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Il marchio giapponese ha ripopolato un'area paludosa tramite rimozione di specie infestanti, creazione di uno stagno e piantumazione di prati
Gianluca Guglielmotti
13 gen 2025
Lo stabilimento Nissan di Sunderland, centro nevralgico della produzione del marchio in Europa, continua a distinguersi per soluzioni e progetti dedicati alla sostenibilità. Quella industriale sta, infatti, per essere ridefinita con un innovativo progetto di “rewilding” (“rinaturazione”, ovvero ricostruzione di un ambiente naturale alterato dall’uomo ndr). Situato accanto al secondo parco solare recentemente realizzato, questo progetto punta a trasformare una palude disabitata in un habitat ricco di biodiversità, confermando il connubio tra energia rinnovabile e conservazione della biodiversità.
Grazie alla collaborazione con Atrato Partners Ltd, specialisti nello sviluppo di parchi solari, e al lavoro del team di ingegneria di Nissan, l’area è stata oggetto di un processo di rigenerazione che ha richiesto oltre un anno di lavoro. Gli interventi hanno incluso la rimozione di specie vegetali infestanti, la creazione di un nuovo stagno e la piantumazione di prati diversificati. L’impatto è stato immediato: la fauna locale ha trovato rifugio in questo nuovo ambiente. Tra le specie avvistate ci sono cervi, tassi, tritoni, diverse varietà di pipistrelli e uccelli come gheppi, poiane e gufi. Anche la flora ha risposto positivamente, arricchendosi di specie vegetali quali orchidee delle api e trifoglio bianco.
Il progetto di Nissan si inserisce in un contesto più ampio di trasformazione sostenibile dello stabilimento di Sunderland, che già oggi genera il 20% del proprio fabbisogno energetico grazie a fonti rinnovabili, inclusi parchi eolici e solari. Questo rappresenta un passo fondamentale nel quadro del progetto “EV36Zero”, visione ambiziosa che trasformerà Sunderland in un polo di eccellenza per la produzione di veicoli elettrici, batterie ed energia rinnovabile. Proseguendo l’impegno nella strategia globale Ambition 2030, il costruttore punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, non solo nelle sue operazioni ma lungo l’intero ciclo di vita dei suoi prodotti.
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