy birthday con un cuore bianco e uno rosso.  Happy Birthday to Zlatan pic.twitter.com/LIhtr7Xs1o &mdash; Zlatan Ibrahimovi? (@Ibra_official) October 3, 2022          

L'attaccante del Milan si &egrave; fatto gli auguri pubblicando sui social quella che potrebbe essere la sua prossima vettura di Maranello, un "mix" tra una SP3 Daytona e una 812 Competizione

Ibrahimovic compie 41 anni: il primo pensiero è... la Ferrari

        Possedere una Ferrari &egrave; il sogno di molti, ma c'&egrave; chi non si accontenta di mettere nel proprio garage un &ldquo;normale&rdquo; modello della Casa di Maranello. Per questo, Ferrari offre ormai da anni un programma di personalizzazione Tailor Made, che permette ai clienti di scegliere, in una vastissima gamma, colori, materiali e rivestimenti per la propria auto. E se questo ancora non dovesse bastare, ecco la possibilit&agrave; di farsi realizzare dalla Rossa direttamente un modello nuovo, costruito in un esemplare unico in base alle richieste dell'acquirente. Con la consulenza diretta dei tecnici e del Centro Stile di Maranello. Nascono cos&igrave; quelle che vengonodefinite one-off, ovvero un solo esemplare e stop. Realizzate sulla base meccanica dei modelli di serie, sfoggiano design unici e sono contraddistinte da nomi anch'essi specifici. Spesso contenenti la sigla SP, ovvero Special Project. Il costo di queste operazioni? Ovviamente elevatissimo, nell'ordine di alcuni milioni di euro. Ma in cambio si ha la soddisfazione di mettersi in garage &ndash; o in salotto &ndash; una vettura del Cavallino Rampante realmente unica. Ecco le one-off pi&ugrave; affascinanti ed esclusive realizzate dalla Ferrari negli ultimi anni. Auto nostalgia: Ferrari FF, fast and fashion &nbsp; Ferrari SP1  La lunga epopea delle Ferrari personalizzate realizzate in esemplare unico ebbe inizio nel 2008, con la prima &ldquo;Special Project&rdquo;, la SP1 (da non confondere con la barchetta Monza SP1, uscita nel 2018 e prodotta in alcune centinaia di unit&agrave;). La Ferrari SP1 del 2008 era basata sulla meccanica della coup&eacute; F430, da cui ereditava il V8 aspirato da 4,3 litri. Completamente rivisitato invece lo stile, che venne affidato a Leonardo Fioravanti, gi&agrave; designer di modelli iconici del Cavallino Rampante come la F40. A commissionare questa prima Ferrari SP fu Junichiro Hiramatsu, collezionista giapponese di vetture della Casa di Maranello. Ferrari, i 5 modelli (+1) che hanno fatto la storia del Cavallino &nbsp; Ferrari P540 Superfast Aperta  Nel 2009 fu poi la volta di una spider, la P540 Superfast Aperta, realizzata stavolta partendo dalla base della 599 GTB Fiorano. Di cui manteneva, sotto al cofano anteriore, il potente V12 aspirato da 6 litri e 620 cavalli. Con prestazioni pressoch&eacute; identiche: grazie all'ampio uso della fibra di carbonio, infatti, il peso era superiore di soli 20 kg rispetto al modello di partenza nonostante la trasformazione in spider.  Il richiedente stavolta era un americano: Edward Walson, figlio dell'inventore della TV via cavo. Nello stile e nel colore, l'auto si ispirava alla Ferrari 330 LMB della carrozzeria Fantuzzi comparsa nel film &ldquo;Toby Dummit&rdquo; diretto da Federico Fellini nel 1968. Le 10 Ferrari stradali pi&ugrave; veloci di sempre a Fiorano &nbsp; Ferrari SP30  A nascere sulla base della Ferrari 599, ma nella pi&ugrave; potente versione GTO, &egrave; stata anche la SP30 del 2011. Commissionata da un cliente degli Emirati Arabi, il magnate del petrolio Cheerag Arya, l'auto &egrave; diventata alcuni dopo nota come la &ldquo;one-off che nessuno vuole&rdquo;: dal 2018 in poi, infatti, la SP30 &egrave; stata ripetutamente messa all'asta senza che si riuscisse mai a trovare un nuovo proprietario per questa Special Project che aveva percorso appena 165 km.  Dotata del solito motore V12 aspirato da 6 litri, la SP30 era personalizzata attingendo a componenti di altri modelli della Casa di Maranello, come l'infotainment della 612 Scaglietti e i fari della 458 Italia. &nbsp; Ferrari SP12 EPC  Tra coloro che hanno commissionato un modello speciale alla Ferrari c'&egrave; anche Eric Clapton, famoso chitarrista e cantautore britannico, grande estimatore dei modelli della Casa italiana. Clapton chiese un modello personalizzato che ricordasse lo stile della Ferrari 512 BB, da lui posseduta in giovent&ugrave;. Il risultato fu la SP12 EPC, reinterpretazione in chiave moderna del modello degli anni '70. La vettura era realizzata sulla base della 458 Italia. Inizialmente Clapton chiese di montare un'unit&agrave; V12, ma a causa dell'impossibilit&agrave; di installare un motore cos&igrave; grande dovette &ldquo;accontentarsi&rdquo; del V8 da 4,5 litri del modello standard. L'auto venne inoltre dotata di targhe personalizzate che riportavano la sigla SP12 EPC. &nbsp; Ferrari SP FFX  Fu di nuovo un cliente giapponese nel 2014 a ordinare la SP FFX, presentata ufficialmente al Salone di Tokyo di quell'anno. La Special Project era basata sulla meccanica della Ferrari FF, della quale manteneva il motore V12 ma non la carrozzeria shooting-brake e la configurazione a quattro posti, diventando cos&igrave; una pi&ugrave; tradizionale coup&eacute; a due posti. &nbsp; Ferrari F12 TRS  Sempre nel 2014 fu la volta anche della F12 TRS, spider a due posti realizzata sulla base della F12 Berlinetta. Debuttata al Festival of Speed di Goodwood, la TRS era di fatto una barchetta, vista l'assenza di un tetto ripiegabile. Sotto al cofano, trovava spazio l'unit&agrave; V12 da 6,3 litri e 740 cavalli della F12 Berlinetta. La vettura sarebbe costata oltre 4 milioni di euro, e qualche tempo dopo ne venne realizzato anche un secondo esemplare, stavolta di colore grigio-cromo. &nbsp; Ferrari SP America  Il 2014 fu un anno particolarmente prolifico per la divisione Special Project della Ferrari, che lanci&ograve; anche la SP America, anch'essa su base F12 Berlinetta ed equipaggiata con il V12 aspirato da 6,3 litri. Il modello venne commissionato da Danny Wegman, proprietario di una catena di supermercati, ed era ispirato alla Ferrari 250 GTO, di cui venivano ripresi alcuni elementi inconfondibili, come le tre prese d'aria sul cofano anteriore. &nbsp; Ferrari 458 MM Speciale  Nel 2015 Ferrari lanci&ograve; la 488 GTB, coup&eacute; a motore centrale che prendeva il posto della 458 Italia. Questo non imped&igrave; comunque alla Rossa di realizzare, l'anno successivo, una nuova one-off basata su quest'ultima: la 458 MM Speciale. Contraddistinta dalla livrea bianca con il Tricolore italiano collocato sul cofano anteriore, l'auto presentava elementi stilistici sia della 458 che della sua erede 488. Richiesta da un cliente britannico, la 458 MM Speciale ereditava la meccanica dalla 458 Speciale di serie, con il V8 da 4,5 litri aspirato da 605 cavalli. Ferrari 458 MM Speciale, la one-off V8 di Maranello &nbsp; Ferrari SP275 RW Competizione  Nel 2017 ancora un progetto su base F12, ma stavolta sulla variante TDF, quella pi&ugrave; potente dotata del V12 portato alla potenza di 770 cavalli. La vettura fu commissionata dal dentista americano Rick Workman, da cui la sigla RW. Il resto del nome invece svela sin da subito l'intenzione di realizzare un tributo alla Ferrari 275, in particolare la GTB/C del 1965 che gareggi&ograve; a Le Mans. Diversi gli elementi ispirati al modello degli anni '60, come le feritoie laterali e la protuberanza del cofano motore. La tinta della carrozzeria &egrave; il giallo Ecurie Francorchamps. Ferrari SP275 RW Competizione, one-off ispirata alla 275 GTB &nbsp; Ferrari SP3 JC&nbsp;  Realizzata sulla Ferrari F12 TDF &egrave; stata poi anche la SP3 JC, in cui le ultime due lettere vanno ancora una volta a identificare il committente dell'auto, il collezionista John Collins. La vettura &egrave; stata privata del tetto, diventando cos&igrave; una spider, mantenendo il powertrain con il V12 aspirato da 780 cavalli in grado di spingersi fino a 8.500 giri.  Come altre one-off realizzate dal Cavallino in precedenza, anche la SP3 JC era ispirata al passato, in particolare alle spider Ferrari degli anni '50-'60. Per la carrozzeria si opt&ograve; per il colore Bianco Italia, abbinato all'Azzurro Met del muso e al Giallo Modena della zona dei rollbar. Ferrari SP3JC, one-off derivata dalla F12 TDF &nbsp; Ferrari SP38   &Egrave; nata invece sulla base della 488 GTB la Ferrari SP38, presentata al Concorso d'Eleganza di Villa d'Este del 2018 con il soprannome di &ldquo;Deborah&rdquo;. Caratterizzata da un design retr&ograve; e dal colore rosso metallizzato, questa one-off era dotata di un V8 biturbo da 3,9 litri e 660 cavalli di potenza massima. L'identit&agrave; del committente non &egrave; mai stata svelata ufficialmente. Ferrari SP38, unica per correre e stupire &nbsp; Ferrari P80/C  Non ci sono solo supercar stradali nel lungo elenco delle Special Project realizzate dal Cavallino Rampante. Nel 2019 &egrave; stata infatti realizzata la P80/C, una vettura da corsa pensata per il solo uso in pista, derivata direttamente dalla 488 GT3. Tante le differenze rispetto al modello di partenza, a livello di estetica (con i fari ridotti a fessure) che di aerodinamica, rivista e migliorata anche grazie alla possibilit&agrave; di poter sviluppare l'auto senza dover sottostare a regolamenti specifici.  Modificato sostanzialmente l'abitacolo, con l'adozione di due sedili in modo da poter trasportare anche un passeggero. Ferrari P80/C, la one-off che richiama le Sport Prototipo &nbsp; Ferrari Omologata  Nel 2020 &egrave; arrivata un'altra one-off con architettura V12, la prima a sfruttare la base meccanica della 812 Superfast. Disegnata da Flavio Manzoni, la Ferrari Omologata, questo il suo nome, si ispira alla mitica 250 GTO, della quale riprende diversi elementi stilistici come le prese d'aria sul frontale.  Il posteriore invece &egrave; dominato dalla copertura del lunotto con tre grandi feritoie orizzontali. La carrozzeria &egrave; verniciata con una tinta Rosso Magma. Ferrari Omologata, ispirata dalla storia con il V12 della 812 Superfast &nbsp; Ferrari BR20   Meccanica V12 e design retr&ograve; anche per la Ferrari BR20 del 2021, basta sulla GTC4 Lusso. Dotata di trazione integrale e motore da 6,3 litri e 690 cavalli, l'auto ha rinunciato alla carrozzeria shooting-brake e ai quattro posti per diventare una pi&ugrave; tradizionale coup&eacute; biposto, con una panca per riporre i bagagli al posto del divano posteriore.  Disegnata da Manzoni con l'intento di omaggiare le Rosse anni '50 e '60 senza per&ograve; cedere alla nostalgia, la BR20 trae ispirazione da modelli come la 500 Superfast o la 410 SA. Ferrari BR20, esemplare unico ispirato alle V12 anni Sessanta &nbsp; Ferrari SP48 Unica   Non guarda al passato invece la SP48 Unica, one-off presentata lo scorso maggio e basata sulla F8 Tributo, con un design moderno e quasi futuristico. Realizzata dal team di Flavio Manzoni facendo ampio ricorso a tecniche di modellazione procedurale e prototipazione 3D, l'auto vanta una riduzione del drag del 12% rispetto alla F8 tributo.  La meccanica resta invece la medesima del modello di partenza, con il V8 biturbo da 720 cavalli. Per la carrozzeria, si &egrave; optato per una tinta in rosso aranciato iridescente. Ferrari SP48 Unica, il Centro Stile rielabora la F8 &nbsp; Ferrari SP51  Ultima a nascere in ordine di tempo &egrave; la SP51, richiesta da un collezionista di Ferrari di Taiwan. Realizzata sulla base della 812 GTS, &egrave; una spider a due posti con motore V12 da oltre 800 cavalli, diventando di fatto la one-off Ferrari pi&ugrave; potente mai realizzata. Costruita facendo ampio uso di fibra di carbonio, la SP51 non prevede la presenza di un tetto mobile: l'unico modo per guidare questa specialissima Rossa &egrave; con il vento tra i capelli.  La carrozzeria &egrave; caratterizzata dalla tinta Rosso Passionale, a cui si sovrappone, sul cofano anteriore, una banda bianca e blu: un omaggio a una Ferrari 410S del 1955. Ferrari SP51, dalla 812 GTS a un esemplare roadster e unico       

