Audi A6 Avant, la wagon Diesel da viaggio

Audi A6 Avant, la wagon Diesel da viaggio
La tedesca dei Quattro Anelli ha un comportamento da GT e veleggia su strada in comfort e velocità

18.04.2025 15:46

È tornata finalmente l’Audi A6! Dopo una serie di incertezze linguistiche che avevano portato i tedeschi a mettere in discussione la terminologia delle proprie vetture, Audi ha fatto marcia indietro ribattezzando la propria auto di maggior successo con il nome consueto. 

Perché Audi ha cambiato i nomi delle sue auto

Un anno fa aveva frettolosamente deciso che i numeri pari (A4, A6, A8) dovessero riferirsi soltanto alle auto elettriche per lasciare i dispari alle termiche, ma il cambio di terminologia è durato pochi mesi soltanto. È bastata la confusione generata dall’arrivo della nuova A5 (che è in realtà l’erede dell’A4 ma è stata ribattezzata con il numero dispari perché era termica) per convincere Audi a fare dietrofront. Nel timore di generare ancora più equivoci con la nuova A6, che è la corazzata del marchio, quella che tiene in piedi il fatturato con il proprio successo di vendita, Audi ha fatto dietrofront. Tornando alla vecchia terminologia. Così le nuove berline e Avant oggi si chiamano ancora A6, anche se sotto il cofano hanno un bel 4 cilindri diesel da 204 cavalli con 400 Nm di coppia oppure un V6 benzina 3 litri da 367 cv. E non un motore elettrico. 

 

In realtà poi l’elettrico c’è pure lui, perché da questa generazione l’Audi A6 viene costruita su una doppia piattaforma: la PPC (Premium Platform Combustion) per le A6 con i motori termici e poi la PPE (Premium Platform Electric), simile ma modificata appositamente per ospitare la batteria nel pianale, destinata alla famiglia A6/S6 e-tron elettriche. Ma l’attenzione maggiore è rivolta alla termica e noi nel nostro test ci siamo rivolti soprattutto alla versione diesel 2 litri che in Italia è quella più richiesta e da sola farà il 95% delle vendite del modello A6.

 

Audi A6 Avant 2025 la prova

Audi A6 Avant 2025 la prova

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Audi A6 Avant, la scheda

L’A6 Avant è cresciuta nelle dimensioni: sei centimetri in più del vecchio modello (è lunga 4,99 metri) con un passo di ben 2920 mm, mentre la sorella elettrica (e-tron) è qualche cm in meno: 4,93 cm ma con un interasse superiore. L’auto è anche più larga per cui esteriormente appare più schiacciata e più aggressiva, effetto poi esasperato dal nuovo single frame nero opaco che integra il logo dei quattro anelli ed è a tutta larghezza perché arriva fino ai paraurti. Diversa anche la presa d’aria laterale di forma triangolare e la linea del montante posteriore più inclinata. Di coda la nuova A6 Avant si riconosce subito per la fascia luminosa posteriore. Invece è esclusiva della versione e-tron il logo dei quattro anelli sul portellone posteriore illuminato di rosso con luce led.

Quale A6 Avant abbiamo provato

Abbiamo scelto per la nostra prova l’A6 Avant TDI turbodiesel non soltanto perché è il modello più richiesto ma anche perché è il simbolo del ritrovato interesse di Audi per i motori a gasolio. D’accordo l’elettrico, ma consapevole che le auto a batteria non riescono a sfondare in molti paesi europei, Audi ha messo le mani sul sul celebre turbodiesel per adattarlo alle nuove necessitò di emissioni ed efficienza. Questo TDI è l’ultima evoluzione del 4 cilindri 2 litri, forte di ben 204 cv, e per migliorarne l’efficienza Audi ha introdotto anche nel motore a gasolio il nuovo sistema Mild hybrid Plus.  Come dice la parola, non si tratta di un banale mild hybrid sotto forma di un alternatore a 48v che alimenta i sistemi elettrici di bordo, come sono la maggior parte dei mild hybrid ma di qualcosa di più. La differenza è che sotto il cofano dell’A6 Avant c’è un vero motore elettrico con una batteria di buona capacità (1,7 kWh) e un sistema di raffreddamento dedicato. Il sistema elettrico genera la bellezza di 24 cv extra e 230 Nm di coppia in più e l’apporto del motore elettrico nella guida si avverte davvero, specie nelle fasi di ripresa e accelerazione, dove il surplus di coppia incide. 

