La prima elettrica della Casa francese è l'elaborazione sportiva della R5. Due versioni, da 180 0 220 cv e con l'overboost il divertimento è assicurato
14.06.2024 10:28
Fa sognare la prima auto elettrica di Alpine. È una compatta premium da città e da sgommate lunga appena 4 metri, anzi un pizzico di meno: 3,99 metri. Ovviamente nel classico blu Alpine e di Francia, in questo caso con una sfumatura appena più chiara. Ha un motore completamente elettrico che può erogare 180 o 220 cavalli, a seconda delle versioni; un’accelerazione 0-100 km/h di 6,4 secondi nella versione più potente con una coppia massima di 300 Nm, una velocità massima di 170 km/h e una batteria sotto al pianale da 52 kWh che le garantiscono comunque 380 km dichiarati di autonomia nel ciclo WLTP. Mai Alpine aveva costruito un’auto così piccola con la A290 e mai Alpine aveva realizzato una vettura full electric. Due traguardi raggiunti in una volta sola.
La prima elettrica della Casa francese è l'elaborazione sportiva della R5, una compatta premium da città e da sgommate lunga appena 4 metri. Proposta in dye versioni, da 180 o 220 CV.
Guarda la galleryUna scelta per il marchio che d’ora in poi si dedicherà soltanto alle auto elettriche. In controtendenza rispetto alla piega che sta prendendo il mercato visto che molti stanno frenando sull’elettrico. Alpine invece continua a crederci e persevera. Ovviamente la Alpine A290 è basata sulla meccanica della nuova Renault 5 full electric che verrà lanciata in autunno. I due progetti sono partiti in parallelo e molti componenti comuni hanno permesso di ottimizzare i costi. La base tecnica è la stessa, dalle dimensioni al pianale, però la Alpine è stata fortemente migliorata, potenziata e differenziata anche esteticamente per offrire contenuti extra e anche una personalità molto più sportiva. I puristi però guardano alla A290 con un punto di domanda perché questa Alpine compatta sembra molto lontana, per forma e impostazione, dalla classica berlinetta A110 coupé che sia negli anni Sessanta sia nella riedizione del 21° secolo interpretava perfettamente la filosofia Alpine: leggerezza più agilità uguale guida sportiva. Questa A290 però è così diversa dai canoni del marchio che ci si chiede se riuscirà a riproporre l’anima Alpine. A sentire i francesi che l’hanno costruita la risposta è sì: promette di riprodurre il feeling e le sensazioni di guida della classica berlinetta. Come e in quale modo ve lo spieghiamo adesso. Il marchio Alpine, per chi mastica un po’ di storia automobilistica, è nato nel 1955 per opera di Jean Rédéle. E ha sempre costruito auto spiccatamente sportive. Il nome stesso Alpine si ispirava alle montagne e alle sue strade tortuose che le Alpine promettevano a chi l’avrebbe guidata di saper interpretare quelle curve al meglio. Un’auto agile per correre forte fra curve in salita e discesa. Il misto e le curve erano il suo regno, tanto che le Alpine si sono imposte per anni nei rally combattendo contro la Lancia Fulvia prima e la Stratos dopo.
Alpine ha anche corso e vinto alla 24 Ore di Le Mans nel 1978 con una “barchetta” 2 litri turbo. Da qui l’idea di presentare la A290 alla 24 Ore di Le Mans dove Alpine è tornata a correre quest’anno con un prototipo nella massima categoria Hypercar. A fare da valletti alla A290 non soltanto i piloti dello squadrone Endurance, Da Mick Schumacher a Lapierre, Milesi e Vaxiviere, ma anche i due piloti Alpine F1 Ocon e Gasly. Ciò non deve far credere che la Alpine A290 sia un’auto quasi da corsa.