Potenti, velocissime e uniche: la Casa da Maranello da anni offre ai clienti la possibilit&agrave; di richiedere vetture "su misura": ecco tutte quelle realizzate finora dalla divisione SP

Ferrari Special Project, tutte le one-off del Cavallino Rampante

Sarebbe stato semplice scegliere la 812 GTS e metterla in garage insieme al resto della collezione, cosa che probabilmente avr&agrave; fatto il cliente che ha commissionato la Ferrari SP51. SP &egrave; la sigla dell&#39;unicit&agrave;, Special Project vuol dire un esemplare one-off, irripetibile ben oltre le canoniche possibilit&agrave; di personalizzazione e di Tailor Made Ferrari.  Insieme al Centro Stile, un cliente di Taiwan, importante collezionista di Rosse, ha definito la SP51, che deriva per telaio e motore dalla 812 GTS. Scoperta come la GTS, in realt&agrave; la SP51 &egrave; qualcosa di sostanzialmente diverso.    Carrozzeria roadster, il tetto non &egrave; previsto  Il tetto &egrave; rimosso del tutto, con la ridefinizione del volume centrale e posteriore. Ricorda le Targa degli anni Sessanta grazie al trattamento del profilo alare in nero lucido tra le gobbe che integrano e nascondono i roll bar. Un richiamo che manca della relativa funzionalit&agrave; del tetto asportabile: la Ferrari SP51 &egrave; pensata e progettata per essere guidata esclusivamente con il cielo sopra la testa.  Da qui l&#39;esigenza di simulazioni di fluidodinamica computazionale (CFD), sessioni in galleria del vento e prove dinamiche su strada perch&eacute; la guida risultasse del tutto simile alla 812 GTS nella gestione delle turbolenze e dell&#39;aria intorno all&#39;abitacolo, nel comfort a bordo e nell&#39;insonorizzazione.  Design elaborato&nbsp;  &Egrave; una zona molto ricercata quella dietro le vetrature laterali, dove le superfici sono sospese negli elementi in tinta con la carrozzeria e creano un alternarsi di volumi pieni e scavati.  L&#39;impiego di fibra di carbonio a vista definisce ampie aree della SP51, sottolinea nella vista in pianta la parte centrale del cofano motore e si estende al tre quarti posteriore, prosegue con gli elementi dietro le ruote anteriori, le applicazioni alla base delle portiere. Del tutto diversi dalla 812 GTS, poi, sono i fari anteriori, in forme molto pi&ugrave; morbide e quasi come gemme incastonate in un frontale che riscrive anche la fascia inferiore.  Rosso Passionale fatto su misura  &Egrave; unica in molte soluzioni e dettagli, a partire dalla colorazione Rosso Passionale, un triplo strato realizzato appositamente per la SP51 e percorso dalla banda longitudinale bianca e blu. Rimanda a una storica Ferrari come la 410 S del 1955, con la particolarit&agrave; di proseguire all&#39;interno negli accostamenti in Alcantara sul tunnel e dietro i sedili. Alcantara nella medesima colorazione Rosso Passionale, mentre le cucitura bianche fanno da contrasto con le applicazioni in Kvadrat blu.  Proseguendo con i trattamenti unici, ecco i cerchi in un design a 5 razze ma creato specificamente per la SP51: ciascuna razza &egrave; dotata di un elemento a lama in carbonio. 

