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Stellantis, biocarburanti nei sistemi ibridi: nasce Bio-Hybrid

Presentato per il mercato sudamericano, il sistema abbatte le emissioni di CO2 fino al 60% e interessa mild hybrid, full hybrid e plug-in

Stellantis, biocarburanti nei sistemi ibridi: nasce Bio-Hybrid

Gianluca GuglielmottiGianluca Guglielmotti

4 ago 2023

Elettrificazione e mobilità sostenibile: questi gli obiettivi primari della maggior parte dei costruttori auto. Non fa eccezione Stellantis, che ha da poco presentato, in Brasile, i Bio-Hybrid: si tratta di sistemi elettrificati di nuova generazione (basati sulla tecnologia Flex) che consentono l’utilizzo di biocombustibili (bioetanolo) al posto dei carburanti tradizionali, contribuendo al percorso di transizione energetica in maniera più graduale e meno costosa.

Stellantis Bio-Hybrid, biocarburanti su ogni tipo di ibrido

Già utilizzata in Sudamerica (circa 8 vetture Stellantis su 10) la tecnologia Flex si estende ora anche a powertrain elettrificati mild-hybrid, full hybrid e plug-in. Il Bio-Hybrid “mild” – che sarà basato sui motori Firefly da 1,0 e 1,3 litri - è dotato di un BSG (generatore-starter azionato da cinghia) da 4 cv (3 kW) alimentato da un accumulatore agli ioni di litio da 12 V e capacità inferiore a 1 kWh: oltre a svolgere anche la funzione di alternatore, il componente fornisce un piccolo “boost” di coppia e riduce lievemente consumi ed emissioni grazie al veleggiamento al rilascio dell’acceleratore.  L’ibrido full, denominato Bio-Hybrid e-DCT, sfrutta un elettromotore da 22 cv (16 kW), che fornisce anche propulsione, alimentato da batteria a 48 Volt da 1 kWh. Il Bio-Hybrid plug-in, infine, si compone di un motore elettrico da 60 cv (44 kW) con batteria da 11,4 kWh: di fatto, lo stesso powertrain della Jeep Compass 4xe.

Emissioni di CO2 ridotte fino al 60%

L’utilizzo di etanolo rispetto alla benzina tradizionale permette di ridurre in modo significativo le emissioni di anidride carbonica. Innanzitutto, l’estrazione dalla canna da zucchero (pianta che assorbe la CO2 durante il ciclo vita) consente di abbassare circa il 60% dell’impronta carbonica. I test condotti da Stellantis confermano la bontà del progetto: utilizzando un veicolo alimentato con quattro diverse fonti di alimentazione (etanolo, benzina E27 e powertrain elettrico, ma alimentato da energia brasiliana o europea) è stata misurata la CO2 emessa in ogni situazione. Rispetto alla vettura elettrica alimentata con energia prodotta in Europa, quella a etanolo è risultata inferiore in termini di emissioni del 18%.

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