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Luca Talotta
14 ago 2025 (Aggiornato alle 15:17)
La norma vale per tutti gli apparecchi di rilevazione automatica della velocità, sia fissi che mobili, sia installati sulle strade urbane che extraurbane. Rientrano nel censimento anche i dispositivi tipo tutor, quelli installati sulle tangenziali, e perfino quelli mobili impiegati dalla Polizia Locale.
Se il modulo non viene pubblicato entro il 19 agosto, e se gli enti non comunicano i dati entro il 18 ottobre, quegli strumenti non potranno più essere utilizzati per elevare contravvenzioni. Questo non significa che spariranno fisicamente, ma che tutte le multe comminate da quegli autovelox saranno illegittime. Con rischio pioggia di ricorsi, valanghe di annullamenti e danni economici incalcolabili.
La gestione degli autovelox in Italia è da anni oggetto di polemiche e contenziosi. Non è un segreto che molti Comuni abbiano abusato di questi strumenti, trasformandoli in veri e propri bancomat per fare cassa, anziché usarli per migliorare la sicurezza.
Ci sono stati casi limite – come quello di Modena – in cui autovelox irregolari hanno prodotto migliaia di multe poi annullate dai giudici, con costi e disagi enormi per i cittadini.
E ora che finalmente si prova a fare chiarezza con un censimento ufficiale e trasparente, è proprio lo Stato a non rispettare le scadenze.
Come al solito, la burocrazia si accanisce sui cittadini e protegge sé stessa. Ma stavolta potrebbe scoppiare in mano a chi ha scritto norme senza prendersi la responsabilità di attuarle.
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