Intorno alla Spider con motore V12, la prima dopo 50 anni prodotta dalla Ferrari, un cliente di Taiwan ha chiesto uno Special Project unico: nasce la SP51

Ferrari SP51, dalla 812 GTS a un esemplare roadster e unico

        La Ferrari 288 GTO Evoluzione rappresenta una delle Rosse pi&ugrave; rare e preziose di sempre, nonch&eacute; la pi&ugrave; veloce della sua epoca tra le auto realizzate dalla Casa di Maranello. Sviluppata per competere nelle gare del Gruppo B, portava all'estremo le caratteristiche della 288 GTO stradale, ed ebbe un ruolo chiave come &ldquo;laboratorio&rdquo; per quella che sarebbe diventata poi la F40. Dotata di un potentissimo motore sovralimentato da 650 cavalli, la Evoluzione non partecip&ograve; mai alle gare per la quale era stata progettata, e ne furono costruiti appena 5 esemplari. Uno di loro &egrave; ora in vendita all'asta. Auto nostalgia: Ferrari FF, fast and fashion  288 GTO Evoluzione, potentissima e leggera Negli anni '80, la Ferrari decise di prendere parte alle competizioni del Gruppo B, categoria dall'enorme popolarit&agrave; riservata ad auto derivate dalle sportive stradali. La vettura venne allestita dalla Michelotto Automobili, mentre lo sviluppo del motore fu curato dall'ingegner Nicola Materazzi. Tuttavia la Ferrari 288 GTO Evoluzione non fece in tempo a prendere parte ad alcuna gara, in quanto il Gruppo B, giudicato ormai troppo pericoloso, venne soppresso. La Evoluzione cambi&ograve; cos&igrave; destinazione d'uso, diventando una vettura-laboratorio utile a sviluppare la successiva F40. Pi&ugrave; potente, leggera ed estrema della 288 GTO standard, l'Evoluzione portata la potenza del V8 sovralimentato dai 400 cavalli originali fino a quota 650 cv, mentre il peso cal&ograve; fino a soli 940 kg. Merito di un profondo lavoro di alleggerimento che comprendeva, tra l'altro, l'adozione di una carrozzeria in kevlar e fibra di vetro, mentre l'alettone posteriore era realizzato in fibra di carbonio. Anche le prestazioni avevano subito un enorme balzo in avanti, con una velocit&agrave; massima di ben 370 km/h contro i 305 orari dichiarati per la versione stradale. La lunga storia della GTO Inizialmente la Ferrari prevedeva di produrre 20 esemplari della 288 GTO Evoluzione, necessari a omologare la vettura per il Gruppo B. Alla fine ne vennero realizzati appena 5: la vettura attualmente in vendita presso la casa d'aste RM Sotheby's &egrave; la numero 4, contraddistinta dal telaio 79888. L'esemplare &egrave; stato completato nel 1988, e venduto tramite il Garage Francorchamps di Jacques Swaters a Jean Blaton, uomo d'affari e pilota belga, detentore del record del maggior numero di podi ottenuti a Le Mans senza mai vincere. Nel 1992 la Ferrari 288 GTO Evoluzione &egrave; tornata nelle mani del Garage Francorchamps, dove &egrave; rimasta fino al 2006, quando venne venduta a un collezionista inglese. L'anno successivo l'auto venne acquistata dal miliardario canadese Lawrence Stroll (grande collezionista di vetture Ferrari e attuale proprietario di Aston Martin) per poi passare, dal 2013 a oggi, per le mani di diversi proprietari negli Stati Uniti. Recentemente la Evoluzione &egrave; tornata in Italia, per essere sottoposta a una profonda revisione avvenuta nelle officine Michelotto di Padova. Ora la vettura, riportata al massimo della forma, &egrave; nuovamente in attesa di un proprietario. Il prezzo della 288 GTO Evoluzione non &egrave; stato reso noto al pubblico, ma &egrave; facile immaginare che per metterla in garage sar&agrave; necessario staccare un assegno con almeno sei zeri. Come comunicato dalla stessa RM Sotheby's, infatti, il solo lavoro di manutenzione eseguito da Michelotto &egrave; costato ben 133mila euro. La vettura sar&agrave; disponibile all'asta a ottobre. Materazzi, tutte le auto dell'ingegnere italiano       

Realizzata negli anni '80 per il Gruppo B, la Ferrari 288 GTO Evoluzione raggiungeva i 370 km/h