È invece un riuscito mix di sportività, eleganza e raffinatezza. Ma in che modo rendere sportiva un‘auto elettrica? Puntando su un’ottima dinamica di guida. Alpine per imporsi nelle gare e sulle strade ha sempre fatto della leggerezza e dell’agilità, piuttosto che della potenza bruta, il proprio credo. Alpine era un po’ la Lotus di Francia. Seguendo il motto di Colin Chapman “Meglio un chilo di meno che un cavallo in più” ha sempre ricercato la massima maneggevolezza grazie alle doti telaistiche e alle masse ridotte. Ma come può la nuova compatta A290, oltretutto elettrica quindi gravata da una batteria pesante, seguire quella strada? Può farlo perché a sentire gli ingegneri Alpine, tutto il progetto è stato pensato per far vivere a chi si siede al volante di questa berlina compatta le stesse sensazioni sportive della berlinetta A110. Leggerezza, agilità a prestazioni sono le tre parole chiave da rispettare che i progettisti si sono imposti. Il motore elettrico, con una potenza di 220 cv, si avvicina ai 250 cv che erogava la A110 nuova generazione al lancio; la batteria è stata contenuta in una capacità di 52 kWh (quanto basta per una buona autonomia in città e brevi spostamenti) per non esagerare con la sua massa. Si è lavorato sulla diminuzione accurata del peso senza surdimensionare certi componenti: motore e inverter pesano meno di 100 kg, 98,7 per la precisione. Le sospensioni posteriori multilink sono interamente in alluminio. Così ottimizzando qua e là, il peso della A290 è sceso sotto i 15 quintali a secco: 1479 kg. Niente male considerando che tutte le rivali elettriche, dalla Peugeot 208 alla nuova Lancia Ypsilon superano i 15 quintali mentre la Cupra Born sfiora quota 19. Grazie al multilink dietro, a una sospensione McPherson anteriore ben disegnata, a uno sterzo molto diretto e che gira rapidamente (il diametro di sterzata è di appena 10,2 metri) e infine ad una taratura di assetto ben studiata, la Alpine A290 – secondo i progettisti – è un’auto sincera, agile e maneggevole nelle curve. Che invita a curvare forte perché reagisce bene senza innescare sottosterzo ma tende a far ruotate dolcemente il retrotreno per facilitare il completamento della curva. Non è stato nemmeno necessario montare un differenziale autobloccante anteriore per scaricare meglio a terra i 220 cavalli e la notevole coppia (300 Nm): per favorire la motricità: Alpine usa una sofisticata mappatura elettronica che comprende un sistema di riduzione della coppia in eccesso.
Il sistema si chiama Alpine Torque Technology; l’algoritmo del software capisce quando c’è troppa coppia per le ruote motrici e ne previene l’eccesso prima ancora di trasmetterla, non dopo bloccando la rotazione eccessiva delle ruote come si fa con sistemi tradizionali. All’interno, lo stile sportivo si fonde con una certa eleganza nelle finiture; il volante di grande sezione è appiattito in basso e sulle razze possiede tre pulsanti fondamentali: uno a destra per le quattro mappature di guida (Eco, Normal, Sport e Personal); uno a sinistra per le funzioni di recharge della batteria (è uno switch a quattro modalità che va dalla posizione zero in veleggio alla 3 di massima rigenerazione con freno motore elettronico). Il terzo infine è un pulsante rosso nella parte superiore che è un vero e proprio tasto di overtake, cioé di sorpasso. È serigrafato con la sigla OV ed è uguale a quello presente nel volante della Alpine F1. Tenendolo schiacciato dà un overboost di potenza fra i 30 e i 100 cavalli a seconda di quanto si sta già pigiando sul gas. L’effetto dell’overboost è di dieci secondi, poi si disattiva e bisogna attendere trenta secondi per “ricaricarlo”. Ma per districarsi in un sorpasso rapido quando c’è poco spazio davanti e un’auto molto più lenta immaginiamo sia perfetto.
L’Alpine A290 ha anche un sound speciale: non l’imitazione di un rumore finto di un propulsore termico, come l’Abarth 500e, ma un vero suono elettronico da auto elettrica. Ricorda un po’ il sound delle Formula E; è stato ottenuto ricampionando le frequenze del suono vero elettrico ed amplificandolo. Viene diffuso dall’hi-fi di bordo (Devialet). Il sound elettronico offre a chi guida la percezione sonora dell’accelerazione e del rallentamento dell’auto. I suoni sono addirittura due: Alternative sound e Alpine sound, ognuno si distingue per tonalità e frequenza originali, ma possono anche essere esclusi del tutto. Infine se vi chiedete l’origine del nome, qui le cose si fanno difficili. Le Alpine sono sempre state identificate da una sigla che seguiva la lettera A (che sta per Alpine). Ma tante volte la sequenza di numeri non aveva una spiegazione precisa: basti pensare alla A442 che ha vinto Le Mans nel 1978. Adesso almeno in A290 c’è una logica: 2 indica le dimensioni dell’auto: ovvero il segmento della categoria che per le vetture quattro metri in Europa è definito con il numero 2 mentre da noi con la lettera B; il numero 90 invece è una coppia ci cifre che nel gergo Alpine definisce qualcosa di fashion, di modaiolo.
A290 quindi è un’auto del segmento B di tendenza stilistica alla moda; fosse una supersportiva si userebbe la coppia di cifre 10. Logico sì ma facile no! Più semplice spiegare che l’auto arriverà in autunno inoltrato; non è ancora stato stabilito il prezzo ma in Francia dovrebbe partire da 38mila euro e da noi forse qualcosa di più.
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