Esami di guida, dal 1° novembre costi aumentati: ecco perché e di quanto

Il rincaro non dipende dalle autoscuole: servirà a potenziare la Motorizzazione civile e migliorare i servizi agli utenti
Esami di guida, dal 1° novembre costi aumentati: ecco perché e di quanto
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Luca TalottaLuca Talotta

Pubblicato il 4 novembre 2025, 15:32

Chi si appresta a sostenere gli esami di guida dovrà mettere in conto un aumento di spesa. Dal 1° novembre 2025, infatti, il costo per ottenere la patente ha subito un rincaro medio compreso tra 25 e 30 euro. Una cifra che potrebbe sembrare modesta ma che, considerando il numero di nuovi automobilisti ogni anno, avrà un impatto notevole sull’intero sistema. L’aumento, tuttavia, non è stato deciso dalle autoscuole, ma deriva da un adeguamento normativo imposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Lo ha spiegato l’Unasca, l’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di Consulenza Automobilistica, in una nota ufficiale che mira a chiarire i motivi di questa misura.

Perché aumentano i costi degli esami di guida

Il Ministero guidato da Matteo Salvini ha aggiornato le tariffe per gli esami di guida per adeguare i rimborsi alla Motorizzazione civile e coprire le spese legate al personale e alla gestione delle attività d’esame. In sostanza, si tratta di un intervento pensato per rafforzare un servizio pubblico essenziale, non per generare profitti.

Negli ultimi anni, infatti, la Motorizzazione ha dovuto affrontare carenze di organico e forti ritardi, con tempi di attesa che in molte province italiane superano ancora i tre o quattro mesi. Questo adeguamento, spiegano da Unasca, nasce proprio per migliorare l’efficienza del sistema, aumentando la disponibilità di sessioni d’esame e investendo nella formazione e digitalizzazione.

Unasca ha voluto chiarire: «L’aumento non porta alcun beneficio economico alle autoscuole, ma rappresenta un adeguamento imposto per legge e destinato a rafforzare un servizio pubblico essenziale». Una precisazione utile per mettere a tacere le polemiche che avevano cominciato a circolare tra i candidati e le loro famiglie, convinte che dietro ai rincari si nascondesse un aumento arbitrario dei costi da parte delle autoscuole.

Gli obiettivi del Ministero: più efficienza e meno attese

Con questo provvedimento il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti punta a modernizzare la Motorizzazione. Una parte dei fondi derivanti dagli aumenti sarà destinata a nuove assunzioni di personale esaminatore, mentre un’altra parte verrà investita nella manutenzione e nell’aggiornamento dei sistemi informatici. L’obiettivo è duplice: ridurre le lunghe liste d’attesa per sostenere gli esami pratici e teorici e uniformare la qualità del servizio su tutto il territorio nazionale.

Non si tratta, dunque, di un semplice rincaro, ma di un tentativo di rendere più sostenibile un sistema che da anni mostra segni di inefficienza. I cittadini pagheranno di più, ma — almeno nelle intenzioni del Governo — potranno contare su tempi più brevi, procedure più trasparenti e una gestione digitalizzata delle pratiche.

Secondo le associazioni di categoria, i benefici potrebbero vedersi nel medio periodo, a patto che le risorse vengano effettivamente destinate al miglioramento dei servizi. Se così non fosse, l’aumento finirebbe per essere solo un nuovo peso economico per le famiglie.

L’impegno di Unasca per trasparenza e qualità

L’Unasca si è detta disponibile a collaborare con il Ministero per garantire trasparenza e uniformità nell’applicazione delle nuove tariffe. L’associazione riconosce che l’aumento inciderà sui bilanci delle famiglie, ma invita a leggere la misura come un investimento per la sicurezza stradale e la qualità della formazione.

Negli ultimi anni il settore della formazione alla guida ha attraversato una fase difficile, con carenze di personale e una burocrazia spesso lenta. L’aumento delle tariffe, se impiegato nel modo giusto, potrebbe rappresentare la spinta necessaria per rinnovare un comparto cruciale per la sicurezza sulle strade.

I dati sugli incidenti in Italia, infatti, mostrano come la formazione di base e il controllo della qualità degli esami siano elementi fondamentali per la prevenzione. In questo senso, un sistema d’esame più efficiente e rigoroso può contribuire a formare conducenti più consapevoli e responsabili.

Un costo che può diventare un investimento

L’aumento di 25-30 euro, per quanto possa sembrare ingiusto, potrebbe avere un valore positivo a lungo termine. Se i fondi raccolti verranno effettivamente reinvestiti in tecnologia e personale, la Motorizzazione potrà migliorare la propria efficienza e offrire un servizio più moderno e rapido.

Resta comunque il dubbio sul reale impatto che questa misura avrà: sarà sufficiente per risolvere le criticità storiche del sistema o si tradurrà nell’ennesimo onere per i cittadini? Le prossime settimane e i primi bilanci diranno se le promesse saranno mantenute.

Intanto, l’Unasca conferma la propria volontà di monitorare la situazione e di continuare a offrire un percorso formativo serio e omogeneo in tutte le regioni. Il messaggio alle famiglie e ai giovani è chiaro: l’aumento non è una tassa sulle autoscuole, ma un modo per contribuire a un sistema più efficiente, digitale e vicino agli standard europei.

 

 

 

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