Ferrari 288 GTO Evoluzione, all'asta uno dei 5 esemplari

        Erede della 612 Scaglietti, la Ferrari FF ha rappresentato una vera e propria rivoluzione per la Casa di Maranello. Sia per la carrozzeria, non pi&ugrave; coup&eacute; tradizionale bens&igrave; shooting-brake, ma anche e soprattutto per lo schema meccanico con la trazione integrale. Una prima assoluta per una Ferrari di serie, e che ha aperto la strada a un lungo cammino culminato proprio in questi giorni con la nuova Purosangue, primo Suv del Cavallino. Anche se, all'epoca, la dirigenza guidata da Luca Cordero di Montezemolo era fermamente contraria allo sviluppo di una vettura a ruote alte. Dotata di motore V12 aspirato da ben 660 cavalli, la FF garantiva prestazioni da supercar unite a versatilit&agrave; e comfort.  Ecco cosa abbiamo detto di lei nella nostra prova su strada del 2011.  I tecnici di Maranello devono aver passato svariati brutti quarti d&rsquo;ora quando gli &egrave; stata chiesta un&rsquo;auto abitabile, comoda, con un bagagliaio capace di contenere due sacche da golf &ldquo;king size&rdquo; e in grado di affrontare anche neve e ghiaccio visto che l&rsquo;Avvocato (Montezemolo) da sempre va dicendo &ldquo;urbi et orbi&rdquo; che la Ferrari non far&agrave; mai una quattro porte n&eacute;, men che meno, un Suv. Poi, per&ograve;, si sono rimboccati le maniche e hanno tirato fuori questa FF, che rispetta alla lettera i diktat del grande capo. Ma c&rsquo;era davvero la necessit&agrave; di una Ferrari cos&igrave; fuori dagli schemi? Certo che s&igrave;. Ormai per sopravvivere nel villaggio globale bisogna vendere, vendere e ancora vendere, anche a costo di scendere a patti con la propria tradizione alla ricerca di nuovi clienti. E per averne un esempio lampante basta vedere cosa sta combinando la Porsche per raggiungere il tetto delle 200mila auto all&rsquo;anno che si &egrave; prefissata per il 2018 (obiettivo poi ampiamente raggiunto, ndr).  FF, la prima con il portellone Alla Ferrari, fortunatamente per loro e per tutti gli appassionati, sono strutturati diversamente e non hanno bisogno di crescere in modo esponenziale per reggere il mercato, quindi possono permettersi di mantenere una notevole coerenza storica, pur nella necessit&agrave; di correggere un po&rsquo; il tiro per andare a prendere nuovi clienti e sbarcare sui mercati emergenti. La FF va dunque a sostituire una 612 Scaglietti, che nei suoi sette anni di carriera non ha mai sfondato davvero, vuoi per una linea un po&rsquo; orientaleggiante e fuori dai clich&eacute; Ferrari, vuoi per una versatilit&agrave; superiore a quella dei modelli a motore posteriore ma non sufficiente per un uso &ldquo;familiare&rdquo;. Per superare quegli impasse, il nuovo modello ha proporzioni e curve pi&ugrave; tradizionali, con una coda &ldquo;fastback&rdquo; che rappresenta una soluzione abbastanza classica tra le vetture sportive vogliose di conciliare aggressivit&agrave; e abitabilit&agrave; (anche se un Cavallino appiccicato su un portellone non si era davvero mai visto!), mentre la linea di cintura bassa, il rapporto tra le dimensioni generali e la larghezza delle carreggiate, nonch&eacute; il trattamento aerodinamico di muso e coda, non lasciano dubbi sulla matrice della vettura.  Che sia una vera Ferrari lo si capisce ancora di pi&ugrave; nel momento stesso in cui ci si mette al volante. Lo stile della strumentazione, della plancia e dei comandi e? l&rsquo;evoluzione coerente di tutto quanto Maranello ha mostrato fin qui in tema di interni, anche con numerosi echi provenienti dalla 458 Italia. Insomma, chi &egrave; intimo del Cavallino si trova immediatamente a proprio agio. Quello che cambia &egrave; la sensazione di ampiezza data dal posto guida, che sembra essersi dilatato fino alle dimensioni di quello di una berlina. Si mettono le mani sul volante e le palette del cambio sono subito l&igrave;, sotto le dita. Perfino pi&ugrave; del solito, dal momento che i commutatori degli indicatori di direzione, del lampeggio e dei tergi sono spostati sulla zona centrale volante. Ci vuole un po&rsquo; di abitudine per arrivare a utilizzarli con la necessaria naturalezza, ma certo la sparizione delle levette tradizionali facilita ulteriormente la comunione tra pilota e paddles. Il volante ha la regolazione elettrica e i sedili anche. Ferrari Purosangue contro tutti: la top 10 dei super Suv super veloci &nbsp; Non &egrave; quasi possibile trovare qualcosa fuori posto e la postura e? perfetta per una GT, sportiva ma non troppo, con il sedile che un po&rsquo; vincola e un po&rsquo; abbraccia. Indipendentemente dal fatto che si sia alti, bassi, tarchiati o esili, a chiunque viene da chiedersi: &ldquo;ma come ha fatto la Ferrari a scoprire le mie misure?&rdquo;. L&rsquo;unico appunto pu&ograve; essere mosso alla raggiungibilit&agrave; dei comandi per la regolazione del sedile, collocati sul fianco della seduta, lato portiera: lo spazio per infilare la mano &egrave; poco ed &egrave; meglio provvedere alle sistemazioni a vettura ferma e con lo sportello aperto. I due posti dietro sono ampi, comodi e facilmente accessibili anche per chi &egrave; pi&ugrave; lungo della media, mentre il volume del bagagliaio &egrave; come quello di una BMW Serie 3 (450 litri, che salgono a 800 se si abbattono gli schienali posteriori).  Gli interni sono evocativi &mdash; come &egrave; giusto che sia &mdash; a cominciare dal volante affollato di comandi, ma anche opulenti, elaborati e abbondantemente innaffiati di tecnologia, per solleticare tutti quelli che desiderano contornare il piacere di guida puro con un certa quantit&agrave; di aspetti voluttuari. La presenza della trazione integrale suona rassicurante ma, nel contempo, tranquillizza anche la promessa del sistema di essere poco invasivo e di farsi vivo solo se proprio non se ne pu&ograve; fare a meno. Non solo: a richiesta c&rsquo;&egrave; perfino un sistema di sollevamento delle sospensioni che aumenta l&rsquo;altezza da terra di 4 cm, perche? non si sa mai... Il prezzo da pagare per tutto questo &egrave; una lunghezza di quasi cinque metri, un passo di tre e un peso di due tonnellate (per&ograve; la 612 non faceva di meglio). Ma c&rsquo;&egrave; da pagare anche un prezzo reale che potrebbe far tremare la biro a qualcuno, perche? i 260 mila euro ufficiali vanno considerati solo una cifra di partenza, visto il prezzo stellare degli optional, alcuni dei quali sono virtualmente obbligatori su un&rsquo;auto destinata a un utilizzo globale come la FF.  Attenzione agli optional L&rsquo;allestimento standard, infatti, va considerato solo poco pi&ugrave; che accettabile e comprende rivestimenti in pelle, clima bizona, sedili e volante con le regolazioni elettriche basiche, sensori di parcheggio posteriori, navigatore, hi-fi, fari bixeno e poco altro. Invece accessori come i sensori di parcheggio anteriori e la telecamera posteriore, il cruise control, i retrovisori esterni elettrocromici, i proiettori adattativi e il sistema di monitoraggio della pressione dei pneumatici, che pure sono presenti su vetture di ben altro prezzo e caratura, qui si pagano. Al contrario, le dotazioni strettamente legate alla guida, come ci si pu&ograve; aspettare, sono ineccepibili, a partire dal cambio robotizzato a doppia frizione, per continuare coi freni carboceramici, il controllo di trazione F1- Trac, il differenziale E-Diff a gestione elettronica, le sospensioni adattive e i cerchi da 20 pollici. Tanto per fare un esempio che rende l&rsquo;idea del costo degli accessori, l&rsquo;esemplare provato, ben lontano dall&rsquo;essere &ldquo;full optionals&rdquo;, era equipaggiato con accessori a pagamento per una cifra che sfiora i 40 mila euro. Il motore, edizione pi&ugrave; evoluta del leggendario V12 Ferrari, &egrave; uno spaventoso 6.2 litri aspirato a iniezione diretta da 660 cv e il cambio elettroattuato a 7 marce &egrave; del tipo a doppia frizione, per coniugare ai livelli pi&ugrave; elevati morbidezza e velocit&agrave;. E, chi lo desidera, con un ulteriore supplemento di prezzo, puo? dotare la FF dell&rsquo;HELE, acronimo suggestivo di High Emotion Low Emission. Altro non &egrave; che un sistema di start&amp;stop il quale, unitamente a un programma aggiuntivo di gestione di cambio, trasmissione, ventole e pompe permette di ridurre i valori ufficiali di consumo combinato ed emissioni di CO2 dai 6 km/ litro e 380 g/km del motore in configurazione standard a, rispettivamente, 6,5 km/litro e 360 g/km. Ferrari Purosangue vs Lamborghini Urus: dati e soluzioni a confronto &nbsp; Per il suo debutto nel settore della trazione integrale, la Ferrari non voleva affidarsi alla consuetudine, &eacute; tantomeno accettare i compromessi che questa soluzione meccanica impone, almeno nelle forme viste finora. Un sistema convenzionale sarebbe stato complesso e pesante, perch&eacute; il cambio al retrotreno - soluzione dalla quale non si pu&ograve; prescindere per ottenere il bilanciamento ideale quando il motore sta davanti- avrebbe richiesto due alberi di trasmissione (uno per portare il moto dal V12 al cambio stesso, l&rsquo;altro per riportarne una parte alle ruote anteriori) come accade, ad esempio, sulla Nissan GT-R. Ma a Maranello hanno ritenuto che gli 80/90 kg supplementari conseguenti a una simile scelta sarebbero stati troppi e neppure volevano che il comportamento della vettura si allontanasse troppo da quello di una normale trazione posteriore.  