        Sei linee per disegnare il futuro. Sei tratti stilizzati per anticipare nuova Volkswagen Golf 8. Nel 2019 scopriremo il progetto dal vivo, appuntamento nella seconda met&agrave; dell&rsquo;anno, il Salone di Francoforte potrebbe rappresentare l&rsquo;appuntamento giusto per mostrarsi in pubblico, insieme alla variante cabrio di Volkswagen T-Roc. Sono due delle novit&agrave; in programma a Wolfsburg nei 12 mesi che ci aspettano, non prima d&rsquo;aver presentato il restyling di Passat a met&agrave; anno. Che Golf 8 sar&agrave;? Nel corso della presentazione alla stampa dei risultati 2018 e degli obiettivi futuri che Volkswagen si propone di realizzare, l&rsquo;ottava generazione &egrave; stata annunciata con le parole chiave della digitalizzazione e connettivit&agrave;. C&rsquo;&egrave;, per&ograve;, altro al di l&agrave; dei servizi a bordo che il best-seller nel segmento C sapr&agrave; offrire. C&rsquo;&egrave; un programma, ad ampio respiro e destinato all'intero marchio, di razionalizzazione e semplificazione dell&rsquo;offerta Volkswagen. Maggiore efficienza, per sfruttare meglio le risorse, contenere i costi, semplificare la linea di approvvigionamento dai fornitori. Cos&igrave;, per dare due numeri, percentuali, nuova Volkswagen Golf 8 proporr&agrave; il 40% in meno di opzioni relativamente ai cerchi in lega e il 60% in meno di varianti sulla tipologia di volante offerto. L&rsquo;ottimizzazione interesser&agrave; anche la composizione dell&rsquo;offerta, sar&agrave; meno complessa, le varianti di motore-trasmissione nel loro mix verranno ridotte (-25%, tagli sugli abbinamenti meno richiesti dal mercato), come gli allestimenti. Il tutto si tradurr&agrave; in un incremento della produttivit&agrave; negli impianti, nel 2025 Volkswagen punta al +30% rispetto al dato 2018. Percorso di razionalizzazione delle gamme di prodotto che ha gi&agrave;, da tempo, portato quasi la totalit&agrave; dei costruttori a tagliare le proposte di carrozzeria 3 porte nel segmento C e B. Tornando alle &ldquo;linee&rdquo; stilizzate della futura Golf 2019, se la conferma del disegno del montante C &egrave; subito assimilabile alle proporzioni del modello oggi in vendita, una ghiotta anticipazione arriva sul taglio dei fari anteriori, destinati a seguire i tratti di nuova Polo, assottigliati e completati da una fascia a tutta larghezza tra bordo del cofano motore e calandra. Nei prossimi mesi saranno i muletti di sviluppo, su strada con la carrozzeria definitiva, a perdere le camuffature e rivelare passo dopo passo il design.&nbsp;       

La berlina compatta verr&agrave; presentata nell'autunno del 2019. Volkswagen ha delineato i piani per incrementare efficienza, produttivit&agrave; e ricavi. Meno allestimenti, si punta su abbinamenti di motore-cambio rilevanti&nbsp;

Nuova Volkswagen Golf 8, il teaser anticipa le novità

        Il passaggio epocale prospettato da Volkswagen&nbsp;alla propulsione elettrica, anche se progressivo e con alcune tappe da definire, riguarda ogni genere di automobili. Le sportive, i SUV, le citycar, le compatte e le berline. Ovviamente anche le vetture dedicate al puro divertimento. Al Salone di Ginevra&nbsp;VW dovrebbe presentare un beach buggy elettrico, ispirato al mitico Maggiolino, quindi alla sua derivazione &ldquo;balneare&rdquo; il Meyers Manx. Realizzato a met&agrave; degli anni Sessanta (1964-1971) da Bruce Meyers che ne voleva fare una vettura per le gare, molto ludiche e poco sportive, nel deserto della California. Un nuovo membro della famiglia I.D., realizzato quindi sulla piattaforma MEB. Ma un buggy vero, a cielo aperto, con rol bar e classico parabrezza. VW aveva gi&agrave; pensato tempo fa con Buggy Up (derivato dalla citycar) a una soluzione del genere. Le forme iconiche sono un classico richiamo vintage. Citazioni del suddetto Beach Buggy, del mitico Bulli (il T1) con il noto I.D. Buzz e ovviamente del Beetle. I tre faranno parte di questa &ldquo;linea nostalgia&rdquo; che potrebbe far davvero breccia.       

Dovrebbe essere presentato al Salone di Ginevra, completanto la gamma nostalgia col Bulli e il Maggiolino a elettroni

Volkswagen, beach buggy elettrico al Salone di Ginevra

        Si guarda al futuro (elettrico) per scadenze programmate. Una, di assoluto impatto, perch&eacute; no anche emozionale, riguarda il conto alla rovescia scattato sui motori termici. Il via lo d&agrave; Volkswagen, dal Car Summit Handelsblatt organizzato a Wolfsburg e la scadenza &egrave; fissata nel 2033. Secondo Michael Jost, responsabile delle strategie del marchio, sar&agrave; allora che vedremo l&rsquo;ultima produzione di un modello del gruppo su un&rsquo;architettura convenzionale. Un&rsquo;altra data, un altro anno: 2026. E&rsquo; l&rsquo;orizzonte individuato per lo sviluppo dell&rsquo;ultima famiglia di piattaforme convenzionali, l&rsquo;ultima generazione a ricevere sviluppi sui motori termici. La strada verso l&rsquo;elettrificazione completa &egrave; tracciata, una necessit&agrave; per il settore auto adeguarsi agli obiettivi di un&rsquo;industria Co2 neutrale. Sar&agrave; possibile dal 2040 secondo Volkswagen, tempi necessari per il rinnovamento totale della flotta di veicoli. Al contenimento del riscaldamento globale e delle emissioni di Co2 in atmosfera l&rsquo;industria automobilistica potr&agrave; dare un contributo ma non sar&agrave; risolutivo, da solo. L&rsquo;incidenza dei mezzi di trasporto &egrave; pari al 14%, la produzione industriale nel suo insieme vale il 25% delle emissioni di Co2 causa dell&rsquo;incremento delle temperature globali. Diesel, dagli scarti alimentari l'R33 che taglia la Co2 In questo quadro sono gi&agrave; stati predisposti gli investimenti, nell&rsquo;ordine di miliardi di euro, per strutturare l&rsquo;offerta di elettriche che dovranno diventare auto dai grandi volumi nei primi anni del 2030. Entro il 2025 dal gruppo tedesco arriveranno 50 proposte elettriche contro le attuali 6; la famiglia ID. aprir&agrave; la strada per la casa di Wolfsburg, su quella architettura modulare MEB destinata a produrre novit&agrave; di prodotto anche da altri brand del gruppo. Tornando alla data da &ldquo;fine di un&rsquo;era&rdquo;, perlomeno negli annunci, da verificare con la progressione della diffusione delle elettriche nel volgere dei prossimi 15 anni, cos&igrave; come dell&rsquo;infrastruttura di ricarica, al 2026 e all&rsquo;ultima generazione di architetture convenzionali (motori e telai) stanno gi&agrave; lavorando i tecnici del gruppo. &ldquo;Abbiamo approfittato del vantaggio della crisi per riallineare la strategia del gruppo. Adesso stiamo attuando il nostro programma. La compatta ID. (produzione nel 2019 a Zwickau; ndr) arriver&agrave; ai clienti come un prodotto Co2-neutrale&rdquo;, ha aggiunto Jost, un dettaglio che va al di l&agrave; delle emissioni prodotte dai veicoli per guardare alle fonti energetiche impiegate nel ciclo produttivo e la catena di fornitori. E dove resister&agrave; una quota di emissioni impossibili da evitare verranno attuati investimenti sulla protezione dell&rsquo;ambiente e la riforestazione.       

