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Ferrari F76, la prima hypercar digitale del Cavallino celebra Le Mans

Pubblicato il 27 ottobre 2025, 09:13
La Ferrari F76 rappresenta un nuovo orizzionte nel linguaggio del design di Maranello. L’esordio alle Finali Mondiali del Mugello ha svelato un progetto visionario: la prima hypercar interamente digitale del Costruttore.
Non si tratta di un modello destinato all’asfalto, ma di un’opera ideata per il mondo virtuale. Un asset Nft che trascende la materia per fondere tecnologia e arte. Il nome F76 rievoca la vittoria a Le Mans del 1949, quando la 166 MM di Luigi Chinetti e Lord Selsdon regalò al Cavallino il primo trionfo nella leggendaria 24 Ore.
L’equilibrio tra arte e scienza
La F76 nasce dal Centro Stile Ferrari diretto da Flavio Manzoni, dove l’approccio denominato Cyber Design utilizza algoritmi generativi per trasformare i principi aerodinamici in forme pure e dinamiche. Ogni superficie è modellata dal flusso dell’aria, secondo un linguaggio che unisce estetica e ingegneria in un’unica geometria vitale.
L’approccio parametrico abbandona le regole della meccanica tradizionale. Il risultato è un corpo scultoreo capace di fondere biomimetica e calcolo digitale in una sintesi formale senza precedenti.
Aerodinamica come architettura
Ogni elemento della carrozzeria risponde a un principio aerodinamico preciso. La doppia fusoliera canalizza i flussi d’aria verso la coda, dove un’ala sospesa amplifica il carico e il diffusore centrale ne ottimizza l’efficienza.
La banda frontale fluttuante introduce un nuovo equilibrio visivo, reinterpretando in chiave contemporanea l’idea di ala integrata già sperimentata sulla F80. I parafanghi scolpiti emergono come muscoli tesi, mentre le superfici tese e i volumi incisi disegnano una tensione continua tra forza e leggerezza.
Sui fianchi, tagli verticali evocano il passato racing, con rimandi alle supercar anni ’80. I quattro fari a scomparsa richiamano la memoria delle pop-up lights, mentre la pulizia del profilo laterale esalta la purezza del segno.
Un abitacolo sincronizzato
L’interno abbandona l’idea tradizionale di cockpit unico. Due cabine indipendenti offrono un’esperienza condivisa ma autonoma. La tecnologia drive-by-wire sincronizza volante, pedali e comandi, eliminando ogni connessione meccanica.
La risposta del sistema è immediata. Ogni gesto del conducente viene tradotto in un segnale digitale. L’interazione tra uomo e macchina si trasforma in un dialogo diretto, dove la precisione diventa emozione.
Gli interni, sospesi tra materia e luce, fondono elementi artigianali e materiali sintetici. La disposizione duale crea una percezione di equilibrio dinamico, mentre l’ergonomia rispecchia l’essenzialità di una macchina pensata per la guida pura.
Il laboratorio digitale del Cavallino
I membri dell’Hyperclub Ferrari hanno partecipato al processo creativo. In tre anni di sviluppo, ciascun cliente ha modellato digitalmente il proprio esemplare, rendendo ogni F76 un pezzo unico. La personalizzazione diventa un atto di co-creazione, espressione di identità individuale all’interno di un progetto collettivo.
La F76 non è un prototipo statico, ma un manifesto tecnologico.
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