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Il sistema Start & Stop, nato per ridurre consumi ed emissioni, è ormai superato con l’arrivo di ibride ed elettriche e si avvia verso la fine
Luca Talotta
27 ago 2025 (Aggiornato il 28 ago 2025 alle 07:46)
Il sistema Start & Stop sembrava una delle più grandi rivoluzioni tecnologiche per le auto con motore a combustione. La sua funzione era semplice quanto efficace: spegnere automaticamente il motore in fase di sosta, per esempio al semaforo, e riavviarlo non appena si rilasciava il pedale del freno o si innestava la marcia. L’obiettivo era ridurre le emissioni e tagliare i consumi di carburante, un aspetto non trascurabile soprattutto nei centri urbani dove il traffico costringe a lunghe attese.
La prima a portarlo sul mercato fu la Fiat Regata ES (Energy Saving) del 1983, grazie all’idea di Mauro Palitto del Centro Ricerche Fiat. Seguirono poi altre interpretazioni, come quella della Volkswagen con attivazione manuale, introdotta sulla Passat e successivamente su Golf Ecomatic, Lupo e Audi A2.
La vera diffusione arrivò nel 2004 con Citroën C2 e C3, grazie a un sistema abbinato al cambio SensoDrive e a un alternatore reversibile a controllo elettronico. Questa soluzione portò il concetto a un pubblico più ampio, diventando un vero standard del settore.
Negli anni successivi, quasi tutti i costruttori adottarono il sistema Start & Stop. Fiat lo ripropose nel 2008 sulla 500, seguita da Alfa Romeo con la MiTo nel 2009, mentre il Gruppo PSA sviluppò nel 2011 il sistema e-HDi, capace di spegnere il motore non solo da fermo ma anche in fase di decelerazione. I benefici erano chiari: in città si potevano ottenere risparmi fino al 26% sul carburante.
Eppure, la tecnologia non fu mai amata da tutti. Molti automobilisti lamentavano vibrazioni, partenze poco fluide e stress per la batteria, che in alcuni casi portava la centralina a disattivare automaticamente la funzione per evitare malfunzionamenti. Perfino Donald Trump, durante il suo mandato presidenziale, definì lo Start & Stop una tecnologia “dannosa”.
Con l’avvento delle nuove soluzioni, il sistema ha iniziato a mostrare i suoi limiti. Sulle auto ibride, infatti, la funzione diventa superflua: il motore termico si spegne già da solo a basse velocità per passare alla trazione elettrica. Sulle elettriche, addirittura, il problema non si pone, perché non esiste un motore termico da gestire.
Oggi appare chiaro che lo Start & Stop non ha più senso di esistere sulle auto moderne. L’evoluzione della mobilità lo ha reso un sistema quasi obsoleto, utile solo su motori termici tradizionali che stanno progressivamente lasciando spazio all’elettrificazione.
Per molti automobilisti non sarà una grande perdita: chi non lo sopportava potrà finalmente dire addio a una funzione percepita come fastidiosa, mentre chi lo apprezzava dovrà rassegnarsi a vederlo sparire. In ogni caso, la sua parabola si chiude con un bilancio positivo: per oltre vent’anni ha rappresentato una soluzione concreta per ridurre consumi ed emissioni in ambito urbano.
La verità, però, è che ancora una volta i Costruttori hanno imposto agli automobilisti una tecnologia che oggi risulta superflua. Mentre i cittadini continuano a pagare caro carburante, manutenzione e tasse, le case automobilistiche si liberano di un sistema non più redditizio senza mai chiedersi se gli utenti abbiano davvero tratto i benefici promessi.
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