La spinta sull'elettrico e su un'offerta interamente Co2 neutrale far&agrave; s&igrave; che nel 2026 debutti l'ultima generazione di veicoli con architettura convenzionale e motori termici. Il 2033 l'orizzonte prospettato per lo stop alla produzione delle auto non elettriche

Volkswagen a tutto elettrico: nel 2033 l'estinzione delle auto convenzionali

        Quattro fornitori di celle per le batterie, a garantire il &ldquo;fabbisogno&rdquo; di kWh che dovr&agrave; supportare l&rsquo;offensiva di prodotto di Volkswagen sul fronte elettrico. L&rsquo;accordo siglato con SK Innovation, realt&agrave; sud-coreana, va a sommarsi alle partnership gi&agrave; in essere con LG Chem, Samsung e CATL, fornitori che sosterranno la produzione di elettriche su piattaforma MEB con tempi e su mercati specifici. Il ruolo di SK Innovation sar&agrave; centrale per la fornitura di batterie destinate ai modelli elettrici che verranno commercializzati in Nord America e, per una quota, ai modelli destinati al mercato europeo. Sar&agrave; solo dal 2022 che si svilupper&agrave; la fornitura, mentre gi&agrave; dal 2019 le elettriche del gruppo tedesco verranno alimentate dagli accordi firmati con LG Chem, Samsung e CATL, quest&rsquo;ultimo, fornitore strategico per la produzione in Cina. &ldquo;In SK Innovation, LG Chem, Samsung e CATL, abbiamo trovato forti partner per la fornitura sul lungo periodo di celle per i nostri veicoli elettrici. Insieme ai nostri fornitori assicureremo che la crescente flotta di elettriche del gruppo riceva le migliori batterie possibili, in tutte le varianti delle quali abbiamo bisogno per intercettare i requisiti di clienti e mercati specifici. Questo getta le fondamenta della trasformazione del gruppo Volkswagen verso la mobilit&agrave; elettrica&rdquo;, ha commentato Stefan Sommer, componente del Consiglio responsabile per i Componenti e l&rsquo;approvvigioanmento all&rsquo;interno del gruppo. Non va dimenticato come, oltre alla modularit&agrave; della piattaforma destinata alle auto elettriche di Volkswagen, anche i pacchi batteria sono altrettanto versatili e consentiranno la creazione di specifiche differenziate per kilowattora. Volkswagen, l'elettrico compatto I.D va all'attacco sul prezzo Il piano di sviluppo che porter&agrave; ad avere 50 modelli elettrici entro il 2025 all&rsquo;interno del gruppo Volkswagen dovr&agrave; essere supportato da una produzione di oltre 150 gigawattora ogni anno per alimentare il volume di veicoli che verranno assemblati, un quantitativo d&rsquo;energia equivalente a quattro Gigafactories, in un mercato delle batterie che parla essenzialmente un unico linguaggio, dei marchi asiatici e contro il quale l&rsquo;Europa ha sollecitato lo sviluppo di realt&agrave; radicate nel Vecchio Continente. Auto elettriche, per un pugno di litio: primato asiatico da sfidare Un impegno da 20 miliardi di euro, quello richiesto, dagli studi effettuati dalla stessa UE, per pareggiare il gap competitivo creatosi. Audi, un tesoro di batterie da riutilizzare       

SK Innovation si aggiunge alle forniture gi&agrave; sottoscritte con LG Chem, Samsung e CATL. Un'altra realt&agrave; asiatica, sud-coreana, a sottolineare la supremazia sulla produzione e fornitura di celle per pacchi batterie

Volkswagen, con SK I è poker di fornitori per le batterie

        Attivare la leva del prezzo per creare un movimento di rapida diffusione dell&rsquo;elettrico, pi&ugrave; e prima ancora del costante e continuo incremento dell'autonomia di marcia, potrebbe essere una scelta premiante. E Volkswagen &egrave; indicata prossima a compiere tale passo, con una I.D. d'accesso che, dovesse mantenere le promesse riportate dall&rsquo;agenzia Reuters e dall&rsquo;agenzia Bloomberg, potrebbe giocare il ruolo di game-changer.&nbsp; Meno di 20 mila euro per guidare una vera auto elettrica a batterie, se il piano ha la concretezza riportata dalla fonte interna al gruppo citata dalle due agenzie di stampa si verificher&agrave; il prossimo 16 novembre, data della riunione del board che dovrebbe deliberare il quinto modello I.D., visto che dal 2020 sappiamo gi&agrave; arriveranno la berlina compatta 5 porte, il suv I.D. Crozz, la berlina media prospettata da I.D. Vizzion Concept e, in una fase successiva, nel 2022, il van I.D. Buzz. Circolano gi&agrave; anche i nomi dei prodotti di serie di tali show car, da I.D. Neo per la berlina due volumi a I.D. Aero per la tre volumi di segmento Passat. Ma a interessare maggiormente &egrave; il progetto dell&rsquo;entry level su piattaforma MEB, quella delle elettriche del gruppo, in grado di garantire sinergie (leggi risparmi) tra i vari brand sotto l&rsquo;ombrello Volkswagen.&nbsp; Rendere competitivo l&rsquo;elettrico prezzandolo come un Diesel, se per la berlina compatta si guarda alla soglia dei 23 mila euro, sempre secondo fonti d&rsquo;agenzia, per il prodotto d'ingresso, pi&ugrave; piccolo per dimensioni e con carrozzeria crossover, sul quale dovr&agrave; pronunciarsi il Consiglio di sorveglianza Volkswagen, si vocifera di un listino da 18 mila euro. Come abbattere il fattore prezzo? Per un&rsquo;architettura modulare unica, il passaggio logico (e necessario) potrebbe interessare il pacco batterie modukare: pi&ugrave; autonomia, pi&ugrave; kilowattora, vogliono dire un costo superiore. Cos&igrave;, un&rsquo;elettrica cittadina, priva dell&rsquo;autonomia di marcia da 500 km che sar&agrave; sui modelli di punta, piuttosto con un adeguato range per la mobilit&agrave; quotidiana (330 km quelli prospettati nella specifica base delle batterie destinate alla piattaforma MEB) ma competitiva sul prezzo di listino rappresenterebbe un colpo interessante. I volumi produttivi di tale modello si attesterebbero sui 200 mila esemplari l&rsquo;anno. Volkswagen, l'offensiva elettrica si chiama MEB Consiglio di sorveglianza all&rsquo;interno del quale ha un peso rilevante la componente della rappresentanza dei lavoratori, che dovr&agrave; esprimersi sui livelli occupazionali prospettati per gli stabilimenti oggi impegnati sulla produzione di auto con motore termico e destinati alla conversione e produzione della gamma elettrica I.D. Si tratta di Emden, Zwickau e Hannover, rispettivamente al centro delle discussioni per produrre la berlina media, la compatta e il van I.D. Buzz.&nbsp;       