Integrale innovativa Cos&igrave; lo studio del sistema 4RM (che sta per 4 Ruote Motrici) &egrave; iniziato nel 2004 ed &egrave; stato brevettato nel 2005. Per la sua realizzazione pratica sono state interpellate senza successo alcune aziende esterne e, alla fine, a Maranello hanno deciso di sbrigarsela in casa. Nella parte anteriore del V12 &egrave; ricavata una presa di forza, collegata direttamente all&rsquo;albero motore, che invia il movimento alle ruote anteriori tramite un variatore automatico di velocit&agrave; e due rapporti pi&ugrave; retromarcia. Il primo dei due rapporti in avanti &egrave; leggermente pi&ugrave; lungo della seconda marcia del cambio principale, il secondo &egrave; un po&rsquo; piu? &ldquo;disteso&rdquo; della quarta. L&rsquo;avantreno viene attivato automaticamente solo se il sistema di gestione della stabilit&agrave;, che governa anche il differenziale elettronico &ldquo;E-diff&rdquo;, rileva che la coppia indirizzata alle ruote posteriori &egrave; superiore a quella che queste ultime possono smaltire, mentre la ripartizione della coppia tra le ruote anteriori &egrave; determinata da due frizioni in bagno d&rsquo;olio sui semiassi.  La trazione anteriore, inoltre, &egrave; disponibile solo nelle prime quattro marce, quindi d&agrave; il suo contributo fino alla velocit&agrave; massima raggiungibile in quarta col motore a &ldquo; limitatore&rdquo;: 200 km/h a 8.000 giri. Dopodich&eacute; viene esclusa, presupponendo che chi si cimenta sulla neve a queste andature di cognome deve fare Latvala o qualcosa del genere, quindi non ha bisogno di &ldquo;aiutini&rdquo;. Rispetto alla soluzione Nissan, l&rsquo;adozione di questo schema insolito ha permesso di eliminare un albero di trasmissione e due differenziali, con un risparmio di peso del 50% che, oltretutto, ha aiutato a mantenere arretrato il baricentro dell&rsquo;auto, cosicch&eacute; il 53% del peso della FF grava sul retrotreno. Ferrari 296 GTB, la prova &nbsp; Il sound del motore &egrave; eccitante fin da quando si preme l&rsquo;engine start, anche perch&eacute; due condotti appositi trasportano parte delle pulsazioni dal sistema di aspirazione all&rsquo;abitacolo. Con la giusta misura, ovviamente, e in proporzione a come si tratta/maltratta l&rsquo;acceleratore. I tappi di cera per le orecchie, insomma, possono essere lasciati a casa in un cassetto. E comunque la voce &egrave; pi&ugrave; sconvolgente all&rsquo;esterno che all&rsquo;interno. Col manettino in &ldquo;Comfort&rdquo; sembra di essere su una berlina sportiva con molta verve.  FF, anima sportiva ma non rinuncia al comfort Il motore &egrave; inaspettatamente docile, il cambio snocciola i rapporti con educazione, specialmente nel modo automatico, e le sospensioni sembrano a proprio agio su sconnessioni e dossi rallentatori come non si penserebbe possibile, visto che tra i loro compiti istituzionali c&rsquo;&egrave; anche quello di tenere l&rsquo;auto ferma anche a 330 all&rsquo;ora e passa. Insomma la FF si muove nel traffico e sa andare a passeggio con una certa leggiadria, con il V12 che brontola in sottofondo. Gli ingombri all&rsquo;inizio possono imbarazzare, perch&eacute; la larghezza &egrave; prossima ai due metri, il cofano sembra non avere un inizio n&eacute; una fine e la visibilit&agrave; posteriore lascia un po&rsquo; a desiderare. Per fortuna ci sono i sensori di parcheggio posteriori di serie che, a richiesta, possono essere coadiuvati da quelli anteriori, nonch&eacute; da telecamere davanti e dietro (occorrono un sacco di soldi ma mai quanto servirebbe per un nuovo paraurti). Per cambiare il mondo, naturalmente, basta spostare il manettino su &ldquo;Sport&rdquo; e trattare l&rsquo;acceleratore con meno condiscendenza. L&rsquo;assetto diventa piu? piatto - ma mai granitico come quello della 458 - e mano a mano che ci si approssima ai 5.000 giri la spinta diventa pi&ugrave; possente e si alza il livello sonoro. Da qui in avanti - e fino agli 8.000 giri - si scatena una sorta di tempesta di cavalli che cambia la percezione della velocit&agrave; e delle distanze. Le due tonnellate della FF spariscono, le lancette di tachimetro e contagiri sembrano impazzire e la trasmissione scaraventa una marcia dietro l&rsquo;altra con la velocit&agrave; del pensiero. Ma decimo di secondo pi&ugrave;, decimo di secondo meno, questa sensazione non &egrave; poi cos&igrave; nuova per chi ha gi&agrave; avuto modo di guidare una Ferrari di generazione recente. Ferrari SF90 Stradale Spider, una "scoperta" da 1000 cavalli &nbsp; Quello che sorprende &egrave; la sensazione di controllo offerta dalla FF. Fatti salvi gli ingombri, che su strade strette possono creare qualche inibizione, ci si sente sempre perfettamente in grado di dominare la vettura. Lo sterzo, bench&eacute; resti sempre un po&rsquo; leggero, ha una precisione e una rapidit&agrave; fuori scala (anche troppo, alle velocit&agrave; pi&ugrave; elevate), la frenata &egrave; poderosa e la percezione del lavoro delle ruote &egrave; immediata. La consapevolezza che ci sia la trazione integrale &egrave; pi&ugrave; che altro un supporto psicologico, perch&eacute; se la superficie stradale &egrave; appena presentabile, il sistema non ha un effetto evidente, dato che la motricit&agrave; e la tenuta sono talmente elevate da non richiederne mai l&rsquo;intervento. Per la stessa ragione, anche la posizione finale &ldquo;Esc Off&rdquo; del manettino, che disattiva il controllo di stabilit&agrave;, non trasforma affatto la FF in un cavallo pazzo e puo? essere proficua solo se si &egrave; in pista e se si hanno una capacit&agrave; e una sensibilita? di guida largamente superiori alla media, dal momento che i sistemi elettronici di gestione della motricit&agrave; sono talmente ben sintonizzati da risultare minimamente invasivi anche in circuito.  Controllo totale Guidando la FF in modo cattivo si nota un sottosterzo appena accennato in ingresso, correggibile in modo intuitivo con sterzo e acceleratore, dopodich&eacute; l&rsquo;auto si assesta sulle quattro ruote e scivola in modo omogeneo verso l&rsquo;esterno della curva, forte di un bilanciamento quasi simmetrico tra avantreno e retrotreno. Neppure affondando l&rsquo;acceleratore in uscita le ruote posteriori perdono il controllo della situazione: diciamo che, al massimo, la coda guadagna un po&rsquo; di vitalit&agrave; ma nulla di pi&ugrave;, perch&eacute; in questo caso si fa rapidamente viva la trazione anteriore e riequilibra la FF con delicatezza. Tolto qualche pilota professionista, comunque, nessuno potr&agrave; ritenere la FF poco emozionale per questo genere di messa a punto, perche? il livello di prestazioni, sensazioni e partecipazione alla guida &egrave; superiore a quello di ogni altra GT e la sua precisione chirurgica su strada &egrave; fonte di soddisfazioni a non finire. La vettura sembra davvero avere due anime, confortevole e sportiva, e di saper mostrare l&rsquo;una o l&rsquo;altra all&rsquo;occorrenza, senza commistioni. L&rsquo;unico aspetto che tradisce la ricerca di un compromesso &egrave; la regolazione del comando del freno: se consideriamo le esigenze della pista, infatti, la corsa del pedale e? un po&rsquo; lunga e l&rsquo; &ldquo;attacco&rdquo; non &egrave; brutale ma, del resto, sarebbe sconveniente invitare gli amici a fare un giro sulla Ferrari pi&ugrave; comoda di sempre e poi appenderli alle cinture di sicurezza al primo semaforo rosso&hellip; Le 10 Ferrari stradali pi&ugrave; veloci di sempre a Fiorano &nbsp; Velocissima in pista Se consideriamo le sportive a quattro posti veri, quelle dall'impostazione meno estrema, la FF &egrave; risultata seconda soltanto alla Porsche Panamera Turbo sul nostro giro a Balocco, accusando un ritardo di 9 decimi. Per contro la Ferrari ha fatto segnare un intertempo di 2&rsquo;01&rsquo;81 contro i 2&rsquo;02&rdquo;55 della tedesca. Questa apparente incongruenza dipende dal fatto che l&rsquo;intertempo viene rilevato nel tratto piu? veloce del tracciato, dove il V12 modenese ha fatto valere la sua spinta eccezionale (e i suoi 160 cavalli in pi&ugrave;), assecondata dalla straordinaria velocita? del cambio a doppia frizione. Sul tratto piu? &ldquo;guidato&rdquo; del circuito e caratterizzato dalle staccate pi&ugrave; importanti, invece, abbiamo riscontrato, a nostro parere, una taratura dell&rsquo;Abs troppo improntata a un uso turistico. Nelle staccate in condizioni di assetto limite, con la vettura &ldquo;scomposta&rdquo;, l&rsquo;Abs allunga pi&ugrave; del voluto gli spazi di frenata. Vero &egrave; che la FF non &egrave; un &ldquo;animale da pista&rdquo; e questi limiti non verranno mai raggiunti su strada normale. Peraltro la capacit&agrave; di decelerazione assoluta della Ferrari sul dritto o, comunque, in condizioni di equilibrio meno precario, e? stata superiore rispetto alla Panamera, con la FF che ha fatto registrare una decelerazione di 1,314 g contro 0,980 della Porsche. Visto comunque che la pista non &egrave; terreno di caccia di una FF, girare piu? veloci di una California &egrave; un gran bell'andare... Leggi anche: Auto nostalgia: Maserati GranTurismo MC, un Tridente che infilza l'anima       

