Temi caldi
Manifesto della ricarica Motus-E: cinque proposte per accelerare la mobilità elettrica

Luca Talotta
Pubblicato il 14 novembre 2025, 13:22
Il cammino verso la mobilità elettrica in Italia non può prescindere da una rete di infrastrutture di ricarica moderna, efficiente e accessibile. È questo il cuore del Manifesto della Ricarica di Motus-E, presentato a Roma alla presenza delle istituzioni e degli operatori del settore. Cinque proposte concrete per colmare un ritardo ormai evidente rispetto agli altri Paesi europei e rendere l’Italia un mercato competitivo anche per la nuova generazione di veicoli elettrici.
Il documento, intitolato “Ricaricare l’Italia: manifesto per un’infrastruttura strategica per il Paese”, parte da un dato tanto chiaro quanto preoccupante: solo il 5,2% delle nuove immatricolazioni italiane è 100% elettrico, contro una media europea del 16,1%. In testa alla classifica ci sono Regno Unito (22,1%), Francia e Germania (entrambe sopra il 18%), seguite da Paesi come Portogallo e Spagna, che hanno ormai superato l’Italia in termini di penetrazione dei veicoli a batteria.
Una rete che cresce ma non abbastanza
Dal 2019 la filiera della ricarica ha investito nel nostro Paese oltre 1,8 miliardi di euro, installando più di 70.000 punti di ricarica pubblici. Un impegno importante, ma non ancora sufficiente. Come spiega Fabio Pressi, presidente di Motus-E, «la rete di ricarica italiana è in costante evoluzione, ma si scontra ancora con troppi ostacoli burocratici, tempi di connessione lunghi e tariffe che impediscono di abbassare i costi per gli automobilisti».
Il ritardo infrastrutturale rischia di compromettere anche gli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia-Clima (PNIEC), che punta a raggiungere entro il 2030 6,6 milioni di veicoli ricaricabili (tra elettrici e plug-in). Oggi, però, il parco circolante si ferma a circa 330.000 auto elettriche e altrettante ibride plug-in, numeri ancora distanti dalle ambizioni del piano.
Le cinque proposte di Motus-E
Il Manifesto della Ricarica Motus-E non è un documento politico, ma un piano tecnico e operativo che mette a sistema le esigenze dell’intera filiera. Le cinque proposte chiave delineano un percorso pragmatico per migliorare la rete italiana:
-
Ridurre i costi energetici per gli operatori: allineare i prezzi di approvvigionamento a quelli dei principali Paesi europei, così da rendere le tariffe di ricarica pubblica più competitive per gli utenti.
-
Semplificare le procedure autorizzative: uniformare gli iter burocratici e dare piena attuazione alle direttive europee sulla decarbonizzazione, in particolare alla nuova RED III, per velocizzare la connessione delle infrastrutture.
-
Completare la copertura autostradale: assicurare una rete continua e omogenea lungo le principali arterie del Paese, fondamentale anche per la logistica e il trasporto merci.
-
Estendere la durata delle concessioni: portarle a 20 anni, per garantire ritorni economici stabili e incoraggiare nuovi investimenti privati.
-
Centralizzare la governance infrastrutturale: creare una cabina di regia nazionale per monitorare i dati, pianificare in modo coordinato e favorire la trasparenza tra tutti gli stakeholder.
Un investimento strategico per il Paese
La rete di ricarica non è soltanto un’infrastruttura tecnologica: è un fattore di competitività industriale e territoriale. Ogni nuova colonnina genera valore sul territorio, crea occupazione e incentiva la rigenerazione urbana. Motus-E sottolinea come il settore sia già oggi capace di attrarre capitali internazionali e innovazione, ma la sua sostenibilità economica resta fragile a causa del basso tasso di utilizzo delle infrastrutture, dovuto al numero ancora ridotto di veicoli elettrici circolanti.
«Il rischio», avverte Pressi, «è che l’Italia diventi un Paese di serie B nel mercato automobilistico europeo, con conseguenze industriali e sociali gravi. Non è più il momento di discutere sulle scadenze del 2035, ma di agire concretamente per sostenere la transizione».
Una transizione che richiede visione
Il Manifesto della Ricarica Motus-E lancia un messaggio chiaro: senza una rete efficiente e accessibile, la mobilità elettrica non potrà mai diventare una scelta di massa. Oggi il 20% delle auto vendute nel mondo è già 100% elettrico. L’Italia, invece, deve ancora superare ostacoli culturali e strutturali, lavorando su una politica industriale orientata all’innovazione e su una maggiore sinergia tra pubblico e privato.
Il recente successo degli incentivi auto elettriche dimostra che l’interesse dei cittadini esiste e cresce. Quello che manca, oggi, è un sistema in grado di supportare questa domanda in modo capillare, con tariffe trasparenti, tempi certi di installazione e una pianificazione coordinata.
L’occasione da non perdere
La sfida della mobilità elettrica non riguarda solo i costruttori o gli operatori della ricarica: coinvolge l’intero ecosistema della mobilità, dalle istituzioni alle utility, dai dealer ai consumatori. L’Italia dispone delle competenze tecnologiche e industriali per colmare il divario con l’Europa, ma serve una regia unitaria e una strategia di lungo periodo.
Il Manifesto della Ricarica di Motus-E è, in questo senso, un invito all’azione. Una roadmap che indica come trasformare un’infrastruttura ancora giovane in un motore di sviluppo economico, ambientale e sociale. Solo così la transizione potrà diventare non un obbligo, ma un’opportunità per tutti.
Iscriviti alla newsletter
Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail
Commenti
Loading