I rumors di un nuovo modello della famiglia I.D., oltre quelli gi&agrave; anticipati dai concept, irrompono a pochi giorni dal Consiglio di sorveglianza VW. Un crossover da 200 mila esemplari l'anno e un prezzo molto competitivo per la diffusione di massa dei ZEV

Volkswagen, l'elettrico compatto all'attacco sul prezzo

        Al Salone di San Paolo Volkswagen ha presentato Tarok, il nuovo pick-up per i mercati latino-americani. Ancora sottoforma di prototipo, ma destinato a diventare, in Brasile, ad avere un mercato. Infatti le forme, pur con qualche dettaglio ancora da &ldquo;normalizzare&rdquo; sono molto vicine al futuro modello di serie. Che strizzer&agrave; l'occhio anche a chi ama i SUV. Tarok evidenzia nitidamente l'evoluzione che la categoria dei pick-up ha avuto negli ultimi anni e la percezione diversa della potenziale clientela nei confronti della vettura. Non a caso &egrave; stato definito come: &ldquo;Lifestyle-oriented, il primo pick-up a combinare gli elementi stilistici di un urban SUV con un design tipicamente off-road&ldquo;. Parole e musica nientemeno che del capo del design Volkswagen, Klaus Bischoff. Tarok &egrave; un cinque posti che dispone di una variabile capacit&agrave; di stivaggio. Il sistema consente di allungare il piano di carico fino a 2.78 metri anche se cassone &egrave; lungo 1.21 m. E' possibile perch&eacute; la paratia posteriore dell'abitacolo pu&ograve; essere abbattuta con i sedili della seconda fila, aggiungendo cos&igrave; spazio. Inoltre, il portellone posteriore pu&ograve; essere aperto creando un piano completamente piatto. Il carico massimo &egrave; di circa una tonnellata. L'abitacolo &egrave; all'altezza dei moderni SUV e berline del Marchio. Design digitale molto curato, con una barra Cypress Metallic che corre lungo tutto il cruscotto. Per ora il motore &egrave; il quattro cilindri TSI da 1.4 litri e 150 cavalli di potenza. Che pu&ograve; essere alimentato sia a benzina, sia a etanolo. La trasmissione &egrave; automatica a sei velocit&agrave;, la trazione perennemente integrale 4MOTION. Ma avr&agrave; vita anche il Diesel con il TDI 2.0 litri da 150 cavalli.       

Forme pi&ugrave; ardite, nuove soluzioni di carico: diventer&agrave; un modello di serie

Tarok, il pick-up SUV di Volkswagen per il Brasile

        Da decenni il pick-up &egrave; il re incontrastato delle vendite di vetture negli USA. Ma l&rsquo;impero gradualmente si sta espandendo in tutto il mondo. Volkswagen, che nell&rsquo;America Latina ha molti mercati importanti, batte un ferro caldissimo. Al Salone di San Paolo, che si svolger&agrave; dal prossimo 6 novembre, VW presenter&agrave; il concept di un nuovo pick-up, definito come &ldquo;pioneering&rdquo;, ovvero portatore di nuove soluzioni. Un prototipo prossimo alla produzione in serie, che inizialmente sar&agrave; venduto in Brasile, ma in futuro potrebbe diventare un prodotto mondiale. Si tratta di un mezzo a trazione integrale, pi&ugrave; compatto del grande Amarok, che &egrave; lungo 5,2 metri. Realizzato con una sfruttando le economie di scala. Il nuovo pick-up infatti adotter&agrave; la piattaforma modulare MQB, quella di Golf e Tiguan, per intendersi. Il bozzetto del modello presentato si avvicina molto al modello che andr&agrave; in produzione adottando le motorizzazioni pi&ugrave; classiche di Volkswagen.       

Al Salone di San Paolo un nuovo mezzo realizzato sulla piattaforma modulare MQB

Il pick-up che viene dal Brasile, novità per Volkswagen

        p&gt; L&rsquo;incrocio &egrave; sempre un punto nodale nella guida. Per ogni automobilista, buona parte degli inconvenienti possono arrivare in questa situazione, senza dubbio. Su questo stanno lavorando Volkswagen e Siemens. Sviluppando nuove funzioni per lo scambio locale di informazioni tra veicoli e infrastrutture digitali di trasporto. Il sistema utilizza la tecnologia Car2X WLANp (ITS-G5) che verr&agrave; introdotta dalla VW il prossimo anno &nbsp;ed &egrave; in fase di test a &ldquo;casa&rdquo; del Gruppo, proprio a Wolfsburg. Le due case stanno realizzando un tratto di prova su una delle strade principali della citt&agrave;. Sulle queli dieci sistemi di segnalazione del traffico trasmetteranno informazioni relative allo stato dei semafori attraverso la tecnologia WLANp (ITS-G5). I futuri veicoli Car2X saranno in grado di elaborare i dati trasmessi. E informare il guidatore se c&rsquo;&egrave;, ad esempio, una "onda verde" per &nbsp;evitare frenate o accelerate superflue. A breve termine i sistemi di assistenza alla guida potranno farlo senza bisogno di intervento umano. Il tutto con un margine di sicurezza maggiore. Inoltre due incroci di Wolfsburg verranno equipaggiati con sensori in grado di rilevare pedoni e ciclisti. Di estrema fiducia il pensiero di Manfred Fuhg, Direttore di Siemens Mobility Germania. &ldquo;Gli incroci equipaggiati con sensori radar sono in grado di aumentare in modo rilevante l&rsquo;accuratezza nel rilevamento di pedoni e ciclisti. Informazioni che i veicoli non sarebbero in grado di percepire in autonomia in caso di incroci complessi o angoli ciechi&rdquo;. In sostanza i dati del semaforo vengono integrati con le informazioni dell&rsquo;infrastruttura circostante. Arrivando all&rsquo;automobile grazie alla tecnologia Car2X WLANp. Questa sinergia consente di ottenere funzioni coordinate di sicurezza che intervengono in situazioni in cui il guidatore o il veicolo non possono riconoscere gli utenti della strada circostanti con i loro stessi sensi/sensori o lo possono fare solo all&rsquo;ultimo momento. Pedoni e ciclisti, spesso coinvolti in incidenti, saranno pi&ugrave; protetti. &nbsp; Ovviamente le funzioni integrate possono essere efficaci solo se le infrastrutture dei trasporti e tutti gli utenti della strada &ldquo;parlano la stessa lingua&rdquo;. Questo sar&agrave; il passo decisivo su larga scala.       