 

 

 

 

La cosa importante poi è che il motorino elettrico è montato prima dell’uscita del cambio, integrato nella struttura di trasmissione. Quindi a differenza di un consueto mild hybrid, il motorino riesce anche ad azionare le ruote e l’A6 può così  marciare in elettrico puro quando si compiono le manovre, nei primi metri in partenza dai semafori e comunque in diversi momenti in cui la richiesta di coppia sull’acceleratore è ridotta. Proprio per queste doti esclusive il mild hybrid Audi si chiama Plus. Riesce perciò a rendere più efficiente del 15% l’A6 Avant TDI riducendo ulteriormente i già bassi consumi del motore a gasolio.

La prova

Abbiamo provato l’A6 Avant TDI fra Lombardia e Piemonte, sulle strade della Valsesia, e ci ha impressionato la buona maneggevolezza di questa wagon così lunga ma nonostante questo così a proprio agio fra i tornanti di montagna. Anche se nei tratti di maggior salita il motore da 204 cv deve combattere con il peso elevato di quest’auto, che fra trazione integrale, sistemi di sicurezza e finiture ricche degli interni supera abbondantemente le due tonnellate. A confronto, lo stesso percorso affrontato con la S6 e-tron Performance da 381 cavalli, è più godibile perché la maggiore spinta del motore elettrico e la sua coppia istantanea rendono un piacere guidare agili e veloci tra curve e tornanti. Nelle brevi e veloci sgroppate autostradali invece l’A6 Avant TDI ha trovato il pane suo: sembra nata per questo uso granturistico. Veloce, ben profilata dal punto di vista aerodinamico (ha un Cx di appena 0,23) consente di tenere medie elevate in tutta souplesse nel massimo comfort di bordo. Anche perché Audi è riuscita lavorando sugli interni e sui materiali a smorzare ogni genbere di vibrazione, fruscio e rimbombo raggiungendo sull’A6 il grado di comfort e silenziosità che prima era prerogativa dell’ammiraglia A8. 

 

Dal punto di vista della guida, l’A6 Avant TDI è dotata sì di trazione integrale ma con il sistema Ultra: quindi non è una trazione integrale permanente, ma un sistema che “stacca” il moto alle ruote posteriori quando si viaggia in autostrada o a bassa velocità e non c’è richiesta di massima motricità o aderenza. In pratica l’auto viaggia a due ruote motrici quando le condizioni stradali sono perfette e diventa una quattro ruote motrici quando c’è bisogno di maggiore aderenza e motricità. Questo consente di diminuire attriti e di conseguenza i consumi. 

 

Quello che può sembrare una sistema semplificato perché a volte l’A6 Avant viaggia a due ruote motrici soltanto è stata in realtà una complicazione meccanica per gli ingegneri: perché ha richiesto un maggiore uso di componenti nel sistema di trasmissione. Infatti per staccare il moto alle ruote dietro, l’A6 Avant Ultra è dotata di due frizioni elettro-idrauliche in più: una sull’assale posteriore per togliere il moto alle ruote e una sull’albero di trasmissione per impedire che la rotazione delle ruote faccia comunque girare a vuoto l’albero generando attriti. Però la maggiore complessità meccanica dà i suoi vantaggi in termini di maggiore efficienza e minori consumi.

Quanto costa l'Audi A6 Avant

L’Audi A6 Avant TDI 2 litri è in vendita a partire da 69.350 euro in versione a due ruote motrici che diventano 72.250 € con trazione integrale quattro Ultra. Mentre l’A6 Avant con il V6 3 litri da 367 cv è in vendita a 84.250 euro. La sorella tutta elettrica A6 e-tron parte invece da 68.000 euro con il motore singolo da 326 cv e da 77.000 € in versione Performance da 381 cv, 565 Nm di coppia e 720 km dichiarati di autonomia.

 

 

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