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BYD sfida il Giappone con una nuova elettrica da 17.000 euro

Avvistato il prototipo della K-Car compatta pensata per conquistare il difficile mercato giapponese. Batteria da 20 kWh, ricarica rapida e prezzo aggressivo.
BYD sfida il Giappone con una nuova elettrica da 17.000 euro
© ThinkerCar

Luca TalottaLuca Talotta

21 lug 2025

La scena è emblematica: una citycar elettrica nera, compatta e squadrata, parcheggiata tra un furgone e un veicolo commerciale. Nulla di appariscente, ma per chi sa leggere tra le righe, è un messaggio diretto e provocatorio: la Cina è pronta a sfidare il Giappone nel suo campo più sacro, quello delle kei car, le piccole auto da città tanto amate e utilizzate dalla popolazione nipponica.

Le nuove foto spia pubblicate da ThinkerCar mostrano quello che sarà con ogni probabilità il prossimo modello BYD dedicato al mercato giapponese: una K-Car elettrica pensata non solo per competere, ma per vincere. E lo fa puntando su un prezzo estremamente aggressivo (circa 17.000 euro), tecnologie moderne e un piano di espansione capillare.

Una strategia che ha poco a che vedere con il compromesso: BYD vuole dominare, non solo partecipare. E lo fa in un Paese dove la penetrazione delle elettriche è ancora marginale, ma dove la crisi delle stazioni di servizio e l’aumento dei carburanti stanno cambiando rapidamente le abitudini.

Perché il Giappone è la nuova frontiera delle elettriche

Nel 2024, solo il 3% delle immatricolazioni in Giappone riguardava auto elettriche. Un dato incredibilmente basso, se si considera che il Paese ospita colossi come Toyota, Nissan e Honda. Ma è proprio questo scenario “conservatore” a rappresentare un’enorme opportunità per chi arriva da fuori con idee nuove e prezzi tagliati.

BYD ha già annunciato l’apertura di 100 concessionarie in Giappone entro il 2025, un piano di conquista che punta ad arrivare a coprire il 40% del segmento delle K-Car elettriche nei prossimi anni. Ambizione? Sicuramente. Ma anche realismo, perché la domanda di auto piccole, economiche e urbane è fortissima, soprattutto fuori dalle metropoli.

E poi c’è il contesto sociale: molte zone rurali giapponesi stanno subendo una progressiva chiusura delle pompe di benzina, mentre i giovani e gli anziani cercano veicoli economici, facili da ricaricare e da parcheggiare. La K-Car BYD sembra pensata esattamente per loro.

Cosa sappiamo della nuova BYD K-Car

Le immagini rubate mostrano un’auto piccola, con linee squadrate, porte posteriori scorrevoli e guida a destra, elementi che confermano l’obiettivo iniziale sul mercato giapponese ma lasciano intendere una possibile futura espansione verso altri Paesi RHD come Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Sud-est asiatico.

L’interno è già in linea con il DNA BYD: volante con logo centrale, display digitale dietro il volante e ampio schermo touch centrale, proprio come sui modelli più grandi e costosi del marchio. Uno stile essenziale, ma tecnologico, pensato per chi guida in città ma non vuole rinunciare alla connettività.

Dal punto di vista tecnico, la nuova elettrica monterà una batteria da 20 kWh, capace di garantire 180 km di autonomia nel ciclo WLTC, più che sufficienti per l’utilizzo urbano quotidiano. La ricarica rapida fino a 100 kW è la vera sorpresa: in questa fascia di prezzo e dimensioni, una caratteristica simile è tutt’altro che comune.

Non solo: il climatizzatore funzionerà tramite pompa di calore, una tecnologia che migliora l’efficienza energetica soprattutto nei mesi invernali, riducendo il consumo della batteria.

Prezzo e posizionamento: una sfida alle europee

Secondo quanto trapelato, il prezzo di lancio sarà di circa 130.000 yuan, ovvero 16.500-17.000 euro. Una cifra che spazza via la concorrenza europea nel segmento elettrico urbano. Per fare un confronto:

  • Dacia Spring parte da circa 21.000 euro in Italia

  • Fiat 500e supera i 28.000 euro in versione base

  • Citroën ë-C3, anche nella nuova versione low-cost, si attesta comunque sopra i 23.000 euro

La K-Car BYD, quindi, promette di rivoluzionare la fascia entry level, offrendo tecnologia moderna, autonomia urbana e ricarica veloce a un prezzo mai visto prima.

Se dovesse arrivare anche in Europa, sarebbe una mina vagante nel già fragile mercato delle citycar elettriche. Ma per ora, l’obiettivo è conquistare la fiducia dei giapponesi.

BYD non è più una promessa: è una minaccia concreta

Chi pensa ancora che i costruttori cinesi siano solo outsider farebbe bene a ricredersi. BYD è il primo produttore mondiale di veicoli elettrici e ibridi plug-in, ha superato Tesla in volumi e sta investendo in tutto il mondo, dall’America Latina all’Europa.

Il mercato giapponese, notoriamente chiuso e protezionista, rappresenta la sfida più difficile. Ma anche la più simbolica. Se BYD riuscirà a farsi spazio tra Suzuki, Daihatsu e Honda, potrebbe cambiare per sempre gli equilibri globali dell’auto elettrica.

E mentre l’Europa discute ancora di incentivi e standard Euro 7, la Cina continua a fare, costruendo auto, fabbriche e reti vendita. Un campanello d’allarme per chi crede che la transizione possa aspettare.

 

 

 

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