Informazioni dettagliate agli incroci migliorano la sicurezza per tutti

Auto che comunica col semaforo, ci lavorano Volkswagen e Siemens

        Considerata come una delle chiavi di volta del futuro mercato auto, la guida autonoma totale si sta rivelando una questione complessa e dai risvolti potenzialmente rischiosi. Volkswagen, come tanti altri Gruppi, ne ha certamente presso atto. E starebbe cercando, secondo &nbsp;Automotive News Europe, alleati per create una tecnologia &ldquo;modello&rdquo; per il self drive. VW avrebbe gi&agrave; intavolato numerose trattative con potenziali partner. L&rsquo;obiettivo sarebbe quello di condividere, i costi, i rischi, anche delle potenziali azioni legali da affrontare dopo incidenti. Episodi di riscontro globale&nbsp;come quello di Uber&nbsp;hanno un potenziale negativo enorme. Gli studi legali delle industrie automobilistiche stanno lavorando anche a questo. Questa speciale alleanza, oltre al progresso tecnologico, avrebbe anche lo scopo di dimostrare che il proprio prodotto sarebbe dotato dei pi&ugrave; recenti livelli tecnici. Una sorta di &ldquo;garanzia&rdquo;, proprio perch&eacute; i sistemi sarebbero stati sviluppati con altri Costruttori e con il massimo contributo possibile di esperienza. Un pacchetto di radar, lidar e sensori &egrave; in esame. Sarebbero quindici le industrie, comprese parecchie Case auto, coinvolte da Volkswagen in questa iniziativa.       

Per una tecnologia opern source condivisa e affidabile

Volkswagen a caccia di alleati per la guida autonoma totale

Maggiolino, arrivederci. Canto del cigno per il Beetle negli Stati Uniti, due Final Edition celebrano (ancora) l&rsquo;uscita di scena di un mito dell&rsquo;automobile, che avr&agrave; a luglio 2019, in quel di Puebla, il passaggio conclusivo della produzione. L&agrave; dove, nel 2003, si concluse la storia del primo Beetle, figlio del progetto di Ferdinand Porsche negli anni Trenta e passato per successivi sviluppi fino ai 21 milioni di esemplari prodotti.    &Egrave; uno stop alla produzione, accompagnato da un arrivederci. L&rsquo;interpretazione moderna di un nuovo Maggiolino non potr&agrave; che essere elettrica e meno lontana di quanto non si possa immaginare. La piattaforma MEB ha la versatilit&agrave; necessaria per immaginare un domani diverso, a batterie, come sar&agrave; per il prodotto di serie derivato dal concept I.D. Buzz. L&rsquo;arrivo della MINI elettrica, poi, quasi obbliga a una risposta nostalgico-moderna.  Herbert Diess, a.d. Volkswagen, ha ammesso un anno fa come sar&agrave; uno dei progetti sottoposti ai membri del consiglio di amministrazione, implicitamente ammettendo l&#39;esistenza di uno studio di fattibilit&agrave; molto avanzato sul Beetle elettrico. Peraltro, Diess fa riferimenti espliciti alla Maggiolino elettrica cogliendo il senso di un ritorno quasi filosofico al modello del 1938. &ldquo;Se desideriamo una nuova Beetle, la versione elettrica sarebbe molto migliore rispetto a quella attuale, pi&ugrave; vicina alla storia del modello, a trazione e motorizzazione posteriore&quot;.  Ma torniamo alle due Final Edition, SE e SEL, di Volkswagen Beetle. Destinate al mercato americano, verranno proposte con carrozzeria coup&eacute; e cabriolet, entrambe motorizzate dal turbo 2 litri in versione 174 cavalli e cambio automatico 6 marce. I richiami alla storia del modello, all&rsquo;ultima Beetle Ultima Edicion del 2003, sono ricorrenti. A partire dalle colorazioni esclusive, un beige Safari Uni e un azzurro Stonewashed Blue, affiancati ad altre tre colorazioni (bianco perla, nero perlato e grigio platino). Tra cerchi in lega da 17 di SE o 18 pollici della pi&ugrave; ricca SEL, accessoriata anche dei fari bi-xeno con luci diurne a led. Entrambe sfoggiano ampie cromature, applicate all&rsquo;esterno come a bordo, accesso e avviamento senza chiave di serie come clima automatico, pedaliera in acciaio. Gli interni pi&ugrave; ricchi e rifiniti si avranno in versione SEL, con sedili in pelle diversamente dal misto tessuto-finta pelle di SE.  L&rsquo;offerta multimediale su Final Edition SE prevede il sistema Composition Media da 6,3 pollici, arricchito di navigatore e audio Fender su Final Edition SEL (Discover Media). Controlli vocali, bluetooth, presa Usb e App Connect sono presenti gi&agrave; nella specifica Composition. 

Negli USA la produzione del Beetle, coup&eacute; e cabrio, terminer&agrave; nel 2019, con due edizioni speciali. Il futuro, nel medio periodo, non potr&agrave; che essere elettrico e su piattaforma MEB

Volkswagen Maggiolino Final Edition, un addio aspettando il Beetle elettrico

Golf GTI ha una sorpresa per il canto del cigno della settima generazione. Una serie speciale per la Volkswagen pi&ugrave; iconica degli ultimi quaranta (e passa) anni. Nel 2019 &egrave; attesa Golf GTI Rabbit Edition, in omaggio a nome d&rsquo;esordio del modello negli USA. Denominazione che riprese momentaneamente nel 2006, mentre in America Latina si chiamava Caribe.  Golf ebbe Rabbit sulle carrozzerie anche in Italia, ma il nome &egrave; chiaramente legato alla vicenda negli Stati Uniti. Si tratterebbe di una serie limitata di 3.000 esemplari, per un commiato speciale.    Il motore sar&agrave; sempre l&rsquo;apprezzato due litri TSI con potenza da 230 cavalli. Al quattro cilindri turbo a iniezione diretta sar&agrave; abbinabile il cambio manuale o il doppia frizione DSG. I cerchi saranno da 18 pollici, dedicati in nero lucido, al pari delle calotte degli specchietti e dell&rsquo;alettone. Quattro i colori attesi Cornflower Blue, Deep Black, Pure White&nbsp;&nbsp; e Urano Grey.  Ovviamente saranno presenti loghi Rabbit dedicati all&rsquo;esterno e nell&rsquo;abitacolo sui tappetini e i sedili. La dotazione specifica comprender&agrave; anche fari full LED adattivi e sistema keyless.\ 

