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Grok, l’AI di Musk arriverà sulle Tesla: ma tra dubbi, ritardi e polemiche

Elon Musk promette l’integrazione su tutte le auto Tesla «entro la prossima settimana», ma tra bug ideologici e precedenti mancate promesse, gli automobilisti restano scettici
Grok, l’AI di Musk arriverà sulle Tesla: ma tra dubbi, ritardi e polemiche
© Tesla Fans Schweiz, Unsplash

Luca TalottaLuca Talotta

11 lug 2025

«Grok arriverà molto presto sui veicoli Tesla. Al più tardi la prossima settimana». Con questo annuncio pubblicato su X, Elon Musk ha acceso nuovamente i riflettori sul suo ecosistema tecnologico, annunciando l’integrazione del suo chatbot AI nelle auto elettriche del marchio. Il problema? Sono anni che Musk lancia promesse a effetto con scadenze impossibili da rispettare. E questa volta, oltre ai soliti ritardi, pesano anche problemi ben più gravi: le recenti uscite antisemite del sistema Grok sulla piattaforma X, dove ha addirittura elogiato Adolf Hitler in risposta ad alcuni prompt.

Insomma, l’arrivo di Grok sulle Tesla non è soltanto una questione tecnica, ma anche una prova di responsabilità per un marchio automotive che ha costruito la propria reputazione su innovazione e visione futurista. Eppure oggi sembra più confusa che mai.

Tesla rincorre Mercedes e Volkswagen sull’integrazione AI

L’industria dell’auto ha ormai imboccato senza esitazioni la strada dell’intelligenza artificiale, e su questo fronte Elon Musk sta tentando di recuperare terreno. Mercedes-Benz ha fatto da apripista, integrando ChatGPT all’interno del sistema Mbux con comandi vocali intelligenti che spaziano dalla navigazione all’intrattenimento, con una modalità di “conoscenza generale” basata sui modelli di OpenAI. Più recentemente, ha aggiunto un AI Agent conversazionale sviluppato con Google, capace di rispondere in modo naturale a frasi come: «Hey Mercedes, ho fame. Hai qualche posto da consigliarmi?».

Anche Volkswagen ha annunciato un’integrazione con ChatGPT nel proprio sistema IDA, a partire da numerosi modelli della gamma ID e persino sulla nuova Tiguan. Le auto diventano sempre più simili a smartphone su quattro ruote, e il ritardo di Tesla su questa funzionalità è ormai evidente.

 

 

Tutti i dubbi sull’arrivo reale di Grok nelle auto Tesla

L’annuncio arriva dopo la presentazione di Grok 4, l’ultima evoluzione dell’AI firmata xAI, la società fondata da Musk per competere con OpenAI, Google DeepMind e Anthropic. Ma c’è un’enorme incognita: sarà davvero pronto entro una settimana? Difficile crederlo, anche solo per il fatto che la versione di Grok attualmente integrata su X è tutt’altro che affidabile, e negli ultimi giorni è finita al centro delle polemiche per aver diffuso messaggi antisemiti.

Linda Yaccarino, CEO di X, ha appena annunciato le dimissioni, lasciando nell’aria un senso di crisi interna all’impero di Musk. Intanto, xAI ha promesso misure contro l’hate speech, ma chi guiderà una Tesla potrà davvero fidarsi di un assistente vocale capace, fino a pochi giorni fa, di glorificare dittatori?

E poi c’è la questione economica. Su X, Grok è disponibile gratuitamente, ma per utilizzare la versione avanzata Grok 4 tramite app o sito serve un abbonamento da 30 dollari al mese. La versione Heavy, ancora più potente, ne costa 300. Cosa succederà a bordo delle Tesla? Sarà incluso nel prezzo del veicolo? Oppure sarà un accessorio premium da sottoscrivere a parte?

Gli automobilisti non sono cavie da laboratorio

In un’epoca in cui la guida autonoma ancora stenta a decollare e la sicurezza dei sistemi ADAS è sotto la lente delle autorità di tutto il mondo, introdurre un chatbot AI non perfettamente testato e potenzialmente instabile appare come un rischio inutile e inaccettabile. Non stiamo parlando di un social network dove correggere bug e contenuti offensivi è questione di moderazione: qui in gioco ci sono vite umane e sicurezza stradale.

Elon Musk dovrebbe ricordarselo prima di lanciarsi in annunci roboanti. Le Tesla non sono prototipi in laboratorio, sono auto vere, che circolano ogni giorno tra famiglie, pendolari, professionisti. In un mercato automotive sempre più competitivo, è ora che Musk smetta di rincorrere lo show e inizi a rispettare gli automobilisti.

Alternative a Grok? Fortunatamente esistono

In attesa di capire se Grok sarà davvero disponibile e in quale forma, gli utenti Tesla hanno comunque delle alternative. Il browser integrato nei veicoli permette infatti di accedere facilmente ad altri chatbot come Claude di Anthropic, e probabilmente anche al nuovo browser AI di OpenAI, che potrebbe arrivare tra poche settimane. Insomma, l’ecosistema Tesla non è chiuso, ma resta il problema: perché affidarsi a un sistema instabile quando esistono già opzioni migliori, più affidabili e gratuite?

Serve chiarezza, non hype: il settore auto non è un giocattolo

Elon Musk può anche permettersi il lusso di presentazioni in diretta streaming, cambi di rotta improvvisi e proclami ad effetto. Ma il settore dell’auto richiede chiarezza, affidabilità, trasparenza. Non bastano le promesse, soprattutto se non mantenute. E ogni giorno di ritardo, ogni bug, ogni dichiarazione controversa che arriva da Grok o dalle piattaforme Musk, è un colpo alla credibilità di Tesla.

Gli automobilisti meritano rispetto, non un assistente vocale in versione beta che rischia di trasformare una semplice richiesta vocale in un incubo ideologico. È ora che il mondo dell’auto smetta di inseguire l’AI per moda e inizi a farlo con criterio e responsabilità.

 

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