Nel 2011 mettevamo alla prova la Ferrari FF, prima Rossa dotata di trazione integrale, e antesignana della nuova Purosangue: ecco il nostro test del 2011

Auto nostalgia: Ferrari FF, fast and fashion

        L&rsquo;incidente avvenuto alla fine di agosto a Monaco, con protagonista una Ferrari LaFerrari del valore di&nbsp;3,5 milioni di euro ha scatenato i commenti e l&rsquo;ironia del web. E vedendo il video (come quello postato dal blogger g-e supercars) non &egrave; difficile immaginare perch&eacute;: la supercar, inspiegabilmente verniciata di blu, &egrave; andata a sbattere contro alcuni scooter. Cerchiamo di capire perch&eacute;.  Sgomma ad un raduno con la Ferrari, ma si schianta contro un albero L&rsquo;incidente a Monaco: cosa &egrave; successo Il rombo del motore e l&rsquo;aspetto della vettura di Maranello non sono passati inosservati agli occhi dei presenti, che subito hanno tirato fuori il cellulare e ripreso la passerella della supercar, fin quando non si accosta e si ferma di fianco al marciapiede. E qui accade il fattaccio. Dalla Ferrari LaFerrari scende un parcheggiatore, che stava riportando l&rsquo;auto al legittimo proprietario. Dopo qualche secondo di stallo, per&ograve;, la Ferrari riparte e finisce contro un paio di scooter parcheggiati proprio davanti, rischiando anche di investire un passante che si trovava l&igrave; per puro caso e si &egrave; &ldquo;salvato&rdquo; salendo prontamente sulla recinzione di uno spazio esterno di un locale. Il tutto per fortuna si &egrave; svolto a pochi km/h di velocit&agrave; e quindi i danni sono stati relativi, ma quando si parla di Ferrari le cifre sono alte anche in presenza di qualche graffio. Il motivo dell&rsquo;incidente sembrerebbe dovuto al fatto che il posteggiatore abbia lasciato l&rsquo;auto in marcia dopo averla parcheggiata. Ma la Ferrari, come vediamo, riprende a muoversi: a quel punto l&rsquo;uomo tenta disperatamente di fermarla, risalendo a bordo e frenando. Troppo tardi. La supercar ha gi&agrave; sbattuto contro gli scooter. E tutto sotto gli occhi increduli del proprietario. Cerchi un'auto usata? Guarda qui       

&Egrave; successo a Monaco. Un incauto parcheggiatore ha lasciato accesa la supercar e poi &egrave; sceso: inevitabile il crash. Tutto sotto gli occhi del proprietario

Che botto per LaFerrari da 3,5 milioni: si schianta contro gli scooter VIDEO

In attesa di scoprire la nuova Ferrari Purosangue, ripercorriamo la storia del progetto del Suv del Cavallino Rampante, pi&ugrave; volte rimandato e sospeso, e che sta finalmente per diventare realt&agrave;.  In Ferrari l&rsquo;idea di realizzare un Suv &egrave; una storia lunga, se ne &egrave; cominciato a parlare gi&agrave; a met&agrave; anni &rsquo;90 dopo l&rsquo;arrivo di Montezemolo e cominciarono a circolare i primi bozzetti. Furono per&ograve; presto scartati perch&eacute; assomigliavano troppo a una vettura coup&eacute; Volkswagen dell&rsquo;epoca. A fine anni &rsquo;90 il progetto acceler&ograve; e furono realizzati anche alcuni prototipi di studio a quattro porte.  Dopo il 1998 e dopo l&rsquo;inizio della partnership fra Ferrari e Maserati (nel 2002 motore Ferrari sulla Maserati 4200 GT e nel 2003 lancio dell&rsquo;ammiraglia Quattroporte) a Maranello ci si concentra sulle sinergie con il Marchio del Tridente e l&rsquo;idea del Suv Ferrari viene temporaneamente accantonata.  Ferrari SF90 Versione Speciale, lo sviluppo passa dal Nurburgring  Suv Ferrari, quasi trent&#39;anni di attesa  Nel 2003 il debutto della Porsche Cayenne e successivamente nel 2007 quello della BMW X6 spingono la Ferrari a riconsiderare di nuovo l&rsquo;idea di un Suv sportivo, ma si lavora soltanto a livello di bozzetti: non viene realizzato nessun prototipo reale come era stato fatto dieci anni prima. Auto pubblica in copertina nel numero di gennaio 2008 un disegno dell&rsquo;ipotetico Suv Ferrari, un bozzetto del nostro disegnatore su indicazioni di alcune notizie trapelate dal centro stile.  Quando nel 2012 viene presentato il concept del futuro Suv Lamborghini, la Urus che debuttera? qualche anno dopo, e in Ferrari tornano a interessarsi fortemente all&rsquo;idea di una vettura del genere&hellip;  Leggi l&#39;articolo completo sull&#39;epopea del Suv Ferrari e tutti i dettagli sulla nuova Purosangue sul nuovo numero di Auto, in edicola da 15 settembre. 

Il primo progetto di una vettura a ruote alte del Cavallino Rampante risale alla prima met&agrave; degli anni &#39;90: da allora il progetto &egrave; stato numerose volte cancellato e ripreso. Ecco la sua storia

