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Autovelox, stretta in arrivo: da oggi solo su strade pericolose

In vigore le nuove regole volute dal Mit: stop agli abusi, dispositivi autorizzati solo in caso di elevata incidentalità e con distanze minime precise
Autovelox, stretta in arrivo: da oggi solo su strade pericolose

Luca TalottaLuca Talotta

12 giu 2025

A partire da oggi, 12 giugno 2025, cambia il panorama degli autovelox sulle strade italiane. Si conclude infatti il periodo transitorio di 12 mesi previsto dal decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) dell’11 aprile 2024, che imponeva agli enti locali di adeguarsi a una nuova normativa più restrittiva. Lo ricorda il Codacons, segnalando come la riforma punti a limitare gli abusi da parte dei Comuni che spesso usano i dispositivi di rilevamento della velocità per fare cassa.

Le nuove regole rappresentano un cambio di rotta: non sarà più possibile installare autovelox ovunque, ma solo in condizioni ben precise e con l’autorizzazione dei prefetti. Inoltre, nuove regole su distanze minime e limiti di velocitàandranno a disciplinare il loro posizionamento, con l’obiettivo dichiarato di tutelare la sicurezza stradale, evitando l’utilizzo distorto di questi strumenti.

Autorizzazione prefettizia obbligatoria

Una delle modifiche più rilevanti riguarda proprio l’autorizzazione preventiva, che spetterà ai prefetti. Gli autovelox mobili o fissi potranno essere installati solo su tratti di strada in cui si verifichi almeno una di queste condizioni:

  • elevato numero di incidenti dovuti all’eccesso di velocità negli ultimi cinque anni;

  • impossibilità o estrema difficoltà di fermare il conducente per contestare subito la violazione;

  • velocità media dei veicoli chiaramente superiore ai limiti consentiti.

Questo criterio mira a porre un freno alle postazioni “a sorpresa” usate in passato come leva di incasso più che come presidio di sicurezza.

Distanze minime tra i dispositivi

La normativa stabilisce per la prima volta distanze minime obbligatorie tra un autovelox e l’altro, diverse a seconda della tipologia di strada:

  • 4 km su autostrade;

  • 3 km su strade extraurbane principali;

  • 1 km su strade extraurbane secondarie, urbane di scorrimento e ciclopedonali;

  • 500 metri su strade urbane di quartiere e urbane locali.

In ambito urbano, anche per le postazioni fisse, dovrà esserci una distanza di almeno 500 metri, anche in prossimità dei confini con le strade extraurbane.

Distanze tra segnaletica e dispositivo

Le nuove regole disciplinano anche la distanza minima tra il segnale stradale che indica il limite di velocità e l’autovelox stesso:

  • almeno 1 km su strade extraurbane;

  • 200 metri su strade urbane di scorrimento;

  • 75 metri su altre strade urbane.

Questo serve a garantire che i conducenti abbiano il tempo e lo spazio necessari per adeguare la propria velocità dopo la segnalazione, evitando multe a sorpresa.

Limiti di velocità: addio agli autovelox “trappola”

Un’altra grande novità riguarda l’adeguatezza dei limiti di velocità nei punti in cui vengono installati gli autovelox. Per evitare multe considerate ingiuste, la legge impone che:

  • su strade urbane di scorrimento, di quartiere e locali, il limite deve essere pari a quello previsto per quella tipologia di strada (comunque non inferiore a 50 km/h);

  • su autostrade, strade extraurbane principali, secondarie e locali, l’autovelox può essere installato solo se il limite imposto non è inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quello previsto per quella strada.

In concreto: su una extraurbana dove il limite normale è 110 km/h, non si potrà piazzare un autovelox se il limite è stato abbassato, ad esempio, a 70 km/h, perché troppo distante dallo standard. Il minimo accettato, in questo caso, sarebbe 90 km/h.

Un freno agli incassi facili

La nuova normativa segna una svolta importante, dopo anni di proteste da parte degli automobilisti e delle associazioni dei consumatori. Secondo il Codacons, questi provvedimenti rappresentano «una risposta concreta all’uso distorto degli autovelox da parte di alcuni Comuni», che in molti casi traevano introiti importanti dalle multe, spesso in modo scorretto o sproporzionato.

L’associazione segnala anche che numerosi ricorsi in sede giudiziaria sono stati accolti negli ultimi anni, proprio a causa di mancate autorizzazioni, segnaletica inadeguata o limiti non giustificati. Con le nuove regole, si punta a evitare ulteriori contenziosi, oltre a ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Sicurezza o business? La sfida è culturale

La questione degli autovelox va ben oltre l’aspetto tecnico. Per anni è stato al centro di una polemica nazionale: da una parte chi li considera strumenti essenziali per la sicurezza, dall’altra chi li vede come strumenti di prelievo forzoso ai danni degli automobilisti. La riforma, pur non eliminando l’uso dei dispositivi, prova a restituire coerenza e trasparenza.

Resta ora da capire quanti Comuni saranno realmente pronti ad adeguarsi. Le amministrazioni dovranno dimostrare la necessità delle installazioni e ottenere il via libera dei prefetti, evitando che le postazioni diventino strumenti di repressione fine a sé stessa.

 

 

 

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