Serie speciale attesa nel 2019, omaggio al nome d&#39;esordio sul mercato americano

Rabbit Edition, Golf GTI torna alle origini a stelle e strisce

Manca solo una data, l&#39;ufficializzazione di un evento, perch&eacute; il pubblico possa toccarla dal vivo, Volkswagen T-Cross. Si conosce pressoch&eacute; ogni dettaglio del nuovo crossover urbano, ispirato dalla Polo ma dalla Polo in grado di muovere per offrire altro, di pi&ugrave;, anzitutto in termini di spazisit&agrave; a bordo, come emerso dalla prima presa di contatto su strada, con i muletti di sviluppo.    Si scoprir&agrave; in autunno e andr&agrave; su strada nel corso della primavera del prossimo anno, T-Cross. Se i muletti nascondono ancora il design di muso e coda, comunque non abbastanza da rendere impossibile intuirne le linee, gli ultimi bozzetti scrivono il volto di famiglia in modo chiaro.  Ampia calandra, integrazione unica tra griglia e fari, come fu, per prima, con Passat. Proiettori a richiesta anche con tecnologia full led, lamella centrale della griglia a sottolineare, semmai servisse, ancor di pi&ugrave; lo sviluppo in larghezza del muso. E proiettori scomposti, con fari diurni/fendinebbia su cornici generose.  In coda, la conferma di una strada pressoch&eacute; standardizzata su sempre pi&ugrave; crossover e suv: un&rsquo;unica fascia dedicata ai gruppi ottici, che avr&agrave; anche il merito di regalare maggior solidit&agrave; e imponenza al posteriore ma &egrave; dettaglio di stile un po&rsquo; inflazionato, sebbene le forme e i contorni della &ldquo;fascia&rdquo; cambino di casa in casa.  Volkswagen T-Cross avr&agrave; un occhio particolarmente attento alla modularit&agrave; dello spazio, alla praticit&agrave; d&rsquo;uso (tra 385 e 455 litri di spazio nel bagagliaio) e, perch&eacute; no, alla personalizzazione: 12 tinte carrozzeria, alternative bi-color, interni con l&rsquo;abbinamento di due tinte. Da qui si parte per arricchire il suv, anche con soluzioni di assistenza alla guida come l&rsquo;assistente al mantenimento della corsia. 

Il crossover urbano, derivato dal pianale Polo, si differenzia sostanzialmente dall&#39;utilitaria sotto il profilo stilistico. Anteprima mondiale in autunno, sul mercato arrivare in primavera

Volkswagen T-Cross, a tutto spazio verso il debutto

        T-Roc ha il Diesel giusto per il nostro mercato. Il crossover compatto di Volkswagen &egrave; disponibile con il 1.6 TDI da 115 cavalli. Il mootre a gasolio compatto, un quattro cilindri capace di&nbsp;250 Nm di coppia, rappresenta la migliore soluzione, date le dimensioni della vettura (4,23 metri di lunghezza, peso intorno ai 1200 kg) e la sua vocazione. Il 1.6 a gasolio va a colmare un vuoto, perch&eacute; il 2.0 TDI a trazione integrale rappresenta il top di gamma.&nbsp;Invece il propulsore, gi&agrave; best seller su Golf e altri modelli, &egrave; il cuore della gamma T-Roc, efficiente grazie alla presenza del catalizzatore SCR. Il prezzo di T-Roc 1.6 TDI parte da 25.500 euro o 199 euro al mese&nbsp;con il finanziamento proposto da Volkswagen. Il motore &egrave; abbinato al cambio manuale a sei marce. Le prestazioni sono di 187 km/h di velocit&agrave; massima, accelerazione da 0 a 100 km/h in 10,9 secondi e consumo nel ciclo combinato pari a 4,4 litri/100 km. Ovvero una percorrenza media dichiarata di 22,7 km/litro. T-Roc &egrave; ordinabile in due allestimenti, Style e Advanced, e quattro motorizzazioni. I Diesel 1.6 TDI SCR da 115 cv, 2.0 TDI 4Motion da 150 cv e i benzina 1.0 TSI da 115 CV e 1.5 TSI 150 cv, dotato di gestione attiva dei cilindri. I motori da 150 cavalli sono abbinati al cambio automatico doppia frizione DSG a sette marce. Per chi non &egrave; un macinatore di chilometri resta molto interessante il tre cilindri benzina alla 1.0 TSI 115 CV, che nell&rsquo;allestimento Style ha un prezzo di attacco di 21.900 euro.       

Il crossover Volkswagen &egrave; disponibile da 25.500 con il motore pi&ugrave; adatto al mercato italiano

