Incentivi auto elettriche 2025: italiani attratti solo dai bonus

Il 38% degli automobilisti si orienta sull’elettrico grazie agli incentivi, ma senza aiuti 6 su 10 rinuncerebbero. Costi alti e infrastrutture carenti frenano la vera transizione.
Incentivi auto elettriche 2025: italiani attratti solo dai bonus
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Luca TalottaLuca Talotta

Pubblicato il 30 settembre 2025, 09:36

Dal 15 ottobre scatteranno i nuovi incentivi auto elettriche 2025, ma secondo un’analisi del Centro Studi di AutoScout24, il dato è chiaro: gli italiani scelgono l’elettrico solo per convenienza economica. Il 38% di chi sta pensando a un’auto nuova considera una vettura a batteria, ma nel 95% dei casi la decisione è stata influenzata dai bonus. E senza incentivi? Sei automobilisti su dieci rinuncerebbero all’acquisto.

È un segnale che fa riflettere. Non c’è una reale spinta ambientale, né un cambio di mentalità: la scelta dell’elettrico resta una mossa forzata, condizionata dagli aiuti statali. Questo dimostra come la politica stia cercando di indirizzare il mercato senza però risolvere i nodi strutturali che pesano sulle tasche degli automobilisti.

Critiche agli incentivi: parametri restrittivi e norme confuse

Il giudizio sugli incentivi è tutt’altro che positivo. La platea è spaccata: metà li ritiene adeguati, metà inadeguati. Tra le principali critiche:

  • Parametri troppo restrittivi (segnalati da quasi il 60% degli intervistati)
  • Confusione normativa (34%)
  • Vincolo alla rottamazione giudicato eccessivo (25%)
  • Insufficiente copertura del maggior costo delle elettriche (25%)

E allora la domanda sorge spontanea: come può lo Stato pretendere di spingere milioni di automobilisti verso l’elettrico se gli stessi incentivi – che dovrebbero rappresentare un aiuto – vengono percepiti come complicati e limitanti?

Costi, autonomia e colonnine: i veri ostacoli

Il vero problema non è la mancanza di bonus, ma la mancanza di convenienza reale. Il 41% degli italiani indica come principale ostacolo il costo elevato delle elettriche, seguito da:

  • non rispondenza alle esigenze quotidiane (35%)
  • scarsa autonomia delle batterie (30%)
  • carenza di colonnine (26%)
  • timori sulla durata e sui costi di sostituzione delle batterie (22%)
  • valore residuo percepito inferiore rispetto alle auto tradizionali (20%)

Questi sono problemi concreti che toccano chi guida tutti i giorni. Gli incentivi possono alleggerire la spesa iniziale, ma non risolvono la frustrazione di chi deve cercare colonnine introvabili o aspettare ore per una ricarica.

Il parco auto italiano resta vecchio

Il dato sulla rottamazione è emblematico: le auto destinate a essere sostituite hanno in media 14 anni. Un terzo sono Euro 5, il 28% Euro 3 e il 17% addirittura Euro 0-2. In pratica, l’Italia continua a circolare con un parco auto vecchio e inquinante, ma il ricambio non può reggersi solo su bonus temporanei.

La spesa media prevista per l’acquisto è di 25.800 euro: cifre che, per molte famiglie, restano insostenibili, soprattutto se riferite a un’elettrica di segmento medio. Non a caso, tra le preferenze restano forti le berline e le citycar, con SUV e crossover comunque in crescita.

Serve una strategia strutturale, non solo bonus

Come spiega Sergio Lanfranchi del Centro Studi AutoScout24, il mercato è condizionato da fattori esterni: «Quattro italiani su dieci sceglierebbero un’auto elettrica soprattutto grazie agli incentivi statali. La leva principale resta la convenienza economica, più che la reale sensibilità ambientale».

Tradotto: senza incentivi, il castello crolla. E allora bisogna dirlo chiaramente: la transizione elettrica non può poggiare solo su bonus temporanei e norme confuse. Servono:

  • prezzi accessibili
  • un mercato dell’usato elettrico realmente competitivo
  • una rete di ricarica capillare e affidabile

Solo così l’elettrico potrà diventare una scelta stabile, non una moda passeggera imposta dall’alto.

 

 

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