Ferrari Purosangue, la lunga epopea del Suv iniziata negli anni &#39;90

        Il 13 settembre &egrave; la data ufficiale in cui Ferrari sveler&agrave; la nuova Purosangue, primo Suv nella storia del Cavallino Rampante. Una novit&agrave; assoluta per la Casa di Maranello, che arriva dopo anni anni di attesa e indiscrezioni. Dello Sport Utility della Ferrari, infatti, si parla da anni, ma il progetto si era finora mai concretizzato. Il &ldquo;percorso di avvicinamento&rdquo; del Cavallino al Suv era iniziato nel 2011 con il lancio della Ferrari FF, prima Rossa a trazione integrale e con carrozzeria shooting brake. Modello sostituito nel 2016 dalla GTC4 Lusso e il cui spazio nella gamma della Casa emiliana verr&agrave; occupato proprio dalla Purosangue. Ma le voci del possibile lancio di un Suv Ferrari erano iniziate gi&agrave; in precedenza: nel numero di gennaio 2008, infatti, Auto pubblic&ograve; un servizio proprio dedicato a questa vettura che all'epoca pareva gi&agrave; in rampa di lancio, provando anche a ricostruirne l'aspetto in base allo stile dei modelli di quegli anni, in particolare la berlinetta 599 GTB Fiorano. Ferrari Roma Spider, si torna al lavoro sulla versione scoperta  Ferrari Suv, una lunga attesa Quando il servizio &egrave; stato pubblicato, 14 anni fa, il mercato dei Suv di lusso era ancora agli albori: Porsche nel 2003 aveva dato il via alle danze lanciando la Cayenne, ma nessuno dei Marchi super premium che oggi punta con forza sugli Sport Utility, da Lamborghini ad Aston Martin, passando per Bentley e Maserati, aveva ancora realizzato un prodotto di questo tipo. Ecco cosa scrivevamo all'epoca riguardo il ventilato Suv del Cavallino: La carrozzeria, che il nostro designer Lorenzo Preti ha ricostruito sulla base delle anticipazioni sul progetto F151 di cui siamo in possesso, non avr&agrave; nulla da invidiare ai pi&ugrave; potenti e prestigiosi Suv e crossover in circlazione, dalla Porsche Cayenne alla Mercedes Classe R, fino alle prossime 4x4 BMW. Ma naturalmente la meccanica avr&agrave; qualcosa in pi&ugrave;, a cominciare dal motore, montato in posizione anteriore longitudinale: le possibili alternative sono il 12 cilindri di 6.0 litri, da 550 cv, e il V8 di 4.3 litri, da 450 cv, derivati dall&rsquo;attuale produzione di Maranello (rispettivamente dalla 599 GTB Fiorano e F430/California, ndr). Non mancano le incognite nemmeno per il tipo di trazione da impiegare: la soluzione ideale e piu? consona per un tale tipo di veicolo &egrave; naturalmente la trazione integrale, per la quale per&ograve; la Ferrari non ha alcuna esperienza produttiva specifica. Per quanto riguarda lo sviluppo del sistema 4x4, in quel periodo si ventilava la possibilit&agrave; che Ferrari, scorporata di recente da Maserati, potesse collaborare con un altro Costruttore. Auto, tutti i nuovi modelli in arrivo a settembre &nbsp; L'accordo Ferrari-Mercedes L&rsquo;ipotesi pi&ugrave; probabile &egrave; che il sistema di trazione integrale venga sviluppato assieme alla Mercedes, che ha una lunga esperienza in proposito e con cui il Gruppo Fiat dovrebbe stringere a breve termine una serie di accordi di collaborazione, che potrebbero sfociare addirittura in un scambio azionario. Del resto gi&agrave; in passato, quando era stato impostato il progetto del Suv Maserati, i tecnici modenesi avevano puntato sulla collaborazione con uno specialista tedesco del settore, in quel caso l&rsquo;Audi, per potere realizzare l&rsquo;attesissima 4x4, anticipata dalla concept car Kubang (presentata nel 2003, ndr), disegnata da Giugiaro e accolta con entusiasmo nei Saloni internazionali. Quel progetto &egrave; stato poi accantonato proprio a causa della rottura delle trattative con l&rsquo;Audi, che doveva fornire la tecnologia necessaria. Ma ora, grazie ai ventilati accordi con la Mercedes, l&rsquo;idea della 4x4 e? tornata d&rsquo;attualit&agrave;. [&hellip;]  La nascita della 4x4 Ferrari &egrave; legata agli accordi che potranno essere stretti dal Gruppo Fiat: se per&ograve; sorgeranno problemi in proposito, la crossover di Maranello dovrebbe vedere ugualmente la luce alla fine di questo decennio (circa nel 2010, ndr), con la sola trazione posteriore e la meccanica derivata dalle attuali coup&eacute; di punta, in particolare dalla 612 Scaglietti. L&rsquo;impiego dell&rsquo;elettronica permetter&agrave; di assicurare una tenuta di strada adeguata in ogni situazione, mentre il variatore di assetto, in grado di modificare l&rsquo;altezza da terra in base alle diverse esigenze di impiego, &egrave; un altro degli elementi tecnici che caratterizzeranno la crossover. Stile inconfondibile per il Suv A livello estetico il nuovo modello si annuncia come una vera Ferrari sotto tutti i punti di vista: linea aggressiva e filante, frontale che si richiama ai modelli di punta e ripropone l&rsquo;impostazione della 599 GTB e della 612 Scaglietti, gruppi ottici posteriori circolari, come tradizione nella produzione di Maranello, una lunghezza nell&rsquo;ordine dei 5 metri e una larghezza di poco inferiore ai 2. Con simili caratteristiche e dimensioni anche l&rsquo;abitabilit&agrave;, per 4 occupanti, non deluder&agrave; le aspettative come pure la capacit&agrave; di carico, favorita dalla presenza dei sedili posteriori ribaltabili. L&rsquo;abitacolo manterr&agrave; naturalmente l&rsquo;impostazione sportiva tipica dei modelli Ferrari, con tanto di rivestimenti in pelle Poltrona Frau e Alcantara, sedili avvolgenti, strumentazione particolarmente completa e dotazione di accessori al top assoluto. Ferrari SF90 Versione Speciale: nuovi avvistamenti dei muletti su strada &nbsp; La Purosangue 14 anni dopo A distanza di quasi tre lustri dal nostro servizio, il Suv Ferrari &egrave; ufficialmente in rampa di lancio, in un contesto completamente diverso da quello del 2008: gli Sport Utility super premium sono ormai numerosi, e la stessa Casa di Maranello ha accumulato oltre un decennio di esperienza con la trazione integrale. A livello estetico, stando alle foto spia e ai teaser diffusi dal Cavallino, la Purosangue sar&agrave; coerente con lo stile dei modelli Ferrari attuali, Roma, 296 GTB e SF90 Stradale in primis, e avr&agrave; una carrozzeria aerodinamica e filante da Suv coup&eacute;. Per quanto riguarda i motori, oggi come 14 anni fa &egrave; concreta l'ipotesi che i tecnici del Cavallino abbiano optato per un 12 cilindri aspirato, in questo caso quello della 812 Superfast con 800 o pi&ugrave; cavalli. Con la possibilit&agrave; di vedere in gamma nei prossimi anni anche un'unit&agrave; ibrida plug-in, che nel 2008 era ancora molto al di l&agrave; dall'essere contemplata. La determinazione, da parte della Casa di Maranello, di realizzare una vettura che sia pienamente coerente con il carattere Ferrari pur con un concetto meccanico diverso, &egrave; rimasta per&ograve; la stessa.  We know you love to brighten #Ferrari teaser pictures&hellip; pic.twitter.com/uPJVU607nW &mdash; Ferrari (@Ferrari) September 5, 2022          

Nel 2008 Auto pubblic&ograve; un servizio sul Suv Ferrari che sembrava dover uscire entro pochi anni: ecco come o avevamo ricostruito

Suv Ferrari, ecco come immaginavamo la Purosangue 14 anni fa

        Continua la fase di sviluppo di quella che, lo scorso giugno, l'a.d. Ferrari, Benedetto Vigna, ha introdotto come la prossima supercar in arrivo. Un'indicazione generica, mentre a Maranello si lavora alla presentazione del Purosangue, il 13 settembre. C'&egrave; altro per&ograve; che bolle in pentola, oltre alla variante spider della Roma. C'&egrave; la Ferrari SF90 Stradale Versione Speciale. Questa una delle possibili sigle per la pi&ugrave; estrema proposta dell'ibrida plug-in. Tra i primissimi avvistamenti su strada &egrave; stato lo YouTuber italiano Varryx a rivelare i muletti e le soluzioni inedite rispetto alla SF90 Stradale.  &nbsp; In pista con assetto da massimo carico Recentemente il muletto ha girato al Nurburgring, con la specifica dotata dell'ala posteriore fissa. Un dettaglio, gi&agrave; avvistato su una delle tre mule car, che suggerisce un importante extra di carico aerodinamico.&nbsp; Da qui, per&ograve;, alcune considerazioni. Con le numerose chance di incrementare il carico attraverso soluzioni di aerodinamica attiva - premiando la pulizia estetica -, ancor pi&ugrave; specializzate rispetto alla SF90 Stradale, un'ala posteriore fissa &egrave; una scelta orientata a un pacchetto specifico opzionale o sar&agrave; configurazione predefinita della Versione Speciale? Focus sull'aumento delle prestazioni aero Un progetto specializzato sull'aumento della deportanza, quindi della prestazione in curva, deve bilanciare il carico tra i due assi, cos&igrave; ecco sfoggiare uno splitter amplissimo, davanti. Altre novit&agrave; rivelate dai muletti, la presenza di un'estrattore d'aria sul cofano anteriore, un S-Duct estremizzato come gi&agrave; sulla 488 Pista? Quanto alla riserva di potenza, i 1.000 cavalli del sistema ibrido plug-in della SF90 Stradale paiono pi&ugrave; che idonei anche a una specialissima come la VS che, invece, potrebbe approfondire il tema della riduzione del peso per ricavare prestazione ulteriore.       