T-Roc, ecco il 1.6 TDI: il diesel per tutti

Non ha ancora indossato l&rsquo;abito da cerimonia, ma ci ha concesso un primo ballo. La nuova Volkswagen T-Cross sonda il terreno per il prossimo debutto in societ&agrave;. Una vettura che arriver&agrave; ufficialmente sul mercato soltanto il prossimo anno, ma che abbiamo avuto l&rsquo;occasione di saggiare in anteprima.  Molte informazioni sono note, cos&igrave; come la tecnologia che la distingue. Infatti l&rsquo;auto viene realizzata sul pianale modulare MQB A0, lo stesso da cui deriva la Polo. Una piattaforma pensata per le sole trazioni anteriori. Ecco perch&eacute; la definizione di Crossover &egrave; pi&ugrave; calzante di quella di Suv. Nomenclature a parte, ci sono alcune quote che si differenziano dalla cugina pi&ugrave; bassa. Un divario davvero esiguo alla fine dei conti, che per&ograve; muta le carte in tavole dal punto di vista stilistico. Un&rsquo;auto che in qualche modo, forse anche per affinit&agrave;, &egrave; pi&ugrave; incline al disegno offerto da Tiguan e pure dalla pi&ugrave; grande Touareg.    Una design sostanzialmente sobrio che non cattura per la linea, piuttosto rassicura. Di fatto in poco pi&ugrave; di 4 metri (4,107 il valore ufficiale) sono contemplati tutti quei diktat tipici dell&rsquo;auto da famiglia. Lo spazio c&rsquo;&egrave;, si vede e si tocca, ma &egrave; comunque dimensionato secondo le specifiche di una vettura che si piazza all&rsquo;interno del segmento B.  Interessanti le diverse soluzioni di &ldquo;gestione&rdquo; dei sedili, che consentono di modificare la volumetria interna secondo le proprie esigenze. Sar&agrave; disponibile come optional il sedile anteriore completamente reclinabile (in avanti). Ci&ograve; garantisce la possibilit&agrave; di caricare oggetti relativamente lunghi, come ad esempio una tavola da surf. La seduta posteriore pu&ograve; scorrere a livello longitudinale, cos&igrave; che lo spazio del bagagliaio in configurazione 5 posti possa variare da 385 a 455 litri.  A&nbsp;vantaggio dei passeggeri nelle retrovie ci sono poi due prese Usb (ce ne sono due pure davanti). Una rarit&agrave; in questo segmento di mercato. La scenografia della plancia &egrave; molto simile a quella di Polo. Un commento sulle plastiche non &egrave; possibile, avendo preso contatto con un modello di pre-serie, quindi con specifiche (anche di materiali) non ancora definitive. Nuova la forma e la grafica del volante, che si differenzia da quello di Polo e delle altre Volkswagen. Gli allestimenti pi&ugrave; ricchi potranno contare sul quadro strumenti digitale (Active Info Display) dotato di sistema di infotainment con touchscreen da 8&quot;.  La posizione di guida rialzata non muta la percezione della strada, ossia non si vive la T-Cross come una vettura con il baricentro altro. E il fatto che la banca organi sia condivisa con i cugini di Seat, non la rende la versione tedesca di Arona, anche perch&eacute; vanta una seduta di guida ancora pi&ugrave; alta. Ovvio che alla voce gamma motori le conformit&agrave; siano invece palesi.    La famiglia di unit&agrave; a benzina di T-Cross, tutte dotate di filtro anti-particolato, si articola in questa maniera: propulsori 1.0 TSI con potenze di 95 cv (solo cambio manuale) e 115 cv (manuale e automatico), oltre al 1.5 TSI da 110 kW/150 cv. Il propulsore Turbodiesel TDI di 1,6 litri sviluppa invece una potenza di 70 kW/95 cv. Quest&rsquo;ultima &egrave; stata la motorizzazione protagonista di questa prima presa di contatto, equipaggiata con il cambio doppia frizione DSG a 7 marce, dotato del sistema di veleggiamento che disaccoppia la trasmissione dal motore in particolare condizioni di marcia.  Di fatto la prime impressioni di guida circa la nuova T-Cross non sono molto diverse da quelle che si potrebbero avere a bordo di Polo. Il comfort prima di tutto e la garanzia che pur essendo piccola in realt&agrave; &egrave; grande. Non si tratta tanto di una considerazione di volumetria, quanto di tecnologia che la correda.  Il Crossover Volkswagen porta in dote il Lane Assist (non disponibile su Polo) e pu&ograve; essere corredato di tutta una suite di dispositivi di sicurezza al pari della migliore concorrenza. Comunque nella guida di tutti i giorni non ci sono particolari appunti negativi che balzano all&rsquo;occhio di chi si trova al volante. Quanto a gamma e prezzi &egrave; davvero ancora troppo presto per poterne parlare, in previsione del fatto che sino al 2019 la vettura non sar&agrave; commercializzata. 

Il crossover di Wolfsburg si scopre in parte, ma si fa conoscere meglio. Pianale MQB in versione A0 e uno spazio a bordo ampiamente configurabile&nbsp;

Volkswagen T-Cross, la nostra prova in anteprima

Sar&agrave; il quinto suv della gamma. Sar&agrave; urbana. Sar&agrave; pi&ugrave; piccola di T-Roc. Sar&agrave; svelata in autunno. Adesso, di Volkswagen T-Cross, sappiamo anche un po&rsquo; di pi&ugrave;. Che look avr&agrave;, ad esempio. Primi bozzetti, dal tavolo da disegno a vernissage virtuale, aspettando l&rsquo;anteprima dal vivo che avverr&agrave; tra pochi mesi.    Nasce sul pianale MQB della Polo ma dalla Polo va decisamente pi&ugrave; l&agrave; sul design. La versatilit&agrave; del progetto &egrave; l&rsquo;elemento essenziale per un suv che misurer&agrave; 4,10 metri in lunghezza. Coda che dovr&agrave; offrire un portellone ampio e regolare nell&#39;apertura, non senza un aspetto ricercato all&#39;esterno. Il teaser diffuso da Volkswagen svela fari a tutta larghezza, stratagemma per amplificare visivamente la presenza dell&#39;auto, scalfature e spigoli utili a dare dinamismo, al posteriore come lungo la fiancata.  Dal frontale era logico attendersi l&rsquo;evoluzione delle forme viste su T-Cross Breeze Concept. Oltre alla calandra allineata ai fari, si contano proiettori sdoppiati posti sul paraurti. Andr&agrave; a sfidare un segmento B dei suv molto affollato e dal potenziale di crescita tra i pi&ugrave; elevati nei prossimi anni. Sono modelli nei quali si cerca la compattezza delle dimensioni ma un po&rsquo; di spazio in pi&ugrave; a bordo rispetto alle berline utilitarie, la posizione di guida alta e un aspetto da suv importante, pur essendo Volkswagen T-Cross &ndash; come la quasi totalit&agrave; dei progetti rivali &ndash; un modello con trazione esclusivamente due ruote motrici.  L&rsquo;Europa rappresenter&agrave; il mercato centrale, sebbene da Wolfsburg abbiano confermato l&rsquo;offerta anche in Sud America e sul mercato cinese. Massima flessibilit&agrave; la parola d&rsquo;ordine legata agli interni, tradotta in una soluzione furba: i sedili posteriori scorrevoli, cos&igrave; da incrementare lo spazio destinato alle gambe dei passeggeri posteriori, oppure, incrementare il volume di carico nel bagagliaio conservando la configurazione 5 posti.  Di serie, T-Cross, avr&agrave; sistemi di assistenza alla guida come il Front Assist a monitorare sul rischio di collisioni frontali e il Lane Assist, occhio vigile sul cambio involontario di corsia. Non &egrave; da escludere che Volkswagen realizzi un evento di lancio del suv nelle giornate del Salone di Parigi, stand di Porte de Versailles dai quali sar&agrave; ufficialmente assente. 

