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Dyson, auto elettriche made in Singapore

L'azienda inglese ha annunciato la realizzazione di un sito produttivo nella città-Stato. Le ragioni di una scelta insolita, in un paese nel quale il possesso di un'auto è un'esperienza ricca di ostacoli
Dyson, auto elettriche made in Singapore

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

23 ott 2018 (Aggiornato alle 18:04)

Centro prove e sviluppo in Gran Bretagna, produzione dall’altro capo del mondo, a Singapore, per la prima auto elettrica Dyson. Non la Cina, piuttosto, la realtà della città-Stato, che con la Cina ha un accordo di libero scambio, una porta d’accesso privilegiata, scelta dal marchio degli aspirapolvere, per introdursi sul mercato principale dei veicoli elettrici, secondo stime degli analisti di Bloomberg destinato a pesare per oltre la metà del volume di vendita globale di auto elettriche nel 2040.

Singapore non è esattamente l’area strategica che viene in mente quando pensi alla produzione automobilistica, peraltro, una realtà nella quale il possesso dell’automobile è ben più complesso di una firma sul contratto in concessionaria. Tra targhe sorteggiate e da acquistare, prima ancora dell’auto, e normative particolarmente stringenti, i costi del possesso di un’auto (normalissima berlina) sono esorbitanti.

A Singapore, Dyson, si è insediata nel 2013, ma con il ramo solito del business: aspirapolvere, asciugacapelli, ventiltori. Diverrà, nel 2020, sede dello stabilimento che produrrà i modelli elettrici, tre nel piano da 2,2 miliardi di euro di investimenti in fase di realizzazione. Nel 2021 il debutto sul mercato. Questo il percorso che dovrebbe seguire l’azienda.

Al vantaggio di un accesso privilegiato al mercato cinese si sommano le tutele superiori offerte sulla proprietà intellettuale, sottolinea l'agenzia Bloomberg, fronte sul quale Dyson ha registrato in Europa il marchio Digital Motor già in uso su altri prodotti dell’azienda inglese.

“Singapore offre l’accesso a mercati ad alto tasso di crescita, come un’ampia catena di fornitori e una manodopera altamente specializzata”, ha commentato l’a.d. Jim Rowan. Inoltre, la delocalizzazione della produzione rispetto alla Gran Bretagna appare del tutto logica con le incertezze legate alla Brexit. “Singapore ha un costo base relativamente superiore ma anche grandi competenze tecnologiche e specializzazione. È, inoltre, il giusto posto per produrre macchinari di alta qualità e ricchi di tecnologia, è il posto giusto per produrre il nostro veicolo elettrico”.

Veicolo del quale non si conosce ancora nulla, dettagli destinati a emergere nel corso del 2019, in vista della presentazione dell’idea di partenza. Da lì, il passaggio cruciale dalla progettualità alla realtà, difficile, della produzione. 

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