Il muletto avvistato in pista &egrave; caratterizzato dall'ala posteriore fissa, in un incremento delle prestazioni aerodinamiche che pare la via ricercata rispetto alla gi&agrave; estrema SF90 Stradale

Ferrari SF90 Versione Speciale, lo sviluppo passa dal Nurburgring

        Conor McGregor ci ha abituato ai suoi colpi di testa e all&rsquo;ostentazione del lusso, come nel caso della sua Bentley o del suo incredibile motoscafo Lamborghini. Ecco l&rsquo;ultimo gioiello della sua collezione: una Ferrari F8 Tributo, alla guida della quale il campione dell'Ultimate Fighting Championship (UFC) si &egrave; ripreso pubblicando poi gli scatti sul proprio profilo Instagram. &nbsp; &nbsp; Una Ferrari da sogno Il campione dell&rsquo;UFC, in vacanza in Costa Azzurra con la famiglia, per festeggiare il compleanno del primogenito Conor Junior, non ha potuto fare a meno di farsi notare, a bordo della supercar di Maranello del valore di 276.000 euro (il prezzo base &egrave; di 236.000 euro).  Questo bolide &egrave; dotato di un propulsore (il V8), al quale il Cavallino Rampante ha voluto rendere omaggio costruendogli letteralmente la vettura attorno. Un motore cos&igrave; potente che eroga ben 720 CV di potenza e 770 Nm di coppia. La velocit&agrave; massima &egrave; di 340 km/h e l&rsquo;accelerazione da 0-100 km/h si raggiunge in appena 2,9 secondi. Performance che fanno impazzire un amante delle velocit&agrave; come McGregor.             Visualizza questo post su Instagram  Un post condiviso da Conor McGregor Official (@thenotoriousmma)            

Dal suo seguitissimo profilo Instagram, il campione dell&rsquo;UFC ha mostrato ai fan l'ultima supercar della collezione: eccolo sulle strade del sud della Francia con la Rossa da 280mila euro

Ferrari F8 Tributo: la nuova supercar di Conor McGregor

        Progettata dall'ingegner Nicola Materazzi e disegnata da Leonardo Fioravanti per Pininfarina, la Ferrari 288 GTO &egrave; una delle sportive pi&ugrave; iconiche della sua epoca. Per omaggiare questo modello Automobili Maggiore, startup toscana con sede a Forte dei Marmi, ha deciso di realizzare un restomod ispirato proprio alla coup&eacute; del Cavallino degli anni '80. La Gran TurismO, questo il nome del progetto, &egrave; sviluppata sulla base della Ferrari 208/308/328, la cui meccanica &egrave; stata per&ograve; profondamente rivista per garantire maggiore sicurezza e prestazioni elevate. Alla realizzazione del restomod ha preso parte anche lo stesso ingegner Materazzi. Materazzi, addio al pap&agrave; della Ferrari F40  Omaggio alla GTO con 600 cavalli Presentata nel 1984 e prodotta in una piccola serie limitata, la Ferrari 288 GTO &egrave; immediatamente diventato un classico per la Casa di Maranello. Dotata di un V8 sovralimentato da 2,8 litri, erogava 400 cavalli e aveva una velocit&agrave; massima dichiarata di ben 305 km/h. A renderla inconfondibile, una carrozzeria ricca di feritoie e prese d'aria, presenti soprattutto nella parte posteriore dell'auto per garantire il raffreddamento della meccanica. Caratteristiche riprese dalla Automobili Maggiore per realizzare la sua Gran TurismO. Realizzato sulla base delle Ferrari della famiglia 208/308/328, il restomod della startup toscana sfoggia linee squadrate e affilate, con numerosi richiami alla 288 GTO come le feritoie laterali sul paraurti posteriore e quelle sul cofano motore, fino ad arrivare ai fari a scomparsa. Oltre alla carrozzeria, Automobili Maggiore ha rivisto anche la meccanica della Gran TurismO, a partire dal telaio che &egrave; stato rinforzato per gestire la maggiore potenza in gioco. Se la vettura di base infatti erogava al massimo 254 cavalli, questo restomod arriva a quota 600, con prestazioni cresciute in maniera altrettanto vertiginosa. Un incremento di potenza ottenuto grazie a numerosi interventi sul V8 originale, di cui &egrave; stato mantenuto in sostanza solo il basamento. Altra modifica sostanziale &egrave; l'aggiunta di un sottotelaio connesso alla struttura originale, che sostiene il propulsore e il nuovo cambio manuale a 6 rapporti. A completare l'opera, un nuovo schema delle sospensioni (realizzato in Ergal, una lega metallica usata in ambito aeronautico) e un nuovo impianto frenante Brembo. L'ultimo impegno dell'ingegner Materazzi Per realizzare un omaggio il pi&ugrave; fedele possibile alla 288 GTO, Automobili Maggiore ha chiesto aiuto a colui che negli anni '80 progett&ograve; il modello originale: Nicola Materazzi. L'ingegnere campano, recentemente scomparso, aveva infatti collaborato insieme a Gianluca Maggiore, titolare dell'omonima startup che ha realizzato la Gran TurismO. La vettura, presentata al Concours of Elegance di Hampton Court Palace, nel Regno Unito, sar&agrave; realizzata in piccola serie, ma il numero di esemplari non &egrave; ancora stato ancora quantificato. Nicola Materazzi, tutte le auto dell'ingegnere italiano       

Realizzato da Automobili Maggiore, il restomod &egrave; stato realizzato in collaborazione con l'ingegner Nicola Materazzi, progettista della Ferrari 288 GTO degli anni '80

Maggiore Gran TurismO, l'omaggio alla 288 GTO con Materazzi

        Se il design del Ferrari Purosangue &egrave; stato largamente anticipato, da mesi ormai dopo le immagini rubate del FUV, suv sui generis perch&eacute; progetto nato a Maranello, resta molto altro da scoprire. I teaser si susseguono, sempre con il frontale oggetto delle "rivelazioni". L'ultima, mostra i proiettori accesi, in una visione inedita. Conta per&ograve; altro, dell'anticipazione. Conta scoprire la data di presentazione ufficiale. Quando debutta il Ferrari Purosangue? Sar&agrave; il 13 settembre prossimo che Ferrari Purosangue dar&agrave; sostanza alla scheda tecnica, dir&agrave; quali sono i numeri e le soluzioni tecniche applicate al motore V12. L'unit&agrave; iconica a Maranello &egrave; stata confermata la scorsa primavera, mentre intorno alla proposta di un powertrain ibrido plug-in si &egrave; rimasti parecchio abbottonati. Le caratteristiche del V12 sono attesissime, poich&eacute; potranno dire della prossima era che attende il plurifrazionato. Era che sar&agrave; di standard di omologazione pi&ugrave; rigidi in Europa. &nbsp; Hi-tech a bordo, Purosangue apre una nuova fase? Se i muletti del Purosangue ci hanno raccontato avere forme molto insolite per un maxi-suv, pi&ugrave; vicine a una granturismo rialzata da terra, la presentazione dovr&agrave; sviluppare il racconto legato agli interni, a un atteso passo in avanti Ferrari su contenuti hi-tech, vedi l'infotainment, immaginato in un ambiente suv che apre nuove opportunit&agrave; di vita a bordo. Sar&agrave; molto diverso dai suv di marchi rivali, dal Lamborghini Urus come dal Bentley Bentayga, per richiamare due accreditate protagoniste della partita maxi-suv di lusso. Benedetto Vigna, a.d. della casa di Maranello, su un punto &egrave; stato pi&ugrave; che chiaro: il Purosangue non servir&agrave; quale moltiplicatore di volumi in Ferrari. Sar&agrave; una proposta diversa, un modo nuovo di vivere il dna del marchio, sempre con un'esclusivit&agrave; da preservare.       

C'&egrave; un appuntamento per scoprire la scheda tecnica, le prestazioni, le dimensioni del suv Ferrari: Purosangue &egrave; a un passo dal debutto

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