Il suv urbano arriver&agrave; in autunno. Emergono i primi particolari, dalle dimensioni al look, fino alla soluzioni tutta flessibilit&agrave; destinate agli interni

Volkswagen T-Cross, le prime immagini ufficiali

Ci sarebbe gi&agrave; T-Roc. E invece no. Perch&eacute; Volkswagen T-Cross andr&agrave; a intercettare altro pubblico e offrir&agrave; una lente diversa per osservare il segmento B dei suv. I muletti del progetto gemello di Seat Arona continuano a coprire chilometri su strada e in pista, riducendo via via le camuffature che mascherano un design che ha nel frontale l&rsquo;ispirazione pi&ugrave; pronunciata al T-Roc dalle velleit&agrave; premium.  Il muso sfogger&agrave; la stessa griglia ampia, simile al concept T-Cross Breeze (con carrozzeria cabrio, diversamente dal prodotto di serie che sar&agrave; un crossover 5 porte), i gruppi ottici allineati alla calandra e un&rsquo;offerta che avr&agrave; i proiettori a led in alternativa a una soluzione &ldquo;classica&rdquo;, attenta al budget. Lo schema esclusivamente due ruote motrici non &egrave; messo in discussione, come l&rsquo;utilizzo dei motori turbo benzina dell&rsquo;offerta Volkswagen Polo, con la quale condivide il pianale MQB A0: 1.0 tre cilindri, 1.5 quattro cilindri, certamente. Un 2 litri &quot;sportivo&quot; per una GTI? Chiss&agrave;, forse non &egrave; la parte che pu&ograve; interpretare meglio.  Resta da fugare il dubbio sulla composizione delle unit&agrave; Diesel: una loro presenza ruoterebbe intorno alla cubatura 1.6 litri e due livelli di potenza, a meno che non sia l&#39;alternativa bifuel a metano - sulla quale il gruppo Volkswagen, attraverso Seat, &egrave; impegnato nello sviluppo e ampliamento dell&#39;offerta - a rimpiazzare i motori a gasolio.  T-Cross sar&agrave; le declinazione crossover della &ldquo;taglia Polo&rdquo;, un&rsquo;utilitaria con i vantaggi della seduta alta, una decina di centimetri in pi&ugrave; in lunghezza e un incremento della capacit&agrave; di carico. Quanto alla prima in pubblico non potr&agrave; essere il Salone di Parigi, il prossimo ottobre, vista l&rsquo;assenza del marchio Volkswagen. La casa di Wolfsburg, tuttavia, ha annunciato diverse iniziative di comunicazione a margine dell&#39;evento e T-Cross potrebbe rientrarvi.  Un secondo appuntamento, ma dall&#39;altra parte dell&#39;Oceano, &egrave; previsto in novembre, con il Salone di San Paolo. Mentre il T-Cross &quot;europeo&quot; verr&agrave; prodotto in Spagna, in Sud America sar&agrave; la fabbrica brasiliana di San Jos&eacute; dos Pinhais ad assemblare il crossover, pertanto una presentazione &quot;in casa&quot; non &egrave; da escludere. 

Il crossover sviluppato sul pianale dell&#39;utilitaria &egrave; prossimo al debutto. Avr&agrave; dimensioni superiori rispetto all&#39;utilitaria e un bagagliaio pi&ugrave; ampio. Il debutto &egrave; atteso in autunno

Volkswagen T-Cross, nuove altezze a nord di Polo

&Egrave; il manifesto ideale. La bandiera da sventolare per dire come l&rsquo;elettrico non &egrave; solo una scelta di mobilit&agrave; sostenibile. &Egrave; capace anche di ottenere prestazioni velocistiche di primissimo piano. La Pikes Peak 2018 scrive una pagina storica, lo fa Volkswagen I.D. R, prototipo messo in piedi dal reparto motorsport di Wolfsburg in poco pi&ugrave; di 8 mesi. Battere la miglior prestazione mai ottenuta da un veicolo elettrico sui 20 chilometri della cronoscalata in Colorado era l&rsquo;obiettivo minimo. L&rsquo;ambizione vera: far meglio del crono ottenuto da Sebastien Loeb e Peugeot Sport con il prototipo 208 T16 Pikes Peak.    Quasi 1 secondo al chilometro pi&ugrave; veloce, la I.D. R da competizione, sigla che rimanda alla famiglia di elettriche di serie Volkswagen prossime al debutto. Pur con 200 cavalli e circa 200 kg di differenza, a svantaggio della I.D. R Pikes Peak rispetto a 208 T16, l&rsquo;elettrico ha la meglio. Romain Dumas, fresco di partecipazione alla 24 Ore di Le Mans con Porsche in Classe GTE, ha centrato il tempo di 7&rsquo;57&rdquo;148 che vale il record, 16 secondi pi&ugrave; veloce di Loeb, 1 minuto esatto pi&ugrave; rapido del precedente primato tra i veicoli elettrici.  Le sfide di una corsa in alta quota, con l&rsquo;arrivo posto a pi&ugrave; di 4.300 metri sul livello del mare, hanno richiesto un&rsquo;ottimizzazione della gestione termica del pacco batterie, cruciale vista la minore densit&agrave; dell&rsquo;aria e capacit&agrave; di raffreddamento, per assicurare un&#39;operativit&agrave; sempre sui 30&deg; C, se necessario anche con un raffreddamento supplementare ad aria. In compenso, i motori elettrici non subiscono il calo di potenza sofferto dai propulsori termici, anche sovralimentati. Cos&igrave;, i 680 cavalli di sistema della Volkswagen I.D. R Pikes Peak restano invariati lungo l&rsquo;intera scalata e le 156 curve. Cos&igrave; come la coppia motrice, di 650 Nm, scaricata sulle quattro ruote.   Prestazione ed efficienza, sotto forma di un recupero dell&rsquo;energia in frenata pari al 20% del totale impiegato per affrontare i 20 chilometri di corsa. Il pacco batterie per regolamento doveva essere in grado di ricaricarsi completamente in meno di 20 minuti, un&rsquo;operazione effettuata attraverso dei generatori a glicerolo, ai 2.800 metri slm, quota della paddock di partenza. Lo sviluppo del pacco batterie &egrave; iniziato nei centri che lavorano alla ricerca destinata alle elettriche di serie Volkswagen I.D. e ha portato a concretizzare chimica e moduli specifici: batteria agli ioni di litio, scomposta in due parti, poste accanto e dietro al pilota.   Ovviamente diverse sono le esigenze di sviluppo dell&#39;energia, rispetto al prodotto di serie: l&rsquo;autonomia passa in secondo piano rispetto alla rapidit&agrave; di scarica e ricarica, nonch&eacute; la ripetizione della potenza ideale a ogni accelerazione fuori dalle curve. Motori, batterie, per &ldquo;chiudere&rdquo; il sistema un ruolo essenziale &egrave; nell&rsquo;elettronica di gestione, che deve gestire le fasi di ricarica e il rilascio della potenza sull&rsquo;intero percorso. Software ritagliato sulla scorta di numerose simulazioni.  Un altro aspetto fondamentale per realizzare il record &egrave; nell&rsquo;aerodinamica. Il prototipo Volkswagen &egrave; lungo ben 5 metri e 20 centimetri, 70 centimetri pi&ugrave; della Peugeot 208 T16, tutti a vantaggio dell&rsquo;efficienza aerodinamica, poich&eacute; il fondo pi&ugrave; ampio &egrave; garanzia di una deportanza superiore e ridotta resistenza all&rsquo;avanzamento: carico aerodinamico la cui ricerca &egrave; condizionata dalla minore densit&agrave; dell&rsquo;aria in quota, che spiega la presenza di appendici aerodinamiche enormi, come l&rsquo;ala posteriore.  

Romain Dumas &egrave; 16 secondi pi&ugrave; veloce del primato ottenuto da Peugeot con il prototipo 208 T16. Un record che fa la storia e introduce l&#39;elettrico nel campo delle altissime prestazioni

Volkswagen I.D. R sul tetto del mondo alla Pikes Peak

Touareg, Tiguan, T-Roc. E non finisce qui. Volkswagen T-Cross sar&agrave; la prossima integrazione a una gamma di sport utility che oltre modelli storici - &egrave; il caso di Touareg e Tiguan - guarda alla colonizzazione di altri segmenti di mercato. T-Roc si &egrave; posizionato in quota compatta per dimensioni, idealmente le misure di una berlina di segmento C, per stile e contenuti vuol esseere un&#39;alternativa dalle aspirazioni premium. E&#39; destinato ad avere un altro target e, con esso, un approccio differente, Volkswagen T-Cross. Muletti su strada, in attesa di un&#39;anteprima che non avverr&agrave; prima di fine anno o inizio 2019, vista l&#39;assenza del marchio al Salone di Parigi. Il CES 2019 prima tappa buona per svelarsi in pubblico, poi Ginevra.  In origine fu T-Cross Breeze concept, la carrozzeria cabriolet per annunciare, nel 2016, il modello che si appresta ad ampliare l&#39;offerta Volkswagen nel segmento B dei suv. Progetto sviluppato sul pianale MQB della Polo, carrozzeria classica, 5 porte, avremo un prodotto 10 centimetri circa pi&ugrave; corto di T-Roc, differenze minori ricadranno sul passo - si attendono 25 millimetri di gap &ndash; con i conseguenti benefici sull&#39;abitabilit&agrave; interna.  Avr&agrave; il family feeling degli altri suv Volkswagen, incentrato sulla calandra a V aperta che ingloba i fari: lampade classiche o full led, le due opzioni. Una coda meno sportiva di quello che pu&ograve; considerarsi il fratello maggiore, T-Roc, bader&agrave; soprattutto alla versatilit&agrave; e si prospetta un bagagliaio da circa 400 litri di volume. Numeri per dire come, rispetto alla Polo dalla quale deriva, incrementer&agrave; di 50 litri la capacit&agrave; di carico. Volkswagen T-Cross seguir&agrave; la strada tracciata da Arona per Seat, in attesa che Skoda segua con la propria proposta di crossover di segmento B, fascia di mercato particolarmente vivace e idealmente inaugurata a suo tempo da Nissan Juke. Progetti destinati a colmare il gap tra utilitarie e berline compatte convenzionali se la chiave di lettura &egrave; nello spazio a bordo e gli ingombri esterni.  Nuova Polo, su strada si comporta da grande: la prova  Rumours vorrebbero Volkswagen T-Cross essere un modello esclusivamente due ruote motrici, che riprenda in pieno il corredo di propulsori benzina, diesel (non va esclusa l&#39;opzione a metano, in futuro) di nuova Polo, anche con una declinazione GTI. 

La gamma suv Volkswagen guadagna un altro tassello. T-Cross nasce su base Polo e andr&agrave; a collocarsi al di sotto di T-Roc. Stilemi simili, parola d&#39;ordine: versatilit&agrave;

Volkswagen T-Cross, largo alla &quot;T&quot; urbana

Realt&agrave; virtuale&nbsp;ed esperienza&nbsp;maturata nell&rsquo;estremamente avanzato e competitivo mondo dei videogiochi&nbsp;tornano molto utili per progettare le auto del futuro.Trattasi di verit&agrave;, non di boutade. Le sta utilizzando il Gruppo Volkswagen con lo scopo di ottenere uno sviluppo&nbsp;pi&ugrave; rapido&nbsp;e proficuo delle vetture.  VW porta ad esempio un suo sviluppatore di realt&agrave; virtuale. David Kuri&nbsp;programma software a questo scopo. Ha 26 anni e prima era impiegato in un&rsquo;Azienda internazionale di videogiochi. Adesso lavora grazie alle sue competenze specifiche nel Virtual Engineering Lab&nbsp;a Wolfsburg nel Volkswagen Group IT con 30 colleghi.  Kuri nei fatti disegna: la carrozzeria aerodinamica, i fari circolari, maniglie sulle portiere. Lo sviluppatore traccia nell&rsquo;aria, muovendo mani e braccia. Di fatto affianca progettisti e ingegneri grazie al software. Grazie al suo contributo i designer possono modellare l&rsquo;aspetto di un nuovo veicolo fino all&rsquo;ultimo dettaglio. In modo virtuale, senza dover costruire nulla.  Kuri racconta:&nbsp; &ldquo;Finora i prototipi di design per le nuove vetture erano sviluppati e costruiti fisicamente. Oltre a costare tempo e denaro, questa soluzione rappresenta soltanto una fase specifica del processo decisionale, che viene superata molto velocemente&rdquo;. Sono i primi passi, comunque importanti. &nbsp;&ldquo;Il nostro principio fondamentale &egrave; che ognuno scrive il proprio software. C&rsquo;&egrave; un grande bisogno di test virtuali. durante i quali le vetture sono messe in diverse condizioni di guida e ambientali. Nella realt&agrave; virtuale l&rsquo;automobile pu&ograve; viaggiare fra le colline dell&rsquo;Italia meridionale oppure sfrecciare sulle autostrade del Nord della Germania&rdquo; .  Molto di questo si potr&agrave; vedere dal 12 al 15 giugno&nbsp;nel padiglione Future Mobility del CEBIT. Volkswagen terr&agrave; un forum riservato sia al pubblico, sia agli esperti del settore.  Saranno trattate molte specificit&agrave;. Dalle nuove tipologie di design digitale dell&rsquo;automobile, alla ricerca tramite l&rsquo;informatica quantistica, progetti blockchain sperimentali, l&rsquo;intelligenza artificiale applicata all&rsquo;interno del Gruppo e l&rsquo;ottimizzazione del traffico a partire dai dati nelle principali citt&agrave; europee. Una anteprima mondiale del settore &egrave; stata annunciata da Volkswagen. 

Volkswagen sperimenta ingaggia sviluppatori di videogames&nbsp;per modellare in 3D